Il contributo propone un'analisi musicale e drammaturgica di "Astianatte" (libretto di Antonio Salvi) di Niccolò Jommelli, «opera fortunatissima» risalente al primo periodo 'romano' del compositore e andata in scena nel 1741 al Teatro Argentina. Attraverso inediti documenti d'archivio, l'articolo offre, nella prima parte, una ricostruzione dei contatti avvenuti tra Jommelli e l'impresario del teatro Polvini Faliconti, attraverso i quali è possibile conoscere dettagliatamente le condizioni di ingaggio offerte al compositore e al cast prescelto per l'occasione. Nella seconda parte, l'analisi condotta sul libretto e sulla partitura permette di retrodatare già ai primissimi anni romani tratti dello stile jommelliano considerati solitamente come 'innovazioni' posteriori, risalenti cioè agli anni trascorsi dal compositore presso la corte di Stoccarda (1754-1768). In particolare vengono presi in considerazione: l'attenzione ad una maggiore interazione tra recitativo e aria, l'uso espressivo e innovativo dell'orchestra, il dialogo tra voce e strumenti nella restituzione dei conflitti interiori vissuti dai personaggi principali, in particolare da quello della protagonista Andromaca. L'esame del quadro completo di tutte le fonti (archivistiche, librettistiche e musicali) lascia ben vedere attraverso quali canali e con quali tratti del linguaggio compositivo Jommelli riuscì ad imporsi sulla competitiva scena operistica romana degli anni Quaranta.
L’Astianatte di Jommelli: «una musica singolarissima che ne riportò l’applauso di tutta Roma». Modelli stilistici e drammaturgia (con una nuova fonte sulla stagione del 1741 del Teatro Argentina) / D'Ovidio, Antonella. - STAMPA. - (2017), pp. 105-141.
L’Astianatte di Jommelli: «una musica singolarissima che ne riportò l’applauso di tutta Roma». Modelli stilistici e drammaturgia (con una nuova fonte sulla stagione del 1741 del Teatro Argentina)
D'OVIDIO, ANTONELLA
2017
Abstract
Il contributo propone un'analisi musicale e drammaturgica di "Astianatte" (libretto di Antonio Salvi) di Niccolò Jommelli, «opera fortunatissima» risalente al primo periodo 'romano' del compositore e andata in scena nel 1741 al Teatro Argentina. Attraverso inediti documenti d'archivio, l'articolo offre, nella prima parte, una ricostruzione dei contatti avvenuti tra Jommelli e l'impresario del teatro Polvini Faliconti, attraverso i quali è possibile conoscere dettagliatamente le condizioni di ingaggio offerte al compositore e al cast prescelto per l'occasione. Nella seconda parte, l'analisi condotta sul libretto e sulla partitura permette di retrodatare già ai primissimi anni romani tratti dello stile jommelliano considerati solitamente come 'innovazioni' posteriori, risalenti cioè agli anni trascorsi dal compositore presso la corte di Stoccarda (1754-1768). In particolare vengono presi in considerazione: l'attenzione ad una maggiore interazione tra recitativo e aria, l'uso espressivo e innovativo dell'orchestra, il dialogo tra voce e strumenti nella restituzione dei conflitti interiori vissuti dai personaggi principali, in particolare da quello della protagonista Andromaca. L'esame del quadro completo di tutte le fonti (archivistiche, librettistiche e musicali) lascia ben vedere attraverso quali canali e con quali tratti del linguaggio compositivo Jommelli riuscì ad imporsi sulla competitiva scena operistica romana degli anni Quaranta.File | Dimensione | Formato | |
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