Obiettivo dello studio Valutare l’effetto dell’esposizione ad inquinanti indoor su gruppi di popolazione vulnerabili (studenti di età 11-14 anni), al fine di esplorare la relazione tra concentrazioni di inquinanti e ricadute sulla salute respiratoria. Il Progetto è stato condotto in quattro località afferenti al Distretto Sanitario di Gela, nella provincia di Caltanissetta. Niscemi, Mazzarino e Butera rappresentano l’Area Rurale e distano rispettivamente 15 km, 27 km e 16 km da Gela, sede del complesso del Petrolchimico. Risultati Dati da questionario Dall’analisi dei questionari compilati dagli studenti sono emerse differenze significative nella prevalenza di sintomi quali bruciore oculare, starnuti, senso di ostruzione nasale, tosse secca, difficoltà respiratoria, maggiormente riportati a Gela piuttosto che nell’area rurale. Differenze sono riportate inoltre nella percezione della qualità dell’aria sia outdoor che indoor con valori medi significativamente più bassi a Gela che nell’area rurale di confronto. Tale osservazione trova riscontro dall’analisi dei dati ottenuti dai questionari compilati dai genitori da cui si evincono differenze significative nella prevalenza di sintomi e diagnosi di rinite e asma, nonché nell’uso di farmaci per l’asma nell’anno e nel trimestre precedenti l’arruolamento nello studio, che sono risultati maggiori tra gli studenti di Gela piuttosto che tra quelli residenti nell’area rurale. Dall’analisi dei fattori di rischio per disturbi respiratori è emerso che gli studenti di Gela sono maggiormente esposti a fattori ambientali, quali, l’esposizione attuale ad animali domestici e a traffico intenso nella zona di residenza; gli studenti che risiedono nell’area rurale, invece, presentano esclusivamente una maggiore prevalenza di esposizione a fumo passivo “attuale” nell’ambiente domestico, dato non confermato dalle risposte fornite dagli studenti e verosimile proxy di un più basso livello sociale di appartenenza, in considerazione anche del livello più basso di istruzione nei genitori. Relativamente invece all’esposizione a fumo passivo durante la gravidanza e nel primo anno di vita, non sono state osservate differenze significative rispetto a quanto riportato dai genitori degli studenti residenti a Gela e nell’area rurale. I dati da questionario suggeriscono una maggiore compromissione della salute respiratoria nel campione di adolescenti residenti a Gela; in tal senso il modello di logistica multipla costruito per valutare l’effetto della zona di residenza sul rischio di avere disturbi respiratori ha mostrato che vivere a Gela piuttosto che a Butera (zona di riferimento) comporterebbe un rischio tre volte maggiore di avere una diagnosi di asma. Valutazione clinica Sulla base del questionario compilato dai genitori (presenza/assenza di sintomi legati a disturbi respiratori allergici) sono stati selezionati 112 “casi” e 108 “controlli” (52 “casi” e 57 “controlli” a Gela, 60 “casi” e 51 “controlli” a Niscemi, Mazzarino e Butera) per la valutazione clinica. Tale valutazione eseguita su 220 studenti non ha mostrato differenze significative eccetto che per i valori di FVC (capacità vitale forzata), maggiori sia nei Casi che nei Controlli residenti nell’area rurale e per i valori di FeNO (frazione di ossido nitrico esalato), più elevati nei Casi residenti a Gela. Valutazione ambientale Il monitoraggio dei principali inquinanti indoor condotto negli edifici scolastici e negli ambienti domestici non ha mostrato differenze significative nel confronto area urbana vs area rurale, eccetto che per il riscontro di valori più elevati di NO2 nelle scuole di Niscemi e di O3 negli edifici domestici di Butera, verosimilmente da imputare, rispettivamente, all'importante contributo fornito dall’intensa urbanizzazione e dalle variabili meteorologiche della zona. Infine, la valutazione biochimica e immunologica dei campioni di polvere aspirata negli edifici scolastici e domestici selezionati, ha evidenziato differenze nei livelli di LPS (lipopolisaccaride), significativamente più elevati nelle scuole che nelle case e nei livelli dell’allergene Der p 1 (Dermatophagoides pteronyssimus) risultati significativamente più elevati nelle case piuttosto che nelle scuole.

Ambienti confinati e salute respiratoria negli adolescenti / Giuliana Ferrante. - (2015).

