Provvedere alla diffusione di spazi aperti, di vegetazione e di risorse naturali all’interno del tessuto costruito, contrastare l’effetto isola di calore, conservare il suolo libero e mirare alla razionalizzazione dell’uso della risorsa idrica costituiscono sfide importanti per le società del XXI secolo, destinate a vivere in habitat sempre più urbanizzati. Sono sfide che richiedono di essere giocate a livello globale e locale e che riguardano tanto le politiche di pianificazione e di programmazione generale delle trasformazioni territoriali ed ambientali, quanto la cultura del progetto e della gestione dei luoghi della quotidianità. Rispetto a questo secondo filone operativo e di ricerca progettuale si assiste da tempo, in ambito internazionale, alla sperimentazione di modelli urbani e di soluzioni architettoniche improntati ai concetti di risparmio energetico e sostenibilità ambientale dove si va sempre più affermando la tendenza ad utilizzare le piante come componente architettonica integrata. Alla scala del singolo edificio, pelli vegetali, muri viventi, giardini verticali e pensili, tetti e pareti verdi sono entrati di fatto a far parte del vocabolario di numerosi progettisti, che li adottano per dare forma ad architetture ibride e visionarie, ideate anche per perseguire la qualità del paesaggio urbano. Il contributo propone una lettura critica di opportunità e criticità connesse all'utilizzo del verde verticale.
Nuove Nature Urbane/New Urban Natures / Anna Lambertini. - STAMPA. - (2014), pp. 20-45.
Nuove Nature Urbane/New Urban Natures
LAMBERTINI, ANNA
2014
Abstract
Provvedere alla diffusione di spazi aperti, di vegetazione e di risorse naturali all’interno del tessuto costruito, contrastare l’effetto isola di calore, conservare il suolo libero e mirare alla razionalizzazione dell’uso della risorsa idrica costituiscono sfide importanti per le società del XXI secolo, destinate a vivere in habitat sempre più urbanizzati. Sono sfide che richiedono di essere giocate a livello globale e locale e che riguardano tanto le politiche di pianificazione e di programmazione generale delle trasformazioni territoriali ed ambientali, quanto la cultura del progetto e della gestione dei luoghi della quotidianità. Rispetto a questo secondo filone operativo e di ricerca progettuale si assiste da tempo, in ambito internazionale, alla sperimentazione di modelli urbani e di soluzioni architettoniche improntati ai concetti di risparmio energetico e sostenibilità ambientale dove si va sempre più affermando la tendenza ad utilizzare le piante come componente architettonica integrata. Alla scala del singolo edificio, pelli vegetali, muri viventi, giardini verticali e pensili, tetti e pareti verdi sono entrati di fatto a far parte del vocabolario di numerosi progettisti, che li adottano per dare forma ad architetture ibride e visionarie, ideate anche per perseguire la qualità del paesaggio urbano. Il contributo propone una lettura critica di opportunità e criticità connesse all'utilizzo del verde verticale.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.