Il tema delle differenze economiche e di sviluppo e delle diversità culturali è ritornato in primo piano nell'agenda politica e all'attenzione dell'opinione pubblica. Accanto ai problemi ecologici questa risulta essere la questione sulla quale la società moderna sente in qualche modo minacciate le proprie condizioni di esistenza o perlomeno gli standards finora mantenuti. In riferimento a questo tipo di differenze si discute ad esempio del modo con cui dare avvio a processi di innovazione in regioni sottosviluppate e la problematicità della questione è data dal fatto che in questo caso l'arretratezza consiste precisamente nella mancanza dei presupposti necessari a tali innovazioni. Ricompare in ogni caso, anche nelle scienze sociali, l'interesse nei confronti di temi quali la modernizzazione o le politiche di sviluppo. Si ripresenta inoltre la questione della "regolazione" di differenze sociali. Il lavoro che qui si presenta non intende e non può per evidenti ragioni affrontare temi di questo genere nella loro globalità e generalità. Si cercherà di trattare il tema delle possibilità di "regolazione" di programmazione e di "intervento" nel sistema economico e nella società moderna, focalizzando l'attenzione su un caso particolare e specifico. Si tratta delle differenze (soprattutto economiche) che hanno imposto e continuano ad imporre come problema la "questione meridionale". In questo lavoro sarà preso in considerazione in particolare il modo in cui, nel dibattito delle scienze economiche e sociali, vengono analizzate alcune differenze tra Nord e Sud d'Italia, con una particolare attenzione sulle caratteristiche e sull'efficacia delle "politiche per il Mezzogiorno". Non sarà in senso stretto un lavoro "meridionalista". Ciò che in primo luogo ci interessa non è affrontare ogni possibile aspetto del problema del Mezzogiorno e neppure ricostruire nella sua globalità il dibattito che intorno a essa si è sviluppato. Il problema del Mezzogiorno sarà utilizzato come caso di studio, focalizzando l'attenzione sull'aspetto dell'intervento straordinario.

Gli economisti italiani e le scelte di politica meridionalistica tra il 1945 e il 1957 / Fabio Cimmino. - STAMPA. - (2011).

Gli economisti italiani e le scelte di politica meridionalistica tra il 1945 e il 1957

CIMMINO, FABIO
2011

Abstract

Il tema delle differenze economiche e di sviluppo e delle diversità culturali è ritornato in primo piano nell'agenda politica e all'attenzione dell'opinione pubblica. Accanto ai problemi ecologici questa risulta essere la questione sulla quale la società moderna sente in qualche modo minacciate le proprie condizioni di esistenza o perlomeno gli standards finora mantenuti. In riferimento a questo tipo di differenze si discute ad esempio del modo con cui dare avvio a processi di innovazione in regioni sottosviluppate e la problematicità della questione è data dal fatto che in questo caso l'arretratezza consiste precisamente nella mancanza dei presupposti necessari a tali innovazioni. Ricompare in ogni caso, anche nelle scienze sociali, l'interesse nei confronti di temi quali la modernizzazione o le politiche di sviluppo. Si ripresenta inoltre la questione della "regolazione" di differenze sociali. Il lavoro che qui si presenta non intende e non può per evidenti ragioni affrontare temi di questo genere nella loro globalità e generalità. Si cercherà di trattare il tema delle possibilità di "regolazione" di programmazione e di "intervento" nel sistema economico e nella società moderna, focalizzando l'attenzione su un caso particolare e specifico. Si tratta delle differenze (soprattutto economiche) che hanno imposto e continuano ad imporre come problema la "questione meridionale". In questo lavoro sarà preso in considerazione in particolare il modo in cui, nel dibattito delle scienze economiche e sociali, vengono analizzate alcune differenze tra Nord e Sud d'Italia, con una particolare attenzione sulle caratteristiche e sull'efficacia delle "politiche per il Mezzogiorno". Non sarà in senso stretto un lavoro "meridionalista". Ciò che in primo luogo ci interessa non è affrontare ogni possibile aspetto del problema del Mezzogiorno e neppure ricostruire nella sua globalità il dibattito che intorno a essa si è sviluppato. Il problema del Mezzogiorno sarà utilizzato come caso di studio, focalizzando l'attenzione sull'aspetto dell'intervento straordinario.
2011
Prof. Piero Barucci
ITALIA
Fabio Cimmino
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Tipologia: Tesi di dottorato
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