La situazione culturale della Sicilia risorgimentale risulta particolarmente interessante perché comincia ad affermarsi una scrittura che non è più solo letteraria e che giunge a forme complesse di comunicazione. Si può pertanto considerare la questione linguistica in termini di ricerca di un nuovo modo di comunicare nell’ambito di una dimensione più estesa sul piano sociale, mettendo in evidenza il rapporto lingua/dialetto attraverso le testimonianze testuali non solo letterarie. In questo periodo l’ideologia linguistica dominante nella Sicilia occidentale, soprattutto nei circoli accademici palermitani, era il purismo, rappresentato dal fisico e letterato Domenico Scinà. A Catania invece, il dibattito linguistico era caratterizzato dalla sospensione dei classicisti tra italianismo montiano e fiorentinismo cruscante e dalla moderata apertura dei romantici al toscano dell’uso vivo. Si conferma così il contrasto tra le posizioni degli intellettuali palermitani che perpetuavano l’accademismo del Meli e quelle dei catanesi che si interessavano a questioni civili e scientifiche, naturalmente non senza cadute populistiche o erudite.
Lingua e dialetto nella pubblicistica e nella testualità scientifica / Stefania Iannizzotto. - STAMPA. - (2013), pp. 658-661.
Lingua e dialetto nella pubblicistica e nella testualità scientifica
IANNIZZOTTO, STEFANIA
2013
Abstract
La situazione culturale della Sicilia risorgimentale risulta particolarmente interessante perché comincia ad affermarsi una scrittura che non è più solo letteraria e che giunge a forme complesse di comunicazione. Si può pertanto considerare la questione linguistica in termini di ricerca di un nuovo modo di comunicare nell’ambito di una dimensione più estesa sul piano sociale, mettendo in evidenza il rapporto lingua/dialetto attraverso le testimonianze testuali non solo letterarie. In questo periodo l’ideologia linguistica dominante nella Sicilia occidentale, soprattutto nei circoli accademici palermitani, era il purismo, rappresentato dal fisico e letterato Domenico Scinà. A Catania invece, il dibattito linguistico era caratterizzato dalla sospensione dei classicisti tra italianismo montiano e fiorentinismo cruscante e dalla moderata apertura dei romantici al toscano dell’uso vivo. Si conferma così il contrasto tra le posizioni degli intellettuali palermitani che perpetuavano l’accademismo del Meli e quelle dei catanesi che si interessavano a questioni civili e scientifiche, naturalmente non senza cadute populistiche o erudite.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.