Il volume è strutturato in due parti: la prima, di semantica e linguistica computazionale, ha come argomento l’ontologia interlinguistica dell’azione IMAGACT (capitoli 1, 2 e 3); la seconda è invece dedicata alle applicazioni della risorsa (capitoli 4 e 5). Dopo un breve preambolo, nel capitolo 1 viene presentato il progetto IMAGACT, del quale sono descritti i principi metodologici ed il workflow complessivo. Il progetto ha prodotto un’ontologia interlinguistica che rende esplicito lo spettro di variazione pragmatica associata ai predicati azionali a media ed alta frequenza in italiano ed inglese. Le classi di azioni che rappresentano le entità di riferimento dei concetti linguistici, indotte da corpora di parlato da linguisti madrelingua, sono rappresentate in tale risorsa lessicale nella forma di scene prototipiche (Rosch, 1978, 1999). La metodologia sfrutta la capacità dell’utente/apprendente di trovare somiglianze tra immagini diverse indipendentemente dal linguaggio, sostituendo alla tradizionale definizione semantica, spesso sottodeterminata e linguo-specifica, il riconoscimento e l’identificazione dei tipi azionali. Il capitolo 2 è dedicato alla procedura di annotazione, che ha permesso l’estrazione bottom-up delle classi di azioni che costituiscono l’ontologia. Vengono presentati i dati linguistici di partenza (corpus IMAGACT-IT), nonché l’interfaccia informatica che ha reso possibile lo svolgimento dei vari task. Parallelamente, vengono presentate le linee guida per la standardizzazione delle occorrenze, la loro tipizzazione e l’annotazione delle proprietà linguistiche (struttura tematica, alternanze argomentali, aktionsart). Il capitolo 3 affronta invece la procedura di mapping inter-/intra- linguistico: dopo averne descritto i fondamenti teorici e aver individuato le questioni poste dai dati linguistici in input all’architettura della struttura dati, viene illustrata la metodologia che ha portato alla produzione del database 1.0. Nel capitolo 4 viene proposta una procedura di validazione dei dati linguistici, passaggio imprescindibile per consentirne l’applicabilità in ambiti differenti da quello in cui sono stati prodotti. Viene inoltre fornito un ampio quadro bibliografico sul concetto di “inter-rater agreement”, dando conto degli aspetti critici della valutazione dei dati e dei coefficienti statistici più diffusi. Per contestualizzare, vengono inoltre presentati i risultati di un esteso spoglio bibliografico sui principali studi e sulle maggiori campagne di valutazione nel campo della semantica lessicale. Il metodo viene testato su un sottoinsieme di lemmi coeso dal punto di vista semantico. Il capitolo 5 presenta infine la batteria di test SMAAV (Semantic Memory Assessment on Action Verb), creata dall’autrice a partire dai dati IMAGACT validati nel capitolo 4. La classe grammaticale del verbo, che di solito nelle lingue naturali lessicalizza le azioni, è stata tradizionalmente meno studiata ed utilizzata rispetto a quella del nome in ambito psicometrico. I materiali messi a disposizione dall’ontologia rappresentano una assoluta novità nel settore: la conoscenza sistematica del lessico verbale azionale rende possibile l’utilizzo di un campionario di lemmi ampio e al tempo stesso controllato. Inoltre, a differenza dei materiali utilizzati comunemente nella pratica medica, di tipo statico, gli stimoli multimediali messi a disposizione da IMAGACT garantiscono una rappresentazione migliore, più “ecologica”, delle azioni. Sebbene il test possa essere usato come misura generale dell’acceso al lessico e dell’erosione della memoria semantica, ne viene proposto un impiego diagnostico specifico, lo studio del Mild Cognitive Impairment, un settore di ricerca che ha ricevuto attenzione crescente negli ultimi anni. Dopo aver presentato le caratteristiche del disturbo ed avere illustrato i materiali testologici a disposizione di clinici e ricercatori, viene descritto il processo di realizzazione e taratura della batteria. La sezione si conclude con un’analisi linguistica e gestuale delle risposte date dagli informanti nel corso delle sessioni di test. In una breve conclusione vengono infine riassunti i risultati ottenuti e sono indicate alcune possibilità di sviluppo futuro.

Validazione dell’ontologia dell’azione IMAGACT per lo studio e la diagnosi del Mild Cognitive Impairment (MCI) / Gloria Gagliardi. - (2014).

