Il contributo si interroga sul paradosso della Città Metropolitana di Firenze istituita con legge nazionale n. 56 del 2014. Paradosso esito di una decisione "affrettata" del legislatore nazionale che la risolto la decennale questione del riconoscimento istituzionale del nuovo Ente territoriale ricorrendo ad una osmosi tecnica (la vecchia Provincia e i sui Comuni elevati a Città Metropolitana). Il contributo si interroga su questo descrivendo e interpretando una realtà territoriale che era metropolitana di fatto da tempo; e che ora, invece, deve fare i conti con una divaricazione difficile da governare: la separazione tra territori delle istituzioni (da una parte la CM di Firenze, dall'altra quelli delle Province di Prato e Pistoia) e territori delle economie reali (il bacino interprovinciale che ingloba Firenze, Prato e Pistoia). Rispetto ai variegati casi delle Città Metropolitane italiane, quello di Firenze è proprio un unicum, un esempio della divergenza e della distanza tra il territorio dell’economia reale e il territorio istituzionale. Tra i due ci sarà di certo un dialogo “zoppo” nel senso che non tutte le dinamiche che prenderanno corpo nel territorio istituzionale saranno trasferibili in quello del territorio dell’economia reale e, al contempo, diverse esternalità positive o negative che il territorio dell’economia reale genererà non arriveranno, e dunque non saranno gestibili, nei tavoli di controllo e governo del territorio istituzionale. Il contributo è inserito in un volume che illustra, comparandole, tutte le città metropolitane istituite con legge in Italia.

La città metropolitana di Firenze / G. De Luca. - STAMPA. - (2017), pp. 207-240.

La città metropolitana di Firenze

DE LUCA, GIUSEPPE
2017

Abstract

Il contributo si interroga sul paradosso della Città Metropolitana di Firenze istituita con legge nazionale n. 56 del 2014. Paradosso esito di una decisione "affrettata" del legislatore nazionale che la risolto la decennale questione del riconoscimento istituzionale del nuovo Ente territoriale ricorrendo ad una osmosi tecnica (la vecchia Provincia e i sui Comuni elevati a Città Metropolitana). Il contributo si interroga su questo descrivendo e interpretando una realtà territoriale che era metropolitana di fatto da tempo; e che ora, invece, deve fare i conti con una divaricazione difficile da governare: la separazione tra territori delle istituzioni (da una parte la CM di Firenze, dall'altra quelli delle Province di Prato e Pistoia) e territori delle economie reali (il bacino interprovinciale che ingloba Firenze, Prato e Pistoia). Rispetto ai variegati casi delle Città Metropolitane italiane, quello di Firenze è proprio un unicum, un esempio della divergenza e della distanza tra il territorio dell’economia reale e il territorio istituzionale. Tra i due ci sarà di certo un dialogo “zoppo” nel senso che non tutte le dinamiche che prenderanno corpo nel territorio istituzionale saranno trasferibili in quello del territorio dell’economia reale e, al contempo, diverse esternalità positive o negative che il territorio dell’economia reale genererà non arriveranno, e dunque non saranno gestibili, nei tavoli di controllo e governo del territorio istituzionale. Il contributo è inserito in un volume che illustra, comparandole, tutte le città metropolitane istituite con legge in Italia.
2017
9788876031540
Pianificare le città metropolitane in Italia. Interpretazioni, approcci, prospettive
207
240
G. De Luca
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