Le politiche di pianificazione dei grandi assetti infrastrutturali italiani (dalle leggi obiettivo alle Piattaforme territoriali al Finanziamento Grandi Opere del decreto Sblocca Italia) si caratterizzano per lo più come grandi elenchi di opere da finanziare. Tra questi spiccano certamente alcuni episodi che sono entrati prepotentemente nella storia e non sempre come best practices, vuoi per la mancanza di consenso sull’opera, vuoi per lo scarso impatto rispetto all’investimento (come, ad esempio, nei casi dell’alta velocità Torino Lione e dell’autostrada Brescia-Bergamo-Milano - Bre.Be.Mi). Il tutto avviene in un quadro frammentario di progettualità generali (Quadri strategici nazionale e regionali e piani e quadri regionali di governo del territorio) e settoriali (piano nazionale e piani regionali della mobilità) in cui la cooperazione orizzontale e verticale assume spesso tempi lunghi e risvolti di notevole complessità. In assenza di una vision di livello nazionale o interregionale, capace di mettere a sistema i grandi interventi infrastrutturali rispetto alle vicende di pianificazione e programmazione nazionali e regionali, potrebbe essere interessante sia dal punto di vista politico-amministrativo che da quello scientifico-culturale affrontare la questione attraverso un approccio argomentativo e dialogativo sul modello del Regional Design. Si tratta di mettere a sistema le diverse progettualità legate ai grandi assetti infrastrutturali, per la definizione di meta-progetti unitari di scala interregionale su cui costruire strategie argomentative capaci di attivare forme di negoziazione nella fase progettuale e, una volta definita la vision, di sostenerla nella fase di implementazione.
Il “Regional Design” come metodologia di pianificazione spaziale dei grandi assetti infrastrutturali / Lingua, Valeria. - STAMPA. - (2016), pp. 131-146.
Il “Regional Design” come metodologia di pianificazione spaziale dei grandi assetti infrastrutturali
LINGUA, VALERIA
2016
Abstract
Le politiche di pianificazione dei grandi assetti infrastrutturali italiani (dalle leggi obiettivo alle Piattaforme territoriali al Finanziamento Grandi Opere del decreto Sblocca Italia) si caratterizzano per lo più come grandi elenchi di opere da finanziare. Tra questi spiccano certamente alcuni episodi che sono entrati prepotentemente nella storia e non sempre come best practices, vuoi per la mancanza di consenso sull’opera, vuoi per lo scarso impatto rispetto all’investimento (come, ad esempio, nei casi dell’alta velocità Torino Lione e dell’autostrada Brescia-Bergamo-Milano - Bre.Be.Mi). Il tutto avviene in un quadro frammentario di progettualità generali (Quadri strategici nazionale e regionali e piani e quadri regionali di governo del territorio) e settoriali (piano nazionale e piani regionali della mobilità) in cui la cooperazione orizzontale e verticale assume spesso tempi lunghi e risvolti di notevole complessità. In assenza di una vision di livello nazionale o interregionale, capace di mettere a sistema i grandi interventi infrastrutturali rispetto alle vicende di pianificazione e programmazione nazionali e regionali, potrebbe essere interessante sia dal punto di vista politico-amministrativo che da quello scientifico-culturale affrontare la questione attraverso un approccio argomentativo e dialogativo sul modello del Regional Design. Si tratta di mettere a sistema le diverse progettualità legate ai grandi assetti infrastrutturali, per la definizione di meta-progetti unitari di scala interregionale su cui costruire strategie argomentative capaci di attivare forme di negoziazione nella fase progettuale e, una volta definita la vision, di sostenerla nella fase di implementazione.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.