Lo studio dell’agroclima è stato svolto grazie ad una collaborazione che ha visto coinvolti il CESIA (Centro servizi informatici di Ateneo, Università di Bologna)-Accademia dei Georgofili, il Dipartimento di scienze agronomiche e gestione del territorio agroforestale dell’Università degli Studi di Firenze e l’Istituto di biometeorologia del CNR. Per oltre dieci anni sono stati rilevati parametri meteorologici attraverso una rete di quaranta stazioni termoigrometriche appositamente installata. Dal 2005 sono state aggiunte tre stazioni complete con trasmissione automatica dei dati al centro di elaborazione aziendale. L’analisi dei dati ha permesso di quantificare le disponibilità climatiche per la vite, tramite l’impiego di appositi indici bioclimatici capaci di fornire indicazioni circa le relazioni tra clima, sviluppo e produzione della vite. Tali indici sono stati poi elaborati con tecniche geostatistiche di spazializzazione e software di cartografia informatica al fine di ottenere carte tematiche che permettano una facile lettura dei risultati e di analizzare le peculiari caratteristiche dei singoli appezzamenti. I risultati hanno mostrato una notevole differenza tra i vari appezzamenti nei confronti degli indici termici ed igrometrici. Successivamente ulteriori indicazioni sulle caratteristiche climatico viticole sono emerse da studi specifici sulla radiazione solare. In particolare la sommatoria delle temperature attive e l’indice eliotermico di Huglin, indici che esprimono la vocazionalità del territorio verso i vari tipi di viticoltura, hanno mostrato differenti peculiarità dei vari appezzamenti. Sono state così riscontrate aree con medio basse disponibilità termiche (valori delle sommatorie termiche di 1550-1650 gradi/giorno e valori dell’indice Huglin compresi entro 2400) adatte a vitigni a maturazione precoce, come per esempio lo Chardonnay ed il Pinot nero, ed aree con elevate disponibilità termiche (valori delle sommatorie termiche di 1750-1900 gradi/giorno e valori dell’indice Huglin oltre 2450) adatte a vitigni a maturazione tardiva come ad esempio il Sangiovese ed il Cabernet Sauvignon. Analizzando le temperature massime estive è stato possibile individuare gli appezzamenti con i valori meno elevati e quindi adatti, all’interno dei vigneti con basse disponibilità termiche, ad ospitare quei vitigni che risentono in maniera negativa di temperature massime elevate, come per esempio il Pinot nero. I risultati sono stati quindi impiegati per la pianificazione di molte scelte d’impianto: la parte più importante è stata la definizione dell’appezzamento più adatto ad ogni varietà da impiantare, ossia la scelta del luogo indicato ad ospitare ogni vitigno e quindi in grado di far esprimere al meglio le potenzialità qualitative. Altre decisioni importanti hanno riguardato la scelta delle modalità di impianto (altezza, distanza e direzione dei filari) al fine di ottenere un’ottimale intercettazione della radiazione solare e la definizione del rischio di gelate primaverili dei vari appezzamenti e quindi la scelta dei vitigni in funzione della precocità di germogliamento.
La climatologia / Orlandini, Simone; Dalla Marta, Anna; Mancini, Marco. - STAMPA. - (2009), pp. 75-98.
La climatologia
ORLANDINI, SIMONE;DALLA MARTA, ANNA;MANCINI, MARCO
2009
Abstract
Lo studio dell’agroclima è stato svolto grazie ad una collaborazione che ha visto coinvolti il CESIA (Centro servizi informatici di Ateneo, Università di Bologna)-Accademia dei Georgofili, il Dipartimento di scienze agronomiche e gestione del territorio agroforestale dell’Università degli Studi di Firenze e l’Istituto di biometeorologia del CNR. Per oltre dieci anni sono stati rilevati parametri meteorologici attraverso una rete di quaranta stazioni termoigrometriche appositamente installata. Dal 2005 sono state aggiunte tre stazioni complete con trasmissione automatica dei dati al centro di elaborazione aziendale. L’analisi dei dati ha permesso di quantificare le disponibilità climatiche per la vite, tramite l’impiego di appositi indici bioclimatici capaci di fornire indicazioni circa le relazioni tra clima, sviluppo e produzione della vite. Tali indici sono stati poi elaborati con tecniche geostatistiche di spazializzazione e software di cartografia informatica al fine di ottenere carte tematiche che permettano una facile lettura dei risultati e di analizzare le peculiari caratteristiche dei singoli appezzamenti. I risultati hanno mostrato una notevole differenza tra i vari appezzamenti nei confronti degli indici termici ed igrometrici. Successivamente ulteriori indicazioni sulle caratteristiche climatico viticole sono emerse da studi specifici sulla radiazione solare. In particolare la sommatoria delle temperature attive e l’indice eliotermico di Huglin, indici che esprimono la vocazionalità del territorio verso i vari tipi di viticoltura, hanno mostrato differenti peculiarità dei vari appezzamenti. Sono state così riscontrate aree con medio basse disponibilità termiche (valori delle sommatorie termiche di 1550-1650 gradi/giorno e valori dell’indice Huglin compresi entro 2400) adatte a vitigni a maturazione precoce, come per esempio lo Chardonnay ed il Pinot nero, ed aree con elevate disponibilità termiche (valori delle sommatorie termiche di 1750-1900 gradi/giorno e valori dell’indice Huglin oltre 2450) adatte a vitigni a maturazione tardiva come ad esempio il Sangiovese ed il Cabernet Sauvignon. Analizzando le temperature massime estive è stato possibile individuare gli appezzamenti con i valori meno elevati e quindi adatti, all’interno dei vigneti con basse disponibilità termiche, ad ospitare quei vitigni che risentono in maniera negativa di temperature massime elevate, come per esempio il Pinot nero. I risultati sono stati quindi impiegati per la pianificazione di molte scelte d’impianto: la parte più importante è stata la definizione dell’appezzamento più adatto ad ogni varietà da impiantare, ossia la scelta del luogo indicato ad ospitare ogni vitigno e quindi in grado di far esprimere al meglio le potenzialità qualitative. Altre decisioni importanti hanno riguardato la scelta delle modalità di impianto (altezza, distanza e direzione dei filari) al fine di ottenere un’ottimale intercettazione della radiazione solare e la definizione del rischio di gelate primaverili dei vari appezzamenti e quindi la scelta dei vitigni in funzione della precocità di germogliamento.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.