La tesi affronta il tema dell’astrazione in architettura attraverso un approfondimento dell’opera di Giuseppe Terragni. Essa si apre con una interrogazione su senso e significato del concetto di astrazione in architettura, a partire anche dalle differenze che necessariamente separano la ricerca di un’astraente essenzialità nell’arte del costruire dal suo più noto analogon costituito dalla pittura cosiddetta astratta. Proprio la formulazione di tale problema e la sua analisi sostengono e giustificano l’argomentazione della tesi, volta a dimostrare come Terragni “costruisca” le forme secondo una sua peculiare idea di astrazione - un concetto che acquisì realtà e teoresi già nel periodo illuministico - rimanendo tuttavia sempre all’interno dell’albertiana definizione della res aedificatoria nei termini di una sintesi di lineamenta e structura. Si utilizza, infatti, il termine astrazione nella sua accezione illuministico-hegeliana di processo attivo che, partendo dal concreto e dal reale, conduce necessariamente ad una sintesi concettuale, vale a dire ad una separazione degli aspetti contingenti o accidentali da quelli essenziali e necessari, per delineare (all’interno dell’opera dell’architetto comasco) le tappe di un percorso verso l’essenza, verso la “forma assoluta” di un’architettura moderna e, al tempo stesso, “universale”. L’impostazione metodologica della ricerca è vicina al metodo progettuale, fatto di rimandi, di sovrapposizioni contenutistiche e semantiche. All’interno della ricerca sono pertanto numerosi i riferimenti alla filosofia, alla letteratura ed all’arte: dai “grandi viennesi del linguaggio” (Ludwig Wittgenstein, Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus) a Friedrich Hegel e Benedetto Croce; dai ready mades di Marcel Duchamp alla pittura di Kazimir Malevič, Vasilij Kandinsky, Giorgio de Chirico e Carlo Carrà, fino alla scultura di Fausto Melotti. Ma anche all’esperienza di altri maestri come Adolf Loos e Mies van der Rohe, volti a chiarire i caratteri e le specificità dell’astrazione in architettura.

Costruire l’astrazione. “Inattualità” dell’architettura di Giuseppe Terragni / Alberto Pireddu. - (2010).

Costruire l’astrazione. “Inattualità” dell’architettura di Giuseppe Terragni

PIREDDU, ALBERTO
2010

Abstract

La tesi affronta il tema dell’astrazione in architettura attraverso un approfondimento dell’opera di Giuseppe Terragni. Essa si apre con una interrogazione su senso e significato del concetto di astrazione in architettura, a partire anche dalle differenze che necessariamente separano la ricerca di un’astraente essenzialità nell’arte del costruire dal suo più noto analogon costituito dalla pittura cosiddetta astratta. Proprio la formulazione di tale problema e la sua analisi sostengono e giustificano l’argomentazione della tesi, volta a dimostrare come Terragni “costruisca” le forme secondo una sua peculiare idea di astrazione - un concetto che acquisì realtà e teoresi già nel periodo illuministico - rimanendo tuttavia sempre all’interno dell’albertiana definizione della res aedificatoria nei termini di una sintesi di lineamenta e structura. Si utilizza, infatti, il termine astrazione nella sua accezione illuministico-hegeliana di processo attivo che, partendo dal concreto e dal reale, conduce necessariamente ad una sintesi concettuale, vale a dire ad una separazione degli aspetti contingenti o accidentali da quelli essenziali e necessari, per delineare (all’interno dell’opera dell’architetto comasco) le tappe di un percorso verso l’essenza, verso la “forma assoluta” di un’architettura moderna e, al tempo stesso, “universale”. L’impostazione metodologica della ricerca è vicina al metodo progettuale, fatto di rimandi, di sovrapposizioni contenutistiche e semantiche. All’interno della ricerca sono pertanto numerosi i riferimenti alla filosofia, alla letteratura ed all’arte: dai “grandi viennesi del linguaggio” (Ludwig Wittgenstein, Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus) a Friedrich Hegel e Benedetto Croce; dai ready mades di Marcel Duchamp alla pittura di Kazimir Malevič, Vasilij Kandinsky, Giorgio de Chirico e Carlo Carrà, fino alla scultura di Fausto Melotti. Ma anche all’esperienza di altri maestri come Adolf Loos e Mies van der Rohe, volti a chiarire i caratteri e le specificità dell’astrazione in architettura.
2010
Prof. Maria Grazia Eccheli
Alberto Pireddu
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