Il rapporto con la tradizione – in particolare, quello con l’eccellenza del saper fare proprio della cultura produttiva italiana – e, parallelamente, l’attenzione verso la modernità e le opportunità dell’innovazione tecnologica, rappresentano valori portanti della cultura progettuale italiana e del Design del nostro paese in particolare. La storia del Made in Italy, quindi, si basa da sempre sul rapporto con il design e in particolare con le figure di singoli professionisti che hanno interpretato la vocazione alla qualità di grandi e piccole aziende italiane. È il caso degli oggetti realizzati da Gio Ponti per Richard Ginori e Fontana Arte, così come quelli di Gino Colombini per la Kartell o l’attività di Aurelio Zanotta per l’omonima azienda, che sono solo alcune tra le esperienze più note del rapporto tra progettista e azienda in Italia. Rapporto in cui l’eccellenza della produzione si sposa con l’eccellenza progettuale e che ci racconta che la storia del nostro Design è soprattutto un racconto di persone e aziende, e del loro rapporto con il territorio. Il saggio affronta il rapporto tra l’eccellenza del saper fare e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e sociale sono stati intesi come temi portanti del progetto per l’abitare, e rappresentano il filo conduttore che lega due mondi e due epoche apparentemente distanti – il 1927 e il 2017 – e che dopo novant’anni dialogano, per così dire, a distanza su uno dei temi più sensibili del progetto, cioè il significato dell’abitare e il suo rapporto con l’evoluzione degli stili di vita e le forme di convivenza familiare. La IV Triennale di Monza del 1930 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per questo dinamico momento della cultura progettuale del nostro paese: la manifestazione presentò al suo interno una serie di proposte sull’arredo domestico e l’architettura privata che dimostravano la straordinaria consonanza di interessi di base dei progettisti ma, al tempo stesso, una differenza marcata dei valori e le idee su cui queste proposte venivano ideate. In particolare il progetto della casa Elettrica di Figini e Pollini, è un esempio tuttora considerato tra i più innovativi nel campo dell’arredo domestico, riscosse subito reazioni altalenanti da parte del pubblico italiano, proposta geniale infatti ma lontana dagli stili di vita e dalle reali aspettative della borghesia italiana. La Casa delle vacanze, su progetto di Gio Ponti e Emilio Lancia, in linea con le teorie di Gio Ponti sulla casa dell’uomo, si presentava con impianto tradizionale, era rivolta a una borghesia ricca e consolidata nelle sue abitudini e nel suo stile di vita ed era, al contrario di quella Elettrica, una casa del tutto contemporanea per la sua epoca, perfettamente in linea con gli stili di vita, i desideri, i riferimenti culturali della borghesia degli anni Venti. Il modello della “casa elettrica” e la “casa dell’uomo” diventano da subito dopo il 1930 il punto di partenza per una riflessione sull’abitare contemporaneo e sulle possibili visioni di nuove forme dell’abitare che, oggi, colgono maggiormente le opportunità - in parte già percorribili in base alle tecnologie esistenti e già in commercio, in altri casi solo ipotizzabili in un futuro. L’esperienza della Triennale di Monza del 1930 rappresenta dunque un riferimento prezioso ed essenziale per ripensare il significato della casa tradizionale - a partire dalla Casa dell’uomo di Gio Ponti - e della “casa dell’innovazione” legata alla Casa elettrica e alle teorie del razionalismo. Il saggio presenta inoltre i risultati della sperimentazione progettuale condotta nel 2017 con giovani designer sul tema dell’”innovazione dell’abitare, una visione del futuro”, nell’ambito delle iniziative condotte all’interno della mostra “1927 il ritorno in Italia” realizzata dal Museo Salvatore Ferragamo nello stesso anno.

Tra Arte e Design in Italia 1927-2017: il progetto dell’innovazione, un'esperienza progettuale / Francesca, Tosi. - STAMPA. - (2017), pp. 471-483.

