La violenza di genere affonda le proprie radici in un’asimmetria nei rapporti di potere tra uomini e donne ma anche in un simbolismo del maschile che si basa su un’equazione secondo cui la virilità coincide con la violenza. La violenza di genere non è dunque frutto di una patologia né può essere considerata un fenomeno ascrivibile alla “natura maschile”, ma deve invece essere interpretata come il logico prodotto di una cultura sessista con la quale siamo abituati/e a interfacciarci già dalle prime fasi della vita. Uno dei veicoli più potenti di questa trasmissione culturale è oggi rappresentato dalla comunicazione massmediatica. Partendo da questa premessa il presente saggio si propone di analizzare le rappresentazioni di genere veicolate dai mass media con particolare riferimento alle pubblicità televisive trasmesse durante la programmazione per l’infanzia. L’ipotesi è che l’immaginario sul maschile e sul femminile proposto ai giovani telespettatori/alle giovani telespettatrici costituisca terreno fertile per lo strutturarsi di relazioni tra i generi di tipo asimmetrico, dunque, potenzialmente violente.
Nuove forme di violenza simbolica: bambine e bambini nell’immaginario pubblicitario / Biemmi, Irene. - STAMPA. - (2014), pp. 57-71.
Nuove forme di violenza simbolica: bambine e bambini nell’immaginario pubblicitario
Biemmi Irene
2014
Abstract
La violenza di genere affonda le proprie radici in un’asimmetria nei rapporti di potere tra uomini e donne ma anche in un simbolismo del maschile che si basa su un’equazione secondo cui la virilità coincide con la violenza. La violenza di genere non è dunque frutto di una patologia né può essere considerata un fenomeno ascrivibile alla “natura maschile”, ma deve invece essere interpretata come il logico prodotto di una cultura sessista con la quale siamo abituati/e a interfacciarci già dalle prime fasi della vita. Uno dei veicoli più potenti di questa trasmissione culturale è oggi rappresentato dalla comunicazione massmediatica. Partendo da questa premessa il presente saggio si propone di analizzare le rappresentazioni di genere veicolate dai mass media con particolare riferimento alle pubblicità televisive trasmesse durante la programmazione per l’infanzia. L’ipotesi è che l’immaginario sul maschile e sul femminile proposto ai giovani telespettatori/alle giovani telespettatrici costituisca terreno fertile per lo strutturarsi di relazioni tra i generi di tipo asimmetrico, dunque, potenzialmente violente.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.