A partire dalla metà del secolo XVI si insediarono a Cracovia, in numero via via crescente, mercanti italiani e in particolare fiorentini. Ad aprire quella via fu un uomo d’affari proveniente da una delle più illustri famiglie di Firenze, Bernardo Soderini. Uno dei suoi fattori, Sebastiano Montelupi, divenne il più noto e il più ricco mercante italiano nella Polonia del suo tempo. Sia il Soderini sia il Montelupi misero in atto un complesso sistema aziendale che si avvaleva soprattutto dell’opera di fattori fatti giungere nella più giovane età da Firenze. Questo permise il dispiegamento sul territorio di un sistema di relazioni commerciali improntate alla tradizione italiana del “mercante perfetto”. In questo ambiente cittadino, così fortemente segnato dalla presenza toscana, ebbero modo di soggiornare diversi esponenti del dissenso religioso che, costretti a lasciare le città svizzere per le loro idee radicali, trovarono nella capitale polacca un ambiente più tollerante. Se il fiorentino Francesco Pucci vi sostò per un breve periodo, il senese Fausto Sozzini scelse di restarvi definitivamente e morì nei dintorni di Cracovia nel 1604.
Cracovia “italiana”. Il ruolo di Firenze nelle relazioni fra l’Italia e la Polonia nel secolo XVI / Mazzei, Rita. - STAMPA. - (2017), pp. 25-33.
Cracovia “italiana”. Il ruolo di Firenze nelle relazioni fra l’Italia e la Polonia nel secolo XVI
MAZZEI, RITA
2017
Abstract
A partire dalla metà del secolo XVI si insediarono a Cracovia, in numero via via crescente, mercanti italiani e in particolare fiorentini. Ad aprire quella via fu un uomo d’affari proveniente da una delle più illustri famiglie di Firenze, Bernardo Soderini. Uno dei suoi fattori, Sebastiano Montelupi, divenne il più noto e il più ricco mercante italiano nella Polonia del suo tempo. Sia il Soderini sia il Montelupi misero in atto un complesso sistema aziendale che si avvaleva soprattutto dell’opera di fattori fatti giungere nella più giovane età da Firenze. Questo permise il dispiegamento sul territorio di un sistema di relazioni commerciali improntate alla tradizione italiana del “mercante perfetto”. In questo ambiente cittadino, così fortemente segnato dalla presenza toscana, ebbero modo di soggiornare diversi esponenti del dissenso religioso che, costretti a lasciare le città svizzere per le loro idee radicali, trovarono nella capitale polacca un ambiente più tollerante. Se il fiorentino Francesco Pucci vi sostò per un breve periodo, il senese Fausto Sozzini scelse di restarvi definitivamente e morì nei dintorni di Cracovia nel 1604.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.