La ricerca ha individuato quale ambito di indagine il tema della trasformabilità degli edifici esistenti, affrontato negli aspetti sia metodologici che più generali di valorizzazione delle risorse storico-culturali delle preesistenze. Il problema generale è quello di valutare la compatibilità di due categorie di fattori: da un lato le prestazioni offerte dall’edificio correlate ad uno specifico assetto tipo-morfologico; dall’altro i requisiti richiesti dalle nuove destinazioni d’uso ipotizzabili in ordine agli aspetti di sicurezza, fruibilità e benessere del sistema ambientale. Nel quadro delle dismissioni del capitale sociale ottocentesco avvenuto a partire dagli anni ’70, l’edilizia ospedaliera rappresenta un caso emblematico in cui il problema della trasformabilità si pone in maniera evidente nelle sue molteplici valenze, sia per l’entità del patrimonio disponibile, che per la difficoltà di prefigurare nuovi usi in rapporto alle istanze emergenti dal corpo sociale. La prima fase di ricerca è quindi afferita al tema della lettura tipologica della preesistenza, nella quale oltre ad aver assunto i tradizionali metodi di indagine, si è ritenuto necessario approfondire i rapporti che l’oggetto dell’analisi era venuto istaurando al momento della sua edificazione con il contesto tecnico-culturale del proprio tempo, al fine di dare corpo ad un’idea di realtà costruita in accordo con le prospettive della “cultura materiale”. La fase successiva ha previsto l’individuazione di casi studio, che sono stati indagati attraverso un percorso di conoscenza, guidato dal rilievo architettonico, esperito attraverso metodologie di rilevamento diretto e strumentale. In tale ambito è stata affrontata la “storia della costruzione” di questi edifici, analizzata in tutte le fasi del processo realizzativo (dalla programmazione alla esecuzione attraverso il progetto), in quanto considerata non solo un momento di approfondimento culturale, ma strumento prezioso per l’acquisizione di elementi di giudizio, sui quali fondare l’esperienza progettuale per il recupero della preesistenza. A tal fine ha avuto una grande rilevanza nella ricerca lo studio della letteratura tecnica (manuali, riviste, periodici, ecc.) e di altre fonti documentarie dirette (capitolati, contratti, elenco dei prezzi di lavorazioni, ecc.), in quanto hanno permesso di riscoprire non solo le “regole dell’arte”, ma soprattutto il “ragionamenti” che sottendevano il processo progettuale. Nell’800 per l’edilizia ospedaliera si definiscono per la prima volta nuovi approcci progettuali di tipo multidisciplinare, in cui il campo operativo dell’”Architettura Pratica” si estende anche alle aree di ricerca delle scienze mediche, dell’igiene e dell’ingegneria sanitaria con rilevanti implicazioni a livello tipologico. La fase conclusiva della ricerca ha previsto l’applicazione delle metodologie di valutazione della trasformabilità delle preesistenze storiche al caso dell’ex-ospedale psichiatrico “V. Chiarugi” in San Salvi a Firenze.
Dalla lettura tipologica e manualistica al progetto di recupero. Metodi e strumenti per la valutazione della trasformabilità dell'edilizia ospedaliera storica / Biagini, Carlo. - (1996).
Dalla lettura tipologica e manualistica al progetto di recupero. Metodi e strumenti per la valutazione della trasformabilità dell'edilizia ospedaliera storica
BIAGINI, CARLO
1996
Abstract
La ricerca ha individuato quale ambito di indagine il tema della trasformabilità degli edifici esistenti, affrontato negli aspetti sia metodologici che più generali di valorizzazione delle risorse storico-culturali delle preesistenze. Il problema generale è quello di valutare la compatibilità di due categorie di fattori: da un lato le prestazioni offerte dall’edificio correlate ad uno specifico assetto tipo-morfologico; dall’altro i requisiti richiesti dalle nuove destinazioni d’uso ipotizzabili in ordine agli aspetti di sicurezza, fruibilità e benessere del sistema ambientale. Nel quadro delle dismissioni del capitale sociale ottocentesco avvenuto a partire dagli anni ’70, l’edilizia ospedaliera rappresenta un caso emblematico in cui il problema della trasformabilità si pone in maniera evidente nelle sue molteplici valenze, sia per l’entità del patrimonio disponibile, che per la difficoltà di prefigurare nuovi usi in rapporto alle istanze emergenti dal corpo sociale. La prima fase di ricerca è quindi afferita al tema della lettura tipologica della preesistenza, nella quale oltre ad aver assunto i tradizionali metodi di indagine, si è ritenuto necessario approfondire i rapporti che l’oggetto dell’analisi era venuto istaurando al momento della sua edificazione con il contesto tecnico-culturale del proprio tempo, al fine di dare corpo ad un’idea di realtà costruita in accordo con le prospettive della “cultura materiale”. La fase successiva ha previsto l’individuazione di casi studio, che sono stati indagati attraverso un percorso di conoscenza, guidato dal rilievo architettonico, esperito attraverso metodologie di rilevamento diretto e strumentale. In tale ambito è stata affrontata la “storia della costruzione” di questi edifici, analizzata in tutte le fasi del processo realizzativo (dalla programmazione alla esecuzione attraverso il progetto), in quanto considerata non solo un momento di approfondimento culturale, ma strumento prezioso per l’acquisizione di elementi di giudizio, sui quali fondare l’esperienza progettuale per il recupero della preesistenza. A tal fine ha avuto una grande rilevanza nella ricerca lo studio della letteratura tecnica (manuali, riviste, periodici, ecc.) e di altre fonti documentarie dirette (capitolati, contratti, elenco dei prezzi di lavorazioni, ecc.), in quanto hanno permesso di riscoprire non solo le “regole dell’arte”, ma soprattutto il “ragionamenti” che sottendevano il processo progettuale. Nell’800 per l’edilizia ospedaliera si definiscono per la prima volta nuovi approcci progettuali di tipo multidisciplinare, in cui il campo operativo dell’”Architettura Pratica” si estende anche alle aree di ricerca delle scienze mediche, dell’igiene e dell’ingegneria sanitaria con rilevanti implicazioni a livello tipologico. La fase conclusiva della ricerca ha previsto l’applicazione delle metodologie di valutazione della trasformabilità delle preesistenze storiche al caso dell’ex-ospedale psichiatrico “V. Chiarugi” in San Salvi a Firenze.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.