Validazione dell’ontologia dell’azione IMAGACT per lo studio e la diagnosi del Mild Cognitive Impairment (MCI)

GAGLIARDI, GLORIA
2014

Abstract

Il volume è strutturato in due parti: la prima, di semantica e linguistica computazionale, ha come argomento l’ontologia interlinguistica dell’azione IMAGACT (capitoli 1, 2 e 3); la seconda è invece dedicata alle applicazioni della risorsa (capitoli 4 e 5). Dopo un breve preambolo, nel capitolo 1 viene presentato il progetto IMAGACT, del quale sono descritti i principi metodologici ed il workflow complessivo. Il progetto ha prodotto un’ontologia interlinguistica che rende esplicito lo spettro di variazione pragmatica associata ai predicati azionali a media ed alta frequenza in italiano ed inglese. Le classi di azioni che rappresentano le entità di riferimento dei concetti linguistici, indotte da corpora di parlato da linguisti madrelingua, sono rappresentate in tale risorsa lessicale nella forma di scene prototipiche (Rosch, 1978, 1999). La metodologia sfrutta la capacità dell’utente/apprendente di trovare somiglianze tra immagini diverse indipendentemente dal linguaggio, sostituendo alla tradizionale definizione semantica, spesso sottodeterminata e linguo-specifica, il riconoscimento e l’identificazione dei tipi azionali. Il capitolo 2 è dedicato alla procedura di annotazione, che ha permesso l’estrazione bottom-up delle classi di azioni che costituiscono l’ontologia. Vengono presentati i dati linguistici di partenza (corpus IMAGACT-IT), nonché l’interfaccia informatica che ha reso possibile lo svolgimento dei vari task. Parallelamente, vengono presentate le linee guida per la standardizzazione delle occorrenze, la loro tipizzazione e l’annotazione delle proprietà linguistiche (struttura tematica, alternanze argomentali, aktionsart). Il capitolo 3 affronta invece la procedura di mapping inter-/intra- linguistico: dopo averne descritto i fondamenti teorici e aver individuato le questioni poste dai dati linguistici in input all’architettura della struttura dati, viene illustrata la metodologia che ha portato alla produzione del database 1.0. Nel capitolo 4 viene proposta una procedura di validazione dei dati linguistici, passaggio imprescindibile per consentirne l’applicabilità in ambiti differenti da quello in cui sono stati prodotti. Viene inoltre fornito un ampio quadro bibliografico sul concetto di “inter-rater agreement”, dando conto degli aspetti critici della valutazione dei dati e dei coefficienti statistici più diffusi. Per contestualizzare, vengono inoltre presentati i risultati di un esteso spoglio bibliografico sui principali studi e sulle maggiori campagne di valutazione nel campo della semantica lessicale. Il metodo viene testato su un sottoinsieme di lemmi coeso dal punto di vista semantico. Il capitolo 5 presenta infine la batteria di test SMAAV (Semantic Memory Assessment on Action Verb), creata dall’autrice a partire dai dati IMAGACT validati nel capitolo 4. La classe grammaticale del verbo, che di solito nelle lingue naturali lessicalizza le azioni, è stata tradizionalmente meno studiata ed utilizzata rispetto a quella del nome in ambito psicometrico. I materiali messi a disposizione dall’ontologia rappresentano una assoluta novità nel settore: la conoscenza sistematica del lessico verbale azionale rende possibile l’utilizzo di un campionario di lemmi ampio e al tempo stesso controllato. Inoltre, a differenza dei materiali utilizzati comunemente nella pratica medica, di tipo statico, gli stimoli multimediali messi a disposizione da IMAGACT garantiscono una rappresentazione migliore, più “ecologica”, delle azioni. Sebbene il test possa essere usato come misura generale dell’acceso al lessico e dell’erosione della memoria semantica, ne viene proposto un impiego diagnostico specifico, lo studio del Mild Cognitive Impairment, un settore di ricerca che ha ricevuto attenzione crescente negli ultimi anni. Dopo aver presentato le caratteristiche del disturbo ed avere illustrato i materiali testologici a disposizione di clinici e ricercatori, viene descritto il processo di realizzazione e taratura della batteria. La sezione si conclude con un’analisi linguistica e gestuale delle risposte date dagli informanti nel corso delle sessioni di test. In una breve conclusione vengono infine riassunti i risultati ottenuti e sono indicate alcune possibilità di sviluppo futuro.
2014
Prof. Massimo Moneglia
Gloria Gagliardi
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