La ricerca si sofferma sulla politica scolastica di Guido Baccelli, ministro dell’istruzione dell’Italia umbertina, fra il 1881 e il 1900, ed esponente di spicco della Sinistra storica. Tanto per della sua longevità quanto per l’originalità di alcune iniziative, la sua esperienza alla Minerva si configura come una delle più incisive e interessanti nella storia dell’Italia liberale: dagli appelli ad «istruire quanto basta ed educare più che si può» alla proposta d'introdurre un testo unico di Stato, le sue iniziative sono state contrassegnate dalla storiografia come espressione di una svolta nazionalista e autoritaria, riflesso del clima reazionario che dominò la «lunga crisi di fine secolo». Basti pensare all’istituzione delle due Commissioni centrali per i libri di testo, mirate a imporre un controllo centralizzato sull’editoria scolastica, oppure al tentativo d’introdurre il lavoro educativo e rurale nelle scuole elementari. Baccelli è, infatti, una “figura di raccordo” fra le diverse fasi politiche del ventennio e i suoi ministeri attraversarono i primi anni del trasformismo di Depretis (1881 – 1884), l'«autoritarismo riformatore» di Crispi (1893 - 1896), per sposare infine la linea repressiva di Luigi Pelloux (1898 – 1900). Concentrandosi sulle riforme che coinvolsero la scuola elementare portate avanti dal ministro in questi decenni, la ricerca tenta di ricostruire l’evoluzione del rapporto fra scuola e nazione in una fase di profonde trasformazioni per l’Italia liberale.

«LA CHIESA DEI TEMPI MODERNI». SCUOLA ED EDUCAZIONE NAZIONALE NELLE POLITICHE DI GUIDO BACCELLI (1880 – 1900) / ELENA TABACCHI. - (In corso di stampa).

«LA CHIESA DEI TEMPI MODERNI». SCUOLA ED EDUCAZIONE NAZIONALE NELLE POLITICHE DI GUIDO BACCELLI (1880 – 1900)

TABACCHI, ELENA
In corso di stampa

Abstract

La ricerca si sofferma sulla politica scolastica di Guido Baccelli, ministro dell’istruzione dell’Italia umbertina, fra il 1881 e il 1900, ed esponente di spicco della Sinistra storica. Tanto per della sua longevità quanto per l’originalità di alcune iniziative, la sua esperienza alla Minerva si configura come una delle più incisive e interessanti nella storia dell’Italia liberale: dagli appelli ad «istruire quanto basta ed educare più che si può» alla proposta d'introdurre un testo unico di Stato, le sue iniziative sono state contrassegnate dalla storiografia come espressione di una svolta nazionalista e autoritaria, riflesso del clima reazionario che dominò la «lunga crisi di fine secolo». Basti pensare all’istituzione delle due Commissioni centrali per i libri di testo, mirate a imporre un controllo centralizzato sull’editoria scolastica, oppure al tentativo d’introdurre il lavoro educativo e rurale nelle scuole elementari. Baccelli è, infatti, una “figura di raccordo” fra le diverse fasi politiche del ventennio e i suoi ministeri attraversarono i primi anni del trasformismo di Depretis (1881 – 1884), l'«autoritarismo riformatore» di Crispi (1893 - 1896), per sposare infine la linea repressiva di Luigi Pelloux (1898 – 1900). Concentrandosi sulle riforme che coinvolsero la scuola elementare portate avanti dal ministro in questi decenni, la ricerca tenta di ricostruire l’evoluzione del rapporto fra scuola e nazione in una fase di profonde trasformazioni per l’Italia liberale.
In corso di stampa
dott. Monica Galfrè - prof. Simonetta Soldani
ELENA TABACCHI
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Tipologia: Tesi di dottorato
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