Il viaggiatore lucchese Carlo Piaggia nella seconda metà dell'Ottocento più volte visitò l'Africa e vi soggiornò mosso verso questo paese lontano dall'interesse per l'avventura, il viaggio e la curiosità nei confronti della vita di popoli diversi. Di questo "andare lontano" egli ha lasciato diverse testimonianze: le sue memorie di viaggio, i suoi articoli e le sue collezioni di oggetti. Piaggia, per la sua estrazione sociale modesta e la scarsa preparazione culturale, si presenta subito come un viaggiatore anomalo rispetto ad altri suoi connazionali, tuttavia con questi condivide il momento storico in cui la loro storia di viaggio è ambientata. Siamo nel periodo in cui le scienze umane si stanno lentamente affermando nel panorama italiano e nel tempo porteranno alla nascita di una "vera" antropologia culturale. Se questi primi viaggiatori, dalle provenienze e formazioni variamente diversificate, non furono antropologi, si può tuttavia affermare che con loro, nel secondo Ottocento, l'antropologia non fisica italiana definisce le sue premesse e condizioni di pensabilità.
Carlo Piaggia: italiano d'Africa / Rossi, Emanuela. - STAMPA. - (2014), pp. 71-98.
Carlo Piaggia: italiano d'Africa
ROSSI, EMANUELA
2014
Abstract
Il viaggiatore lucchese Carlo Piaggia nella seconda metà dell'Ottocento più volte visitò l'Africa e vi soggiornò mosso verso questo paese lontano dall'interesse per l'avventura, il viaggio e la curiosità nei confronti della vita di popoli diversi. Di questo "andare lontano" egli ha lasciato diverse testimonianze: le sue memorie di viaggio, i suoi articoli e le sue collezioni di oggetti. Piaggia, per la sua estrazione sociale modesta e la scarsa preparazione culturale, si presenta subito come un viaggiatore anomalo rispetto ad altri suoi connazionali, tuttavia con questi condivide il momento storico in cui la loro storia di viaggio è ambientata. Siamo nel periodo in cui le scienze umane si stanno lentamente affermando nel panorama italiano e nel tempo porteranno alla nascita di una "vera" antropologia culturale. Se questi primi viaggiatori, dalle provenienze e formazioni variamente diversificate, non furono antropologi, si può tuttavia affermare che con loro, nel secondo Ottocento, l'antropologia non fisica italiana definisce le sue premesse e condizioni di pensabilità.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.