La carenza di aree verdi nelle urbanizzazioni contemporanee è sempre maggiore, in particolare in tutte quelle zone urbane caratterizzate da un assetto metropolitano. Il disagio ambientale nelle aree metropolitane è spesso dovuto; inquinamento dell’aria, fenomeno dell’isola di calore, mancanza di una adeguata gestione delle acque meteoriche ed il loro riuso, tali fenomeni si manifestano a causa della mancanza di verde negli agglomerati urbani. L’agricoltura urbana in mezzo alla città è l’idea di natura in città. I nuovi luoghi urbani, sganciati da qualsiasi disegno formale unitario, sembrano rispondere solo a logiche essenziali per il buon funzionamento delle attività produttive e del commercio: le logiche funzionali si combinano alle logiche compositive; la città diventa un mix di spazi diversi, ma non c’è flessibilità di usi. Ognuno è obbligato ad utilizzare il proprio spazio e quando l’uso viene meno prevale lo stato di abbandono. Le forme emergenti di urbanità localizzate oltre i limiti della ‘città tradizionale’, dei tessuti urbani consolidati, inclusivi del nucleo storico e delle progressive addizioni di insediamenti monofunzionali risentono fortemente della mancanza del verde. Infatti, la crisi dei modelli regionali centro-periferici, su cui si basava il modello socio-territoriale suddiviso in aree centrali, periferiche e marginali, ci costringe a ridefinire la struttura del territorio urbano. La mancanza di confini certi tra aree urbane e periferiche, ci spinge a delineare nuovi assetti ecologici tra città e campagna. Problemi di riduzione degli spazi aperti e conseguente aumento di impermeabilizzazione, inquinamenti dell’aria e cattiva qualità delle acque, congestione del traffico e innalzamento dell’effetto ‘isola di calore’ favoriscono una progressiva crescita della coscienza e della domanda di natura. Le aree rurali diventano sempre più attraenti per i ceti urbani. Nascono le vertical farm, aree urbane che fanno concorrenza alla campagna attiva e produttiva, ed attivano nuove forme economie del mondo rurale e al contempo attirano delle attività innovative e creative che dipendono dalla prossimità urbana. Mentre la città si proietta verso l’esterno, e la campagna entro la città creando una nuova idea che, invece di custodire il centro difendendolo dall’esterno, si muove verso le periferie verso nuove opportunità, si consolida un ‘territorio agricolo-urbano’ all’interno del quale si riscontrano nuove ecologie tra territorio e società.

Architettura mimetica e verde urbano per il risparmio energetico / Lucia Ceccherini Nelli. - STAMPA. - (2015), pp. 210-235.

Architettura mimetica e verde urbano per il risparmio energetico

Lucia Ceccherini Nelli
2015

Abstract

La carenza di aree verdi nelle urbanizzazioni contemporanee è sempre maggiore, in particolare in tutte quelle zone urbane caratterizzate da un assetto metropolitano. Il disagio ambientale nelle aree metropolitane è spesso dovuto; inquinamento dell’aria, fenomeno dell’isola di calore, mancanza di una adeguata gestione delle acque meteoriche ed il loro riuso, tali fenomeni si manifestano a causa della mancanza di verde negli agglomerati urbani. L’agricoltura urbana in mezzo alla città è l’idea di natura in città. I nuovi luoghi urbani, sganciati da qualsiasi disegno formale unitario, sembrano rispondere solo a logiche essenziali per il buon funzionamento delle attività produttive e del commercio: le logiche funzionali si combinano alle logiche compositive; la città diventa un mix di spazi diversi, ma non c’è flessibilità di usi. Ognuno è obbligato ad utilizzare il proprio spazio e quando l’uso viene meno prevale lo stato di abbandono. Le forme emergenti di urbanità localizzate oltre i limiti della ‘città tradizionale’, dei tessuti urbani consolidati, inclusivi del nucleo storico e delle progressive addizioni di insediamenti monofunzionali risentono fortemente della mancanza del verde. Infatti, la crisi dei modelli regionali centro-periferici, su cui si basava il modello socio-territoriale suddiviso in aree centrali, periferiche e marginali, ci costringe a ridefinire la struttura del territorio urbano. La mancanza di confini certi tra aree urbane e periferiche, ci spinge a delineare nuovi assetti ecologici tra città e campagna. Problemi di riduzione degli spazi aperti e conseguente aumento di impermeabilizzazione, inquinamenti dell’aria e cattiva qualità delle acque, congestione del traffico e innalzamento dell’effetto ‘isola di calore’ favoriscono una progressiva crescita della coscienza e della domanda di natura. Le aree rurali diventano sempre più attraenti per i ceti urbani. Nascono le vertical farm, aree urbane che fanno concorrenza alla campagna attiva e produttiva, ed attivano nuove forme economie del mondo rurale e al contempo attirano delle attività innovative e creative che dipendono dalla prossimità urbana. Mentre la città si proietta verso l’esterno, e la campagna entro la città creando una nuova idea che, invece di custodire il centro difendendolo dall’esterno, si muove verso le periferie verso nuove opportunità, si consolida un ‘territorio agricolo-urbano’ all’interno del quale si riscontrano nuove ecologie tra territorio e società.
2015
9788898743605
Mediterranean Smart Cities
210
235
Lucia Ceccherini Nelli
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