Ideali e prassi democratiche si sono sviluppate nell'alveo dello Stato nazionale, caratterizzato che esercitava una triplice sovranità: militare, economica e culturale. Si sono sviluppate, cioè, a patire da uno Stato capace non solo di difendere il proprio territorio dalle violenze, sia esterne che interne, ma anche di far quadrare i conti dell’economia nazionale e di mobilitare sufficienti risorse culturali per difendere la specifica identità dei suoi sudditi o cittadini. La globalizzazione economica e tecnologica, in particolare le tecnologie della comunicazione, e I’intensificarsi delle migrazioni di massa hanno modificato radicalmente l'insieme dei fattori che configuravano la realtà delle società europee. Questi fenomeni dei "fatti sociali totali" (nel senso di Marcel Mauss) che hanno reso estremamente problematico l'esercizio da parte dello Stato della triplice sovranità, e quindi l'organizzazione delle società europee. In particolare il fatto sociale totale delle migrazioni di massa ha minato i presupposti delle procedure democratiche, che erano stati faticosamente (e sanguinosamente) costruiti nel corso dei secoli, e contemporaneamente ha posto tutta una serie di problemi conflittuali molto diversi da quelli che avevamo imparato a trattare tra Ottocento e Novecento attraverso il nostro lessico politico, giuridico, sociale e anche morale. Le strategie di proceduralizzazione dei conflitti che vedono coinvolti migranti che stanno prendendo piede sono principalmente giudiziarie. Evidenzierò i rischi che questa soluzione comporta, ma sosterrò soprattutto che essa richiede una totale revisione della concezione classica, legicentrica e formalistica del diritto. Vedere il diritto non più come I’esplicazione normativa di un piano di ordine sociale, più o meno democraticamente condiviso, ma come un modo pragmatico e locale di proceduralizzare e risolvere singoli conflitti mi sembra uno dei primi sforzi da compiere per fare i conti con il nuovo ordine che può emergere dal fatta sociale totale delle migrazioni.

¿Está la democracia adaptada a las sociedades multiculturales (al pluralismo identitario)?” / Santoro, Emilio. - STAMPA. - (2015), pp. 67-88.

¿Está la democracia adaptada a las sociedades multiculturales (al pluralismo identitario)?”

SANTORO, EMILIO
2015

Abstract

Ideali e prassi democratiche si sono sviluppate nell'alveo dello Stato nazionale, caratterizzato che esercitava una triplice sovranità: militare, economica e culturale. Si sono sviluppate, cioè, a patire da uno Stato capace non solo di difendere il proprio territorio dalle violenze, sia esterne che interne, ma anche di far quadrare i conti dell’economia nazionale e di mobilitare sufficienti risorse culturali per difendere la specifica identità dei suoi sudditi o cittadini. La globalizzazione economica e tecnologica, in particolare le tecnologie della comunicazione, e I’intensificarsi delle migrazioni di massa hanno modificato radicalmente l'insieme dei fattori che configuravano la realtà delle società europee. Questi fenomeni dei "fatti sociali totali" (nel senso di Marcel Mauss) che hanno reso estremamente problematico l'esercizio da parte dello Stato della triplice sovranità, e quindi l'organizzazione delle società europee. In particolare il fatto sociale totale delle migrazioni di massa ha minato i presupposti delle procedure democratiche, che erano stati faticosamente (e sanguinosamente) costruiti nel corso dei secoli, e contemporaneamente ha posto tutta una serie di problemi conflittuali molto diversi da quelli che avevamo imparato a trattare tra Ottocento e Novecento attraverso il nostro lessico politico, giuridico, sociale e anche morale. Le strategie di proceduralizzazione dei conflitti che vedono coinvolti migranti che stanno prendendo piede sono principalmente giudiziarie. Evidenzierò i rischi che questa soluzione comporta, ma sosterrò soprattutto che essa richiede una totale revisione della concezione classica, legicentrica e formalistica del diritto. Vedere il diritto non più come I’esplicazione normativa di un piano di ordine sociale, più o meno democraticamente condiviso, ma come un modo pragmatico e locale di proceduralizzare e risolvere singoli conflitti mi sembra uno dei primi sforzi da compiere per fare i conti con il nuovo ordine che può emergere dal fatta sociale totale delle migrazioni.
2015
978-84-9879-601-8
La Democracia en la bancarotta
67
88
Santoro, Emilio
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