Le moderne democrazie liberali hanno da tempo acquisito piena consapevolezza delle interazioni tra fenomeno giuridico e fenomeno politico. L'ideale di giudice neutrale, mero applicatore del diritto ha ormai lasciato il posto ad una più realistica visione del giudice quale soggetto attivo dotato di una capacità di policy-making. La considerazione di diritto e politica quali fenomeni distanti e non comunicanti è stata progressivamente sostituita da un crescente interesse, manifestatosi dapprima negli Stati Uniti e poi anche in Europa, nei confronti dello studio di quella che viene comunemente definita come judicial politics. In un quadro di sempre maggiore attivismo giudiziario si pongono con forza alla nostra attenzione i problemi dell'indipendenza dei giudici, nazionali, sovranazionali ed internazionali, e quello della tensione tra indipendenza e l'altrettanto basilare principio della responsabilità. I sistemi di selezione e nomina dei giudici costituiscono un efficace indicatore circa la cultura dell'indipendenza giuridica sviluppata da un ordinamento e circa il rapporto tra il potere giudiziario e gli altri poteri costituzionali. Le interazioni tra diritto e politica si fanno quanto mai evidenti nel momento della definizione della composizione di un organo giudiziario. Il presente lavoro prende in esame le esperienze in merito alla selezione dei giudici di Stati Uniti d'America ed Unione Europea. La scelta di operare una comparazione tra uno Stato nazionale ed una organizzazione sovranazionale è dettata dal riscontro di una similitudine di problematiche che verranno progressivamente messe in luce pur mantenendo ferme le distinzioni fondamentali tra le due realtà. Particolarmente, il confronto è reso interessante dall'essere quella americana l'esperienza che fornisce il modello per la riflessione sui rapporti tra diritto e politica e che ha prodotto la più ampia letteratura riguardante la judicial selection. Al contrario, in Europa solo in tempi più recenti la dottrina si è fatta carico del tema della selezione dei giudici della Corte di Giustizia, fornendo i maggiori spunti per il futuro. Il dibattito è quanto mai attuale ed aperto per quanto concerne l'Unione Europea, in ragione in particolare dell'attesa adesione della stessa al Consiglio d'Europa. La Convenzione dei diritti dell'uomo e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo pongono infatti nuovi requisiti cui le istituzioni dell'Unione saranno chiamate ad adeguarsi e che inevitabilmente si rifletteranno anche sulle procedure di judicial selection interne all'Unione Europea. In generale, il tema della composizione delle corti sovranazionali ed internazionali si può ragionevolmente asserire costituirà il futuro del dibattito in tema di procedure di selezione dei giudici. In particolare, sotto i profili della trasparenza delle procedure nazionali di nomina dei giudici internazionali e di rappresentatività degli stessi rispetto alle comunità soggette alla giurisdizione di tali corti.

Tra Diritto e Politica. Esperienze di selezione dei giudici negli Stati Uniti ed in Europa / Camilla Cordelli. - (2013).

Tra Diritto e Politica. Esperienze di selezione dei giudici negli Stati Uniti ed in Europa.

CORDELLI, CAMILLA
2013

Abstract

Le moderne democrazie liberali hanno da tempo acquisito piena consapevolezza delle interazioni tra fenomeno giuridico e fenomeno politico. L'ideale di giudice neutrale, mero applicatore del diritto ha ormai lasciato il posto ad una più realistica visione del giudice quale soggetto attivo dotato di una capacità di policy-making. La considerazione di diritto e politica quali fenomeni distanti e non comunicanti è stata progressivamente sostituita da un crescente interesse, manifestatosi dapprima negli Stati Uniti e poi anche in Europa, nei confronti dello studio di quella che viene comunemente definita come judicial politics. In un quadro di sempre maggiore attivismo giudiziario si pongono con forza alla nostra attenzione i problemi dell'indipendenza dei giudici, nazionali, sovranazionali ed internazionali, e quello della tensione tra indipendenza e l'altrettanto basilare principio della responsabilità. I sistemi di selezione e nomina dei giudici costituiscono un efficace indicatore circa la cultura dell'indipendenza giuridica sviluppata da un ordinamento e circa il rapporto tra il potere giudiziario e gli altri poteri costituzionali. Le interazioni tra diritto e politica si fanno quanto mai evidenti nel momento della definizione della composizione di un organo giudiziario. Il presente lavoro prende in esame le esperienze in merito alla selezione dei giudici di Stati Uniti d'America ed Unione Europea. La scelta di operare una comparazione tra uno Stato nazionale ed una organizzazione sovranazionale è dettata dal riscontro di una similitudine di problematiche che verranno progressivamente messe in luce pur mantenendo ferme le distinzioni fondamentali tra le due realtà. Particolarmente, il confronto è reso interessante dall'essere quella americana l'esperienza che fornisce il modello per la riflessione sui rapporti tra diritto e politica e che ha prodotto la più ampia letteratura riguardante la judicial selection. Al contrario, in Europa solo in tempi più recenti la dottrina si è fatta carico del tema della selezione dei giudici della Corte di Giustizia, fornendo i maggiori spunti per il futuro. Il dibattito è quanto mai attuale ed aperto per quanto concerne l'Unione Europea, in ragione in particolare dell'attesa adesione della stessa al Consiglio d'Europa. La Convenzione dei diritti dell'uomo e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo pongono infatti nuovi requisiti cui le istituzioni dell'Unione saranno chiamate ad adeguarsi e che inevitabilmente si rifletteranno anche sulle procedure di judicial selection interne all'Unione Europea. In generale, il tema della composizione delle corti sovranazionali ed internazionali si può ragionevolmente asserire costituirà il futuro del dibattito in tema di procedure di selezione dei giudici. In particolare, sotto i profili della trasparenza delle procedure nazionali di nomina dei giudici internazionali e di rappresentatività degli stessi rispetto alle comunità soggette alla giurisdizione di tali corti.
2013
Vittoria Barsotti
Camilla Cordelli
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Tipologia: Tesi di dottorato
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