L’integrazione è prevista da una significativa normativa nazionale ed in tal senso l’esperienza del “sentirsi inclusi” è un “diritto” di ogni persona, indipendentemente dalla sua datità biologica, dalla sua condizione socio-economica e dalla sua identità culturale. Ma: la normativa, così importante e necessaria per garantire l’integrazione, è sufficiente per attuarla realmente? L’esperienza, la ricerca e le testimonianze dicono che, quando mancano motivazione autentica, conoscenza pedagogica e competenza comunicativo-relazionale, mancano le fondamenta su cui agire in educazione in modo includente. Diventa una questione di responsabilità professionale, di direzione di senso, di scelta etica. Ci sono professionisti dell’educazione straordinari a scuola, ma si tratta di figure militanti: sono gli insegnanti impegnati per salvaguardare i diritti dei bambini, responsabili del loro lavoro e tenacemente convinti del valore dell’educazione e della pedagogia. La scuola dovrebbe essere il luogo in cui si realizza l’inclusione di tutti ed invece non sempre è così. È una sfida, una scelta personale. Non si tratta di attuare la normativa ma di farla propria, di sentirla nel suo valore umanizzante; di agire con consapevolezza e partecipazione a costruire un equilibrio sempre in fieri tra diritto ed etica, tra progettualità esistenziale e progetto di vita, tra generatività teorica e scelte educative.

Integrazione: equilibrio e sfida tra diritto e responsabilità etica / Collacchioni, Luana. - STAMPA. - (2015), pp. 966-970.

Integrazione: equilibrio e sfida tra diritto e responsabilità etica

COLLACCHIONI, LUANA
2015

Abstract

L’integrazione è prevista da una significativa normativa nazionale ed in tal senso l’esperienza del “sentirsi inclusi” è un “diritto” di ogni persona, indipendentemente dalla sua datità biologica, dalla sua condizione socio-economica e dalla sua identità culturale. Ma: la normativa, così importante e necessaria per garantire l’integrazione, è sufficiente per attuarla realmente? L’esperienza, la ricerca e le testimonianze dicono che, quando mancano motivazione autentica, conoscenza pedagogica e competenza comunicativo-relazionale, mancano le fondamenta su cui agire in educazione in modo includente. Diventa una questione di responsabilità professionale, di direzione di senso, di scelta etica. Ci sono professionisti dell’educazione straordinari a scuola, ma si tratta di figure militanti: sono gli insegnanti impegnati per salvaguardare i diritti dei bambini, responsabili del loro lavoro e tenacemente convinti del valore dell’educazione e della pedagogia. La scuola dovrebbe essere il luogo in cui si realizza l’inclusione di tutti ed invece non sempre è così. È una sfida, una scelta personale. Non si tratta di attuare la normativa ma di farla propria, di sentirla nel suo valore umanizzante; di agire con consapevolezza e partecipazione a costruire un equilibrio sempre in fieri tra diritto ed etica, tra progettualità esistenziale e progetto di vita, tra generatività teorica e scelte educative.
2015
9788846743725
Pedagogia militante. Diritti, culture, territori. Atti del 29° convegno nazionale SIPED, Catania 6-7-8 novembre 2014
966
970
Collacchioni, Luana
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