In un territorio grande cinque volte l’Italia e abitato da meno di un milione di persone, quale era la Libia all’inizio degli anni Trenta del Novecento, la costruzione di un paesaggio in territori abbandonati, desertici, pre-desertici, utilizzati solo per una diradata pastorizia, costituì un tentativo che le varie fasi della “Colonizzazione intensiva” tentarono di organizzare in prossimità della fascia costiera e sul retrostante altipiano del Gebel di Tripolitania e Cirenaica. Il resto era vuoto assoluto – salvo le oasi del “Territorio militare del Sahara libico italiano” – ma fu soprattutto il governatore Italo Balbo, specie tra il 1937 e il 1940, a cogliere la sfida puntando non solo alla Colonizzazione, ma anche alla creazione di un ‘Paesaggio architettonico’ fatto di strade (in particolare da Litoranea libica che dal confine egiziano giunge a quello tunisino lungo la costa e dove fa realizzare il simbolico Arco celebratrivo “dei Fileni), moli, acquedotti, cisterne, pozzi, comprensori agricoli, case coloniche, nuovi villaggi … Fu soprattutto Florestano di Fausto chiamato a pensare a quel valore ‘architettonico’ e l’Architetto – mettendo a punto nuovi modelli di case cantoniere, case di ristoro, case coloniche, villaggi, oltre al progetto del grande “Arco” - divenne così tra i massimi fautori di un disegno di inediti fulcri territoriali, in grado di segnare il nuovo paesaggio libico della Modernità, sia nella loro percezione territoriale, sia nel loro ben riconoscibile linguaggio architettonico. In a territory five times Italy and home to fewer than one million people, which was Libya in the early Thirties of the Twentieth century, the construction of a landscape in territories abandoned, desert, pre-desertic, used only for a sparse grazing, constituted an attempt that the various stages of “Colonization intensive” tried to organize in the vicinity of the coast and on the back of the plateau of Tripolitania and Cyrenaica Gebel. The rest was absolute vacuum - except the oases of the “Military Territory of the Libyan Italian Sahara” - but it was mainly the governor Italo Balbo, especially between 1937 and 1940, aiming to meet the challenge not only to Colonization, but also to the creation of a ‘landscape architecture’ made of roads (particularly the Lybian Road from the Egyptian border to the Tunisian border reached coast and where does realize the symbolic Arch “of Fileni”), piers, aqueducts, cisterns, wells, agricultural districts, houses farmhouses, new villages ... It was especially Florestan Fausto called to think of that value ‘architectural’ and the Architect - developing new models of ‘houses, houses of rest, houses, villages, in addition to the project of the great “Arch” - becames one of the leading proponents of a drawing of unreleased fulcrums territorial able to score the new Libyan landscape of Modernity, both in their territorial perception, both in their recognizable architectural language

Nuovi fulcri paesaggistici nella Libia di Italo Balbo: la creazione di un nuovo Paesaggio della Modernità tra infrastrutture e Colonizzazione. Fonti inedite per infrastrutture e architettre dai “Resoconti mensili” del Governatorato Generale della Libia: il tracciamento della “Strada Litoranea libica”, l’Arco dei Fileni, i reticoli territoriali, la costruzione dei nuovi villaggi agricoli della «Seconda Colonizzazione». Florestano di Fausto e i fulcri architettonici del nuovo Paesaggio libico (1937-1940) / Ferruccio, Canali. - STAMPA. - (2015), pp. 111-201.

Nuovi fulcri paesaggistici nella Libia di Italo Balbo: la creazione di un nuovo Paesaggio della Modernità tra infrastrutture e Colonizzazione. Fonti inedite per infrastrutture e architettre dai “Resoconti mensili” del Governatorato Generale della Libia: il tracciamento della “Strada Litoranea libica”, l’Arco dei Fileni, i reticoli territoriali, la costruzione dei nuovi villaggi agricoli della «Seconda Colonizzazione». Florestano di Fausto e i fulcri architettonici del nuovo Paesaggio libico (1937-1940)

CANALI, FERRUCCIO
2015

Abstract

In un territorio grande cinque volte l’Italia e abitato da meno di un milione di persone, quale era la Libia all’inizio degli anni Trenta del Novecento, la costruzione di un paesaggio in territori abbandonati, desertici, pre-desertici, utilizzati solo per una diradata pastorizia, costituì un tentativo che le varie fasi della “Colonizzazione intensiva” tentarono di organizzare in prossimità della fascia costiera e sul retrostante altipiano del Gebel di Tripolitania e Cirenaica. Il resto era vuoto assoluto – salvo le oasi del “Territorio militare del Sahara libico italiano” – ma fu soprattutto il governatore Italo Balbo, specie tra il 1937 e il 1940, a cogliere la sfida puntando non solo alla Colonizzazione, ma anche alla creazione di un ‘Paesaggio architettonico’ fatto di strade (in particolare da Litoranea libica che dal confine egiziano giunge a quello tunisino lungo la costa e dove fa realizzare il simbolico Arco celebratrivo “dei Fileni), moli, acquedotti, cisterne, pozzi, comprensori agricoli, case coloniche, nuovi villaggi … Fu soprattutto Florestano di Fausto chiamato a pensare a quel valore ‘architettonico’ e l’Architetto – mettendo a punto nuovi modelli di case cantoniere, case di ristoro, case coloniche, villaggi, oltre al progetto del grande “Arco” - divenne così tra i massimi fautori di un disegno di inediti fulcri territoriali, in grado di segnare il nuovo paesaggio libico della Modernità, sia nella loro percezione territoriale, sia nel loro ben riconoscibile linguaggio architettonico. In a territory five times Italy and home to fewer than one million people, which was Libya in the early Thirties of the Twentieth century, the construction of a landscape in territories abandoned, desert, pre-desertic, used only for a sparse grazing, constituted an attempt that the various stages of “Colonization intensive” tried to organize in the vicinity of the coast and on the back of the plateau of Tripolitania and Cyrenaica Gebel. The rest was absolute vacuum - except the oases of the “Military Territory of the Libyan Italian Sahara” - but it was mainly the governor Italo Balbo, especially between 1937 and 1940, aiming to meet the challenge not only to Colonization, but also to the creation of a ‘landscape architecture’ made of roads (particularly the Lybian Road from the Egyptian border to the Tunisian border reached coast and where does realize the symbolic Arch “of Fileni”), piers, aqueducts, cisterns, wells, agricultural districts, houses farmhouses, new villages ... It was especially Florestan Fausto called to think of that value ‘architectural’ and the Architect - developing new models of ‘houses, houses of rest, houses, villages, in addition to the project of the great “Arch” - becames one of the leading proponents of a drawing of unreleased fulcrums territorial able to score the new Libyan landscape of Modernity, both in their territorial perception, both in their recognizable architectural language
2015
Urban and Land Markers/ Fulcri urbani e Fulcri territoriali tra Architettura e Paesaggio
111
201
Ferruccio, Canali
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