Scopo della ricerca di dottorato è stato la messa a punto un protocollo di analisi, mediante l'uso di tecniche non invasive, per la caratterizzazione dei pigmenti presenti su varie tipologie di supporto tra le più comuni per le opere d'arte, come marmi, legno, tessuti e ceramiche. Lo studio è stato rivolto a manufatti antichi come decorazioni e statue risalenti al periodo egizio, greco e romano. Studi e pubblicazioni in campo archeologico, hanno dimostrato ampiamente che la maggior parte di essi era decorata con colori vivaci. Molti dei reperti egiziani presentano tuttora una colorazione ben visibile, mentre le statue di origine greca e romana, viceversa, presentano raramente parti della policromia originale, a volte riscontrabile solo in piccole quantità. Nel progetto è stato proposto, da una parte, uno studio dei pigmenti maggiormente utilizzati in epoca antica attraverso l'innovativa tecnica della Luminescenza Indotta da Luce Visibile (VIL) con la possibilità di individuare tracce di questi pigmenti attraverso il fenomeno della Luminescenza Indotta da Luce Visibile. In parallelo sono stati analizzati e studiati, sempre con la tecnica della VIL, i pigmenti di epoca moderna e di derivazione industriale. Inoltre sono state sperimentate le potenzialità della tecnica al variare: del tipo di sorgente luminosa, a spettro più o meno ampio (led e tubi fluorescenti di diverse marche e con caratteristiche differenti); dei differenti filtri a disposizione per la fotografia nell'infrarosso; dei differenti sensori montati su macchine fotografiche differenti. Nel caso specifico della ricerca sui pigmenti antichi, la ricerca si è focalizzata soprattutto su un pigmento blu artificiale, la cui sintesi inizia proprio in epoca egizia e che venne largamente utilizzato sia su supporto marmoreo che ceramico: il Blu Egizio. E' stata proposta un'analisi integrata attraverso altre tecniche non invasive quali: tecniche di imaging; Fluorescenza X (XRF); Spettroscopia di Riflettanza a Fibre Ottiche (FORS). Nel caso delle tecniche di imaging sono state affiancate alla VIL tecniche fotografiche trazionali quali la Fluorescenza Ultravioletta (UV), l'Infrarosso fotografico (IR) e l'Infrarosso Falso Colore (IRFC). Il risultato ottenuto da queste analisi è utile come base per orientare, nell'ottica di una campagna di studio di un manufatto artistico, gli eventuali prelievi e nel contempo minimizzarne il numero.

Tecniche di Imaging Innovative per la Messa a Punto di un Protocollo Integrato per la Caratterizzazione dei Pigmenti Utilizzati nell'Antichità / Roberta Iannaccone. - (2015).

Tecniche di Imaging Innovative per la Messa a Punto di un Protocollo Integrato per la Caratterizzazione dei Pigmenti Utilizzati nell'Antichità

IANNACCONE, ROBERTA
2015

Abstract

Scopo della ricerca di dottorato è stato la messa a punto un protocollo di analisi, mediante l'uso di tecniche non invasive, per la caratterizzazione dei pigmenti presenti su varie tipologie di supporto tra le più comuni per le opere d'arte, come marmi, legno, tessuti e ceramiche. Lo studio è stato rivolto a manufatti antichi come decorazioni e statue risalenti al periodo egizio, greco e romano. Studi e pubblicazioni in campo archeologico, hanno dimostrato ampiamente che la maggior parte di essi era decorata con colori vivaci. Molti dei reperti egiziani presentano tuttora una colorazione ben visibile, mentre le statue di origine greca e romana, viceversa, presentano raramente parti della policromia originale, a volte riscontrabile solo in piccole quantità. Nel progetto è stato proposto, da una parte, uno studio dei pigmenti maggiormente utilizzati in epoca antica attraverso l'innovativa tecnica della Luminescenza Indotta da Luce Visibile (VIL) con la possibilità di individuare tracce di questi pigmenti attraverso il fenomeno della Luminescenza Indotta da Luce Visibile. In parallelo sono stati analizzati e studiati, sempre con la tecnica della VIL, i pigmenti di epoca moderna e di derivazione industriale. Inoltre sono state sperimentate le potenzialità della tecnica al variare: del tipo di sorgente luminosa, a spettro più o meno ampio (led e tubi fluorescenti di diverse marche e con caratteristiche differenti); dei differenti filtri a disposizione per la fotografia nell'infrarosso; dei differenti sensori montati su macchine fotografiche differenti. Nel caso specifico della ricerca sui pigmenti antichi, la ricerca si è focalizzata soprattutto su un pigmento blu artificiale, la cui sintesi inizia proprio in epoca egizia e che venne largamente utilizzato sia su supporto marmoreo che ceramico: il Blu Egizio. E' stata proposta un'analisi integrata attraverso altre tecniche non invasive quali: tecniche di imaging; Fluorescenza X (XRF); Spettroscopia di Riflettanza a Fibre Ottiche (FORS). Nel caso delle tecniche di imaging sono state affiancate alla VIL tecniche fotografiche trazionali quali la Fluorescenza Ultravioletta (UV), l'Infrarosso fotografico (IR) e l'Infrarosso Falso Colore (IRFC). Il risultato ottenuto da queste analisi è utile come base per orientare, nell'ottica di una campagna di studio di un manufatto artistico, gli eventuali prelievi e nel contempo minimizzarne il numero.
2015
Susanna Bracci, Franco Lucarelli
Roberta Iannaccone
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