Ambienti confinati e salute respiratoria negli adolescenti

FERRANTE, GIULIANA
2015

Abstract

Obiettivo dello studio Valutare l’effetto dell’esposizione ad inquinanti indoor su gruppi di popolazione vulnerabili (studenti di età 11-14 anni), al fine di esplorare la relazione tra concentrazioni di inquinanti e ricadute sulla salute respiratoria. Il Progetto è stato condotto in quattro località afferenti al Distretto Sanitario di Gela, nella provincia di Caltanissetta. Niscemi, Mazzarino e Butera rappresentano l’Area Rurale e distano rispettivamente 15 km, 27 km e 16 km da Gela, sede del complesso del Petrolchimico. Risultati Dati da questionario Dall’analisi dei questionari compilati dagli studenti sono emerse differenze significative nella prevalenza di sintomi quali bruciore oculare, starnuti, senso di ostruzione nasale, tosse secca, difficoltà respiratoria, maggiormente riportati a Gela piuttosto che nell’area rurale. Differenze sono riportate inoltre nella percezione della qualità dell’aria sia outdoor che indoor con valori medi significativamente più bassi a Gela che nell’area rurale di confronto. Tale osservazione trova riscontro dall’analisi dei dati ottenuti dai questionari compilati dai genitori da cui si evincono differenze significative nella prevalenza di sintomi e diagnosi di rinite e asma, nonché nell’uso di farmaci per l’asma nell’anno e nel trimestre precedenti l’arruolamento nello studio, che sono risultati maggiori tra gli studenti di Gela piuttosto che tra quelli residenti nell’area rurale. Dall’analisi dei fattori di rischio per disturbi respiratori è emerso che gli studenti di Gela sono maggiormente esposti a fattori ambientali, quali, l’esposizione attuale ad animali domestici e a traffico intenso nella zona di residenza; gli studenti che risiedono nell’area rurale, invece, presentano esclusivamente una maggiore prevalenza di esposizione a fumo passivo “attuale” nell’ambiente domestico, dato non confermato dalle risposte fornite dagli studenti e verosimile proxy di un più basso livello sociale di appartenenza, in considerazione anche del livello più basso di istruzione nei genitori. Relativamente invece all’esposizione a fumo passivo durante la gravidanza e nel primo anno di vita, non sono state osservate differenze significative rispetto a quanto riportato dai genitori degli studenti residenti a Gela e nell’area rurale. I dati da questionario suggeriscono una maggiore compromissione della salute respiratoria nel campione di adolescenti residenti a Gela; in tal senso il modello di logistica multipla costruito per valutare l’effetto della zona di residenza sul rischio di avere disturbi respiratori ha mostrato che vivere a Gela piuttosto che a Butera (zona di riferimento) comporterebbe un rischio tre volte maggiore di avere una diagnosi di asma. Valutazione clinica Sulla base del questionario compilato dai genitori (presenza/assenza di sintomi legati a disturbi respiratori allergici) sono stati selezionati 112 “casi” e 108 “controlli” (52 “casi” e 57 “controlli” a Gela, 60 “casi” e 51 “controlli” a Niscemi, Mazzarino e Butera) per la valutazione clinica. Tale valutazione eseguita su 220 studenti non ha mostrato differenze significative eccetto che per i valori di FVC (capacità vitale forzata), maggiori sia nei Casi che nei Controlli residenti nell’area rurale e per i valori di FeNO (frazione di ossido nitrico esalato), più elevati nei Casi residenti a Gela. Valutazione ambientale Il monitoraggio dei principali inquinanti indoor condotto negli edifici scolastici e negli ambienti domestici non ha mostrato differenze significative nel confronto area urbana vs area rurale, eccetto che per il riscontro di valori più elevati di NO2 nelle scuole di Niscemi e di O3 negli edifici domestici di Butera, verosimilmente da imputare, rispettivamente, all'importante contributo fornito dall’intensa urbanizzazione e dalle variabili meteorologiche della zona. Infine, la valutazione biochimica e immunologica dei campioni di polvere aspirata negli edifici scolastici e domestici selezionati, ha evidenziato differenze nei livelli di LPS (lipopolisaccaride), significativamente più elevati nelle scuole che nelle case e nei livelli dell’allergene Der p 1 (Dermatophagoides pteronyssimus) risultati significativamente più elevati nelle case piuttosto che nelle scuole.
2015
Maurizio de Martino
Giuliana Ferrante
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