Un’interfaccia può essere di tipo reale o virtuale. Nel primo caso ci riferiamo a dispositivi analogici, come ad esempio il volante dell’auto, la manopola di un timer, i pedali di una bicicletta; si tratta generalmente d’interfacce perlopiù meccaniche, con forme specifiche, ma anche se queste ultime sono sempre più sostituite da quelle digitali. Nel secondo caso, Per quanto riguarda parlando di interfacce digitali, ci riferiamo, invece agli elementi grafici virtuali di un sistema operativo, di un programma o di una applicazione che si visualizzano su uno schermo tradizionale oppure di tipo touch screen. In questo caso parleremo di GUI (Graphic User Interface). Queste ultime sono sempre più utilizzate al posto di quelle analogiche come, ad esempio, i comandi degli elettrodomestici, un tempo rappresentati da pulsanti e manopole e oggi sostituiti da display touch screen. Anche nell’ambito delle comunicazioni, l’arrivo degli smarthphone e dei tablet con e della loro interfaccia touch screen, l’avvento di framework tecnologici di tipo web 2.0 e, la dilagante diffusione di internet e dei social network hanno reso necessaria l’elaborazione di interfacce virtuali, perlopiù grafiche, grafiche e non immediatamente comprensibili ed intuitive per l’utilizzo dei nuovi dispositivi da parte di tutti. Dal momento che i prodotti sono sempre più multifunzionali, gli elementi di interfaccia e le relative modalità d’interazione diventano elementi indispensabili per rendere disponibili, accessibili, utilizzabili con piacere le diverse funzionalità offerte. In questo scenario oggi si delinea la necessità di nuovi professionisti, un tempo non necessari. Fra questi spicca il designer contemporaneo, un professionista che è oggi in grado di mettere insieme competenze molto diverse che vanno dalla psicologia cognitiva all’informatica, dall’ergonomia al visual design. La sua capacità di sintetizzare, in un progetto concreto, i vari diversi contributi interdisciplinari consente di trasferire, nei prodotti/interfaccia, gli aspetti tecnologici, performanti, ergonomici, comunicativi, sinestetici ed emozionali calibrandoli in un equilibrio perfetto, anche in relazione al contesto culturale, e d’uso e al pubblico di riferimento
Il design dell'interfaccia: principi e applicazioni progettuali / Giraldi, Laura. - STAMPA. - (2016), pp. 222-233.
Il design dell'interfaccia: principi e applicazioni progettuali.
GIRALDI, LAURA
2016
Abstract
Un’interfaccia può essere di tipo reale o virtuale. Nel primo caso ci riferiamo a dispositivi analogici, come ad esempio il volante dell’auto, la manopola di un timer, i pedali di una bicicletta; si tratta generalmente d’interfacce perlopiù meccaniche, con forme specifiche, ma anche se queste ultime sono sempre più sostituite da quelle digitali. Nel secondo caso, Per quanto riguarda parlando di interfacce digitali, ci riferiamo, invece agli elementi grafici virtuali di un sistema operativo, di un programma o di una applicazione che si visualizzano su uno schermo tradizionale oppure di tipo touch screen. In questo caso parleremo di GUI (Graphic User Interface). Queste ultime sono sempre più utilizzate al posto di quelle analogiche come, ad esempio, i comandi degli elettrodomestici, un tempo rappresentati da pulsanti e manopole e oggi sostituiti da display touch screen. Anche nell’ambito delle comunicazioni, l’arrivo degli smarthphone e dei tablet con e della loro interfaccia touch screen, l’avvento di framework tecnologici di tipo web 2.0 e, la dilagante diffusione di internet e dei social network hanno reso necessaria l’elaborazione di interfacce virtuali, perlopiù grafiche, grafiche e non immediatamente comprensibili ed intuitive per l’utilizzo dei nuovi dispositivi da parte di tutti. Dal momento che i prodotti sono sempre più multifunzionali, gli elementi di interfaccia e le relative modalità d’interazione diventano elementi indispensabili per rendere disponibili, accessibili, utilizzabili con piacere le diverse funzionalità offerte. In questo scenario oggi si delinea la necessità di nuovi professionisti, un tempo non necessari. Fra questi spicca il designer contemporaneo, un professionista che è oggi in grado di mettere insieme competenze molto diverse che vanno dalla psicologia cognitiva all’informatica, dall’ergonomia al visual design. La sua capacità di sintetizzare, in un progetto concreto, i vari diversi contributi interdisciplinari consente di trasferire, nei prodotti/interfaccia, gli aspetti tecnologici, performanti, ergonomici, comunicativi, sinestetici ed emozionali calibrandoli in un equilibrio perfetto, anche in relazione al contesto culturale, e d’uso e al pubblico di riferimentoI documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.