A partire dalla metà del Novecento la critica della cultura di massa è stata contrassegnata dalle posizioni “apocalittiche” di molti autori. Attraverso i testi e le idee di tre “apocalittici” (o, almeno, di tre autori definiti tali) come Adorno, Pasolini e Baudrillard – ma anche attraverso le critiche più attuali alle ICT – il testo propone di rileggere gli apocalittici, evidenziandone sì i limiti e la parziale inattualità, ma anche cercando di trarne spunti per elaborare un modello di educazione ai media che tenga viva la carica dialettica tra le possibilità offerte dalla tecnologia e tra le insidie che essa talvolta nasconde. Gli apocalittici, infatti, possono sostenere la necessità di un lavoro semiologico, sociologico-critico e pedagogico, che problematizzi i media, che trasmetta e formi nei soggetti competenze di analisi, di interpretazione e di uso (ma uso critico) dei media stessi. Aspirando sì all’alfabetizzazione rispetto a vecchi e nuovi “linguaggi del sapere”, ma soprattutto alla formazione di “teste ben fatte”, critiche e riflessivo, libere e creative.
Dopo gli apocalittici. Per una media education “integrata” / C. Di Bari. - ELETTRONICO. - (2013).
Dopo gli apocalittici. Per una media education “integrata”
DI BARI, COSIMO
2013
Abstract
A partire dalla metà del Novecento la critica della cultura di massa è stata contrassegnata dalle posizioni “apocalittiche” di molti autori. Attraverso i testi e le idee di tre “apocalittici” (o, almeno, di tre autori definiti tali) come Adorno, Pasolini e Baudrillard – ma anche attraverso le critiche più attuali alle ICT – il testo propone di rileggere gli apocalittici, evidenziandone sì i limiti e la parziale inattualità, ma anche cercando di trarne spunti per elaborare un modello di educazione ai media che tenga viva la carica dialettica tra le possibilità offerte dalla tecnologia e tra le insidie che essa talvolta nasconde. Gli apocalittici, infatti, possono sostenere la necessità di un lavoro semiologico, sociologico-critico e pedagogico, che problematizzi i media, che trasmetta e formi nei soggetti competenze di analisi, di interpretazione e di uso (ma uso critico) dei media stessi. Aspirando sì all’alfabetizzazione rispetto a vecchi e nuovi “linguaggi del sapere”, ma soprattutto alla formazione di “teste ben fatte”, critiche e riflessivo, libere e creative.File | Dimensione | Formato | |
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