Il saggio ricostruisce gli sviluppi delle diverse articolazioni assunte dal culto cattolico nella diocesi di Bologna durante il lungo episcopato del cardinale Carlo Oppizzoni. Quest'ultimo si svolse nei primi cinquant'anni dell'Ottocento, incrociando momenti importanti, traumatici e cruciali per la prima parte del Risorgimento italiano. Intercettando il rilievo assegnato al culto prima da Napoleone e poi dai "patrioti" italiani come strumento di affermazione dei rispettivi progetti politici, il cardinale operò in modo da preservarne e rilanciarne i significati più radicati nella tradizione ecclesiastica. In tal modo cercava di preservare l'autonomia dalla chiesa dai diversi soggetti politici che cercavano di strumentalizzarla per i propri fini, nonché (secondo la tradizione del cattolicesimo romano) di sottolineare la superiorità dell'autorità spirituale su quella temporale. Nella stessa direzione cercò di "raccordare" tradizione ecclesiastica e religione popolare, sottolineando come la prima avesse sempre cercato attraverso il culto di rispondere ai bisogni non solo spirituali ma anche materiali dei fedeli, secondo le attese dei ceti più umili. Significativa sotto questo aspetto la valorizzazione da parte del vescovo del rito delle rogazioni, la cui struttura era molto simile a quella delle devozioni popolari rivolte ad una pluralità di santi e orientate alla richiesta al divino di soluzioni a problemi concreti che angosciavano la vita quotidiana, specialmente dei più poveri. La ricostruzione di tutti questi aspetti è operata attraverso una documentazione ampia, attinta all'Archivio storico dell'Arcidiocesi di Bologna, e in particolare dal suo fondo "Stampe" di cui si è fatto lo spoglio sistematico dei materiali dal 1803 al 1855.
Culto e devozioni nel lungo episcopato di Carlo Oppizzoni (1803-1855) / Paiano, Maria. - STAMPA. - (2015), pp. 219-279.
Culto e devozioni nel lungo episcopato di Carlo Oppizzoni (1803-1855)
PAIANO, MARIA ANTONIA
2015
Abstract
Il saggio ricostruisce gli sviluppi delle diverse articolazioni assunte dal culto cattolico nella diocesi di Bologna durante il lungo episcopato del cardinale Carlo Oppizzoni. Quest'ultimo si svolse nei primi cinquant'anni dell'Ottocento, incrociando momenti importanti, traumatici e cruciali per la prima parte del Risorgimento italiano. Intercettando il rilievo assegnato al culto prima da Napoleone e poi dai "patrioti" italiani come strumento di affermazione dei rispettivi progetti politici, il cardinale operò in modo da preservarne e rilanciarne i significati più radicati nella tradizione ecclesiastica. In tal modo cercava di preservare l'autonomia dalla chiesa dai diversi soggetti politici che cercavano di strumentalizzarla per i propri fini, nonché (secondo la tradizione del cattolicesimo romano) di sottolineare la superiorità dell'autorità spirituale su quella temporale. Nella stessa direzione cercò di "raccordare" tradizione ecclesiastica e religione popolare, sottolineando come la prima avesse sempre cercato attraverso il culto di rispondere ai bisogni non solo spirituali ma anche materiali dei fedeli, secondo le attese dei ceti più umili. Significativa sotto questo aspetto la valorizzazione da parte del vescovo del rito delle rogazioni, la cui struttura era molto simile a quella delle devozioni popolari rivolte ad una pluralità di santi e orientate alla richiesta al divino di soluzioni a problemi concreti che angosciavano la vita quotidiana, specialmente dei più poveri. La ricostruzione di tutti questi aspetti è operata attraverso una documentazione ampia, attinta all'Archivio storico dell'Arcidiocesi di Bologna, e in particolare dal suo fondo "Stampe" di cui si è fatto lo spoglio sistematico dei materiali dal 1803 al 1855.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.