La propensione ad alterare la realtà attraverso le doti dell’immaginazione e a creare oggetti fantastici e surreali è un animus eterno, presente in tutte le epoche nella produzione artistica e nella cultura di ogni società, e che coinvolge figure e miti diversissimi tra loro. Per citare solo alcune matrici dall’arte dei giardini, possiamo ricordare i Mostri di Bomarzo o le sculture di giganti dei parchi manieristi, come l’Appennino del Giambologna a Pratolino. “Promuovere lo sregolamento sistematico di tutti i sensi, (…) spaesare la sensazione”: è a partire da questa citazione da Andrè Bréton che introduciamo una categoria in cui “l’attenzione alla macchina della visione o all’irrazionalità concreta e al delirio” è tale da attivare la produzione di scenari fantastici, visioni fiabesche, luoghi di sogno tradotti in spazio del quotidiano. Molte delle esperienze della progettazione paesaggistica attuali applicano alla produzione dei parchi e dei giardini della città del XXI secolo una nuova estetica del surreale, a cui collaborano l'uso di tecniche informatiche sempre più raffinate e di un vocabolario di immagini cyber-pop. Alcune delle nuove forme dei paesaggi urbani vengono pertanto ideate come contenitori di una sorta di iperspazio sensoriale dell’alterità, dove risultano violate le leggi della fisica e le regole della ragione. Oggetti, forme ed immagini rimandano ad una sovra-realtà che mantiene il fruitore in una condizione di meraviglia costante (F. Rinaldi 2004), in cui lavorano anche il paradosso e l’ironia.

Surreale/Cyber Pop: una categoria etica-estetica dell’arte contemporanea dei giardini e dei paesaggi urbani / Anna Lambertini. - STAMPA. - (2008), pp. 71-83.

Surreale/Cyber Pop: una categoria etica-estetica dell’arte contemporanea dei giardini e dei paesaggi urbani

LAMBERTINI, ANNA
2008

Abstract

La propensione ad alterare la realtà attraverso le doti dell’immaginazione e a creare oggetti fantastici e surreali è un animus eterno, presente in tutte le epoche nella produzione artistica e nella cultura di ogni società, e che coinvolge figure e miti diversissimi tra loro. Per citare solo alcune matrici dall’arte dei giardini, possiamo ricordare i Mostri di Bomarzo o le sculture di giganti dei parchi manieristi, come l’Appennino del Giambologna a Pratolino. “Promuovere lo sregolamento sistematico di tutti i sensi, (…) spaesare la sensazione”: è a partire da questa citazione da Andrè Bréton che introduciamo una categoria in cui “l’attenzione alla macchina della visione o all’irrazionalità concreta e al delirio” è tale da attivare la produzione di scenari fantastici, visioni fiabesche, luoghi di sogno tradotti in spazio del quotidiano. Molte delle esperienze della progettazione paesaggistica attuali applicano alla produzione dei parchi e dei giardini della città del XXI secolo una nuova estetica del surreale, a cui collaborano l'uso di tecniche informatiche sempre più raffinate e di un vocabolario di immagini cyber-pop. Alcune delle nuove forme dei paesaggi urbani vengono pertanto ideate come contenitori di una sorta di iperspazio sensoriale dell’alterità, dove risultano violate le leggi della fisica e le regole della ragione. Oggetti, forme ed immagini rimandano ad una sovra-realtà che mantiene il fruitore in una condizione di meraviglia costante (F. Rinaldi 2004), in cui lavorano anche il paradosso e l’ironia.
2008
978-88-88461-183
Il giardino e l’immaginario
71
83
Anna Lambertini
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