I corpi disabili oggi non sono più segregati come nell'epoca della normalità (Lennard Davis), ma le forme “rassicuranti” in cui sono resi visibili, rappresentati e raccontati nell'ambito della cultura di massa appaiono capaci di neutralizzare le “incarnazioni alternative” e, quindi, le possibilità di vite altre che essi rappresentano. Solo confrontandosi con le ansie che il corpo disabile provoca e con le ragioni che le suscitano sembra possibile scardinare le norme dell'abilismo dominante e creare spazi di vivibilità per corpi tradizionalmente vissuti come scomodi. Il confronto tra i messaggi veicolati dalla cultura mainstream (pubblicità, reality show, programmi televisivi di massa) intorno ai corpi e alla sessualità delle persone disabili e quelli trasmessi nell'ambito dell'avanguardia artistica delle comunità di persone con disabilità, che amano piuttosto definirsi “disabled” (“disabilitate” dalla società), viene proposto qui come un percorso di riflessione sulle ambiguità e i rischi della visibilità dei corpi “non conformi” nello scenario contemporaneo e, insieme, sulle potenzialità di una politica che li assuma come paradigmatici della condizione umana, della nostra comune vulnerabilità, inseparabile dal nostro essere incarnati, interdipendenti e inevitabilmente solo “temporarily able bodied”
Governo neoliberale dei corpi disabili e immaginari di resistenza / Casalini, Brunella. - STAMPA. - (2016), pp. 86-96.
Governo neoliberale dei corpi disabili e immaginari di resistenza
CASALINI, BRUNELLA
2016
Abstract
I corpi disabili oggi non sono più segregati come nell'epoca della normalità (Lennard Davis), ma le forme “rassicuranti” in cui sono resi visibili, rappresentati e raccontati nell'ambito della cultura di massa appaiono capaci di neutralizzare le “incarnazioni alternative” e, quindi, le possibilità di vite altre che essi rappresentano. Solo confrontandosi con le ansie che il corpo disabile provoca e con le ragioni che le suscitano sembra possibile scardinare le norme dell'abilismo dominante e creare spazi di vivibilità per corpi tradizionalmente vissuti come scomodi. Il confronto tra i messaggi veicolati dalla cultura mainstream (pubblicità, reality show, programmi televisivi di massa) intorno ai corpi e alla sessualità delle persone disabili e quelli trasmessi nell'ambito dell'avanguardia artistica delle comunità di persone con disabilità, che amano piuttosto definirsi “disabled” (“disabilitate” dalla società), viene proposto qui come un percorso di riflessione sulle ambiguità e i rischi della visibilità dei corpi “non conformi” nello scenario contemporaneo e, insieme, sulle potenzialità di una politica che li assuma come paradigmatici della condizione umana, della nostra comune vulnerabilità, inseparabile dal nostro essere incarnati, interdipendenti e inevitabilmente solo “temporarily able bodied”I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.