Il carcere strumento della democrazia escludente

L’attuale situazione delle carceri italiane (e, più in generale, di quelle dei paesi nord-occidentali) e le politiche penali, che l’hanno prodotta, sono figlie della trasformazione delle società democratiche da società inclusive, cioè caratterizzate dalla progressiva “estensione del potere economico e sociale a chi non lo ha”, a società escludenti, caratterizzate dalla progressiva marginalizzazione di larghe fasce di individui, in primo luogo dei migranti. Questa trasformazione ha portato ad una grave rottura nella concezione del carcere e delle sue funzioni: giustificato dal suo sorgere alla fine del Settecento fino ad oggi come strumento di rieducazione e reinserimento sociale, esso è oggi concettualizzato come strumento selettivo della popolazione da escludere.