Saggio ed edizione critica del trattato di Girolamo Bartolommei, Didascalia cioè dottrina comica libri tre: opera stampata a Firenze la prima volta nel 1658 e successivamente ripubblicata nella stessa città nel 1661 con ampliamenti e correzioni. L’intento dichiarato di Bartolommei (Firenze1584 - ivi 1662) è quello di offrire ai giovani accademici un vademecum di precetti poetici necessari a ridefinire le caratteristiche della ‘ben ordinata commedia’, che viene da lui idealmente identificata con la «commedia di mezzo» dei greci. Di questo modello mediano, lontano dagli eccessi comici e caratterizzato dal valore etico e sociale della fabula allegorica, il letterato fiorentino propone, nel terzo libro, diciannove «abbozzi di commedie di mezzo» (un repertorio di favole nelle quali si colpiscono i vizi e si premiano gli atteggiamenti virtuosi) che traducono sul piano della finzione letteraria i principi poetici enunciati nei primi due libri. Il senso didascalico del trattato trova così il suo compimento, procedendo, secondo il metodo deduttivo, da questioni di ordine generale –definite sulla scorta delle molte auctoritaes antiche e moderne citate- alla particolarità degli esempi. Lo scritto di Bartolommei, che rientra a pieno nel genere dei trattati didascalici, offre una dissertazione sulla commedia colta, quale elogio della virtù e satira dei vizi, una tipologia drammaturgica da contrapporre alle licenziosità amorose delle commedie moderne. La Didascalia si colloca nell’ambito di una speculazione poetica controriformista che interessa il teatro d’accademia e delle confraternite, dal circolo romano degli Umoristi ai consensi fiorentini dei Cruscanti, degli Svogliati, degli Apatisti, degli Immobili, dell’Arcangelo Raffaello. Cenacoli dei quali Bartolommei fece parte attivamente e nei quali il diletto poetico era interpretato in funzione della sua utilità etica e sociale, secondo l’assimilata rilettura cristiana dell’Etica Nicomachea di Aristotele. La tesi propone nella prima parte i risultati della ricerca sul letterato Bartolommei e la sua opera che, a buon diritto, può essere considerata rappresentativa della cultura letteraria del pieno Seicento, fra visioni etico moraleggianti dell’arte e istanze di fruibilità del prodotto artistico nella sua resa drammaturgica. Nella seconda parte si presenta la prima edizione critica moderna della Didascalia corredata da apparati critici, indici delle fonti e dei nomi e da un’introduzione nella quale si avanza una lettura commentata del trattato. A testo si è messa l’ultima versione, ampliata e corretta dall’autore per la stampa del 1661 ed in apparato si registrano le varianti con la precedente edizione del 1658.

Didascalia cioè dottrina comica di Girolamo Bartolommei (1658-1661). Saggio e edizione / Sandro Piazzesi. - (2011).

Didascalia cioè dottrina comica di Girolamo Bartolommei (1658-1661). Saggio e edizione.

PIAZZESI, SANDRO
2011

Abstract

Saggio ed edizione critica del trattato di Girolamo Bartolommei, Didascalia cioè dottrina comica libri tre: opera stampata a Firenze la prima volta nel 1658 e successivamente ripubblicata nella stessa città nel 1661 con ampliamenti e correzioni. L’intento dichiarato di Bartolommei (Firenze1584 - ivi 1662) è quello di offrire ai giovani accademici un vademecum di precetti poetici necessari a ridefinire le caratteristiche della ‘ben ordinata commedia’, che viene da lui idealmente identificata con la «commedia di mezzo» dei greci. Di questo modello mediano, lontano dagli eccessi comici e caratterizzato dal valore etico e sociale della fabula allegorica, il letterato fiorentino propone, nel terzo libro, diciannove «abbozzi di commedie di mezzo» (un repertorio di favole nelle quali si colpiscono i vizi e si premiano gli atteggiamenti virtuosi) che traducono sul piano della finzione letteraria i principi poetici enunciati nei primi due libri. Il senso didascalico del trattato trova così il suo compimento, procedendo, secondo il metodo deduttivo, da questioni di ordine generale –definite sulla scorta delle molte auctoritaes antiche e moderne citate- alla particolarità degli esempi. Lo scritto di Bartolommei, che rientra a pieno nel genere dei trattati didascalici, offre una dissertazione sulla commedia colta, quale elogio della virtù e satira dei vizi, una tipologia drammaturgica da contrapporre alle licenziosità amorose delle commedie moderne. La Didascalia si colloca nell’ambito di una speculazione poetica controriformista che interessa il teatro d’accademia e delle confraternite, dal circolo romano degli Umoristi ai consensi fiorentini dei Cruscanti, degli Svogliati, degli Apatisti, degli Immobili, dell’Arcangelo Raffaello. Cenacoli dei quali Bartolommei fece parte attivamente e nei quali il diletto poetico era interpretato in funzione della sua utilità etica e sociale, secondo l’assimilata rilettura cristiana dell’Etica Nicomachea di Aristotele. La tesi propone nella prima parte i risultati della ricerca sul letterato Bartolommei e la sua opera che, a buon diritto, può essere considerata rappresentativa della cultura letteraria del pieno Seicento, fra visioni etico moraleggianti dell’arte e istanze di fruibilità del prodotto artistico nella sua resa drammaturgica. Nella seconda parte si presenta la prima edizione critica moderna della Didascalia corredata da apparati critici, indici delle fonti e dei nomi e da un’introduzione nella quale si avanza una lettura commentata del trattato. A testo si è messa l’ultima versione, ampliata e corretta dall’autore per la stampa del 1661 ed in apparato si registrano le varianti con la precedente edizione del 1658.
2011
Sabelli Vincenzina alias Enza Biagini
Sandro Piazzesi
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