Tra Arte e Design in Italia 1927-2017: il progetto dell’innovazione, un'esperienza progettuale

Francesca Tosi
2017

Abstract

Il rapporto con la tradizione – in particolare, quello con l’eccellenza del saper fare proprio della cultura produttiva italiana – e, parallelamente, l’attenzione verso la modernità e le opportunità dell’innovazione tecnologica, rappresentano valori portanti della cultura progettuale italiana e del Design del nostro paese in particolare. La storia del Made in Italy, quindi, si basa da sempre sul rapporto con il design e in particolare con le figure di singoli professionisti che hanno interpretato la vocazione alla qualità di grandi e piccole aziende italiane. È il caso degli oggetti realizzati da Gio Ponti per Richard Ginori e Fontana Arte, così come quelli di Gino Colombini per la Kartell o l’attività di Aurelio Zanotta per l’omonima azienda, che sono solo alcune tra le esperienze più note del rapporto tra progettista e azienda in Italia. Rapporto in cui l’eccellenza della produzione si sposa con l’eccellenza progettuale e che ci racconta che la storia del nostro Design è soprattutto un racconto di persone e aziende, e del loro rapporto con il territorio. Il saggio affronta il rapporto tra l’eccellenza del saper fare e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e sociale sono stati intesi come temi portanti del progetto per l’abitare, e rappresentano il filo conduttore che lega due mondi e due epoche apparentemente distanti – il 1927 e il 2017 – e che dopo novant’anni dialogano, per così dire, a distanza su uno dei temi più sensibili del progetto, cioè il significato dell’abitare e il suo rapporto con l’evoluzione degli stili di vita e le forme di convivenza familiare. La IV Triennale di Monza del 1930 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per questo dinamico momento della cultura progettuale del nostro paese: la manifestazione presentò al suo interno una serie di proposte sull’arredo domestico e l’architettura privata che dimostravano la straordinaria consonanza di interessi di base dei progettisti ma, al tempo stesso, una differenza marcata dei valori e le idee su cui queste proposte venivano ideate. In particolare il progetto della casa Elettrica di Figini e Pollini, è un esempio tuttora considerato tra i più innovativi nel campo dell’arredo domestico, riscosse subito reazioni altalenanti da parte del pubblico italiano, proposta geniale infatti ma lontana dagli stili di vita e dalle reali aspettative della borghesia italiana. La Casa delle vacanze, su progetto di Gio Ponti e Emilio Lancia, in linea con le teorie di Gio Ponti sulla casa dell’uomo, si presentava con impianto tradizionale, era rivolta a una borghesia ricca e consolidata nelle sue abitudini e nel suo stile di vita ed era, al contrario di quella Elettrica, una casa del tutto contemporanea per la sua epoca, perfettamente in linea con gli stili di vita, i desideri, i riferimenti culturali della borghesia degli anni Venti. Il modello della “casa elettrica” e la “casa dell’uomo” diventano da subito dopo il 1930 il punto di partenza per una riflessione sull’abitare contemporaneo e sulle possibili visioni di nuove forme dell’abitare che, oggi, colgono maggiormente le opportunità - in parte già percorribili in base alle tecnologie esistenti e già in commercio, in altri casi solo ipotizzabili in un futuro. L’esperienza della Triennale di Monza del 1930 rappresenta dunque un riferimento prezioso ed essenziale per ripensare il significato della casa tradizionale - a partire dalla Casa dell’uomo di Gio Ponti - e della “casa dell’innovazione” legata alla Casa elettrica e alle teorie del razionalismo. Il saggio presenta inoltre i risultati della sperimentazione progettuale condotta nel 2017 con giovani designer sul tema dell’”innovazione dell’abitare, una visione del futuro”, nell’ambito delle iniziative condotte all’interno della mostra “1927 il ritorno in Italia” realizzata dal Museo Salvatore Ferragamo nello stesso anno.
2017
9788857235684
1927. Il ritorno in Italia. Salvatore Ferragamo e la cultura visiva del Novecento
471
483
Francesca, Tosi
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1106336
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