La rue des Italiens e gli edifici, di cui Èdouard Arnaud raccontava il progetto e la costruzione ai suoi studenti circa ottanta anni fa, esistono e vivono ancora in una zona fra le più vitali del nono arrondissement di Parigi. Con coraggio ed onestà intellettuale Arnaud, architetto della tradizione eclettica, propone, a complemento e coronamento del suo corso di costruzioni civili, la descrizione di un suo progetto nella sua unicità ed esemplarità contingente: dalla lettura di questo racconto “morale” emergono e si confondono le molteplici soggettività del progetto di architettura, dell’architetto al centro del progetto e del docente narratore. Arnaud ci svela una dimensione tecnica dell’architettura eclettica che troppo a lungo è rimasta nascosta dalle fortune del movimento moderno. Nelle storie di progetti come nelle storie di individui si riescono a cogliere più facilmente che in teorizzazioni caratteri significativi del progetto quali la sua autonomia relazionale e relativa alla cultura, alla natura, al linguaggio, al sapere, e la sua individualità rispetto alla socialità o collettività con la sua cultura e le sue norme, caratteri che ne accentuano la natura di soggetto autonomo. Diventa più persuasiva un’idea del progetto come un’organizzazione in cui la dimensione cognitiva è inseparabile dalla sua pratica, indispensabile per la sua esistenza. Nel racconto di storie di progetti riusciamo a percepire la forza di una concezione del progetto come processo cognitivo capace di dare unità e invarianza ad una pluralità di attori sociali, di conoscenze, di finalità, di potenzialità, e allo stesso tempo capace di trattare le ambiguità e le contraddizioni, le centralità e le inadeguatezze, le persistenze e le transitorietà, le semplificazioni e le incertezze del progetto di architettura.

rue des Italiens, un progetto esemplare di architettura nel racconto di Edouard Arnaud / S. Mecca. - STAMPA. - (2001), pp. 1-162.

rue des Italiens, un progetto esemplare di architettura nel racconto di Edouard Arnaud

MECCA, SAVERIO
2001

Abstract

La rue des Italiens e gli edifici, di cui Èdouard Arnaud raccontava il progetto e la costruzione ai suoi studenti circa ottanta anni fa, esistono e vivono ancora in una zona fra le più vitali del nono arrondissement di Parigi. Con coraggio ed onestà intellettuale Arnaud, architetto della tradizione eclettica, propone, a complemento e coronamento del suo corso di costruzioni civili, la descrizione di un suo progetto nella sua unicità ed esemplarità contingente: dalla lettura di questo racconto “morale” emergono e si confondono le molteplici soggettività del progetto di architettura, dell’architetto al centro del progetto e del docente narratore. Arnaud ci svela una dimensione tecnica dell’architettura eclettica che troppo a lungo è rimasta nascosta dalle fortune del movimento moderno. Nelle storie di progetti come nelle storie di individui si riescono a cogliere più facilmente che in teorizzazioni caratteri significativi del progetto quali la sua autonomia relazionale e relativa alla cultura, alla natura, al linguaggio, al sapere, e la sua individualità rispetto alla socialità o collettività con la sua cultura e le sue norme, caratteri che ne accentuano la natura di soggetto autonomo. Diventa più persuasiva un’idea del progetto come un’organizzazione in cui la dimensione cognitiva è inseparabile dalla sua pratica, indispensabile per la sua esistenza. Nel racconto di storie di progetti riusciamo a percepire la forza di una concezione del progetto come processo cognitivo capace di dare unità e invarianza ad una pluralità di attori sociali, di conoscenze, di finalità, di potenzialità, e allo stesso tempo capace di trattare le ambiguità e le contraddizioni, le centralità e le inadeguatezze, le persistenze e le transitorietà, le semplificazioni e le incertezze del progetto di architettura.
2001
9788846704122
1
162
S. Mecca
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