L’attività progettuale dell’architetto e ingegnere Angiolo Mazzoni, può essere analizzata nel rapporto tra la produzione italiana espressa tra la metà degli anni Venti e la fine degli anni Trenta e i progetti elaborati in Colombia tra il 1948 e il 1963. Il carattere originale di questa vicenda è rappresentato dall’emblematico confronto che l’architetto stabilisce con il paesaggio e la tradizione architettonica dei due paesi, inserendosi a pieno titolo nel processo di trasformazione tipologica di molti edifici di notevole complessità tecnica e infrastrutturale. I risultati della ricerca mazzoniana oscillano, in entrambe le circostanze, tra soluzioni “tradizionaliste” e adesioni palesi al “moderno”, in una controversa e irrisolta ambizione dell’architetto a collocarsi, anche in terra straniera e di fronte a mutate sollecitazioni, in un sempre rivendicato, ma mai completamente chiarito alveo della tradizione italiana di inizio Novecento. Orizzonte, quest’ultimo, ambito da Mazzoni con la definizione di “futurismo”, ma piuttosto riconoscibile, a volte e soprattutto in Italia, in una identificazione felice con la figurazione metafisica dechirichiana.
Tra luogo e viaggio. L'architettura di Angiolo Mazzoni dall'Italia alla Colombia / Basili, Giulio. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 871-886.
Tra luogo e viaggio. L'architettura di Angiolo Mazzoni dall'Italia alla Colombia
BASILI, GIULIO
2015
Abstract
L’attività progettuale dell’architetto e ingegnere Angiolo Mazzoni, può essere analizzata nel rapporto tra la produzione italiana espressa tra la metà degli anni Venti e la fine degli anni Trenta e i progetti elaborati in Colombia tra il 1948 e il 1963. Il carattere originale di questa vicenda è rappresentato dall’emblematico confronto che l’architetto stabilisce con il paesaggio e la tradizione architettonica dei due paesi, inserendosi a pieno titolo nel processo di trasformazione tipologica di molti edifici di notevole complessità tecnica e infrastrutturale. I risultati della ricerca mazzoniana oscillano, in entrambe le circostanze, tra soluzioni “tradizionaliste” e adesioni palesi al “moderno”, in una controversa e irrisolta ambizione dell’architetto a collocarsi, anche in terra straniera e di fronte a mutate sollecitazioni, in un sempre rivendicato, ma mai completamente chiarito alveo della tradizione italiana di inizio Novecento. Orizzonte, quest’ultimo, ambito da Mazzoni con la definizione di “futurismo”, ma piuttosto riconoscibile, a volte e soprattutto in Italia, in una identificazione felice con la figurazione metafisica dechirichiana.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.