Da Tolstoj ai "troppo poco pazzi" scrittori elvetici di Sciascia

Per assemblare una biblioteca sul cancro, tra l’ampio ventaglio di testi e pensatori passati in rassegna da Sciascia, ho isolato solo i volumi strettamente legati alla malattia per antonomasia. Sulla base di siffatta ragione, ho selezionato dodici titoli: La morte di Ivan Il’ič di Tolstoj, Mastro don Gesualdo di Verga, I Viceré di De Roberto, Sotto il sole di Satana e Diario di un curato di campagna di Bernanos, Il giudice e il suo boia e Il sospetto di Dürrenmatt, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, Homo Faber di Frisch, Nemesi medica di Illich, Il cavaliere, la morte e il diavolo di Zorn e Malattia come metafora della Sontag. Ho preso, inoltre, in considerazione gli ammiccamenti, le allusioni e gli intertesti dell’ultimo Sciascia, segnato dall’esperienza del male, a partire da Porte aperte, nonché i saggi – sparsi e/o raccolti in volume – che consentono di approfondire tali riferimenti e dimostrarne la funzionalità.