L’Italia è universalmente riconosciuta come territorio delle eccellenze, soprattutto in relazione al tema del cibo, cui non a caso è stata dedicata l’ultima Expo universale. Focus di questo contributo sono i territori su cui insistono queste eccellenze: la localizzazione, le caratteristiche climatiche, pedologiche e geologiche, ma anche le pratiche di coltivazione e di trasformazione del territorio, sono ormai parte integrante di un contesto produttivo agricolo che sta fortemente cambiando, fino a stravolgere le dinamiche di interdipendenza città-campagna. Questo cambiamento interessa necessariamente le pratiche di governo del territorio, chiamate da sempre alla ricerca di un equilibrio tra sviluppo territoriale e produzione agricola, tutela delle risorse naturali e valorizzazione – anche economica – del paesaggio. Uno sforzo in questo senso è in corso, in Italia, in relazione alla filiera vitivinicola: non solo per la diffusione di questa eccellenza nel panorama italiano, ma soprattutto perché, proprio a partire da questa filiera, l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e l’Associazione Nazionale Città del Vino (ANCV) promuovono da due decenni l’esplicitazione di una stretta interrelazione tra processo, prodotto e piano. E’ ormai chiaro che la questione dell’interrelazione tra piano urbanistico e produzioni vitivinicole di pregio presenta risvolti molto differenti rispetto all’agricoltura tradizionale: oggi il paesaggio è parte integrante del marketing di prodotto, tanto che il nome del vino è spesso associato al toponimo (città o area) da cui proviene (basti pensare al Barolo o al Chianti); la valorizzazione della filiera vitivinicola non può sottrarsi dall’adottare misure di adattamento al cambiamento climatico e di utilizzo di fonti di energia rinnovabile; la qualità dell’architettura rurale fa i conti non solo con l’impatto paesaggistico, ma anche con l’efficientamento energetico. In questo quadro, si delineano nuove forme dell’abitare rurale e dello strutturare le aree della produzione agricola, cui la pianificazione urbanistica è chiamata a dare risposte attraverso una rinnovata attenzione non solo ai temi spesso associati alla agricoltura (usi dei suoli e paesaggio), ma alle influenze reciproche tra produzione vitivinicola di pregio e ordinamenti spaziali.
Pianificare i territori dell’eccellenza: la filiera vitivinicola nell’agenda urbana italiana / Lingua,. - STAMPA. - (2016), pp. 327-333.
Pianificare i territori dell’eccellenza: la filiera vitivinicola nell’agenda urbana italiana
Lingua
2016
Abstract
L’Italia è universalmente riconosciuta come territorio delle eccellenze, soprattutto in relazione al tema del cibo, cui non a caso è stata dedicata l’ultima Expo universale. Focus di questo contributo sono i territori su cui insistono queste eccellenze: la localizzazione, le caratteristiche climatiche, pedologiche e geologiche, ma anche le pratiche di coltivazione e di trasformazione del territorio, sono ormai parte integrante di un contesto produttivo agricolo che sta fortemente cambiando, fino a stravolgere le dinamiche di interdipendenza città-campagna. Questo cambiamento interessa necessariamente le pratiche di governo del territorio, chiamate da sempre alla ricerca di un equilibrio tra sviluppo territoriale e produzione agricola, tutela delle risorse naturali e valorizzazione – anche economica – del paesaggio. Uno sforzo in questo senso è in corso, in Italia, in relazione alla filiera vitivinicola: non solo per la diffusione di questa eccellenza nel panorama italiano, ma soprattutto perché, proprio a partire da questa filiera, l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e l’Associazione Nazionale Città del Vino (ANCV) promuovono da due decenni l’esplicitazione di una stretta interrelazione tra processo, prodotto e piano. E’ ormai chiaro che la questione dell’interrelazione tra piano urbanistico e produzioni vitivinicole di pregio presenta risvolti molto differenti rispetto all’agricoltura tradizionale: oggi il paesaggio è parte integrante del marketing di prodotto, tanto che il nome del vino è spesso associato al toponimo (città o area) da cui proviene (basti pensare al Barolo o al Chianti); la valorizzazione della filiera vitivinicola non può sottrarsi dall’adottare misure di adattamento al cambiamento climatico e di utilizzo di fonti di energia rinnovabile; la qualità dell’architettura rurale fa i conti non solo con l’impatto paesaggistico, ma anche con l’efficientamento energetico. In questo quadro, si delineano nuove forme dell’abitare rurale e dello strutturare le aree della produzione agricola, cui la pianificazione urbanistica è chiamata a dare risposte attraverso una rinnovata attenzione non solo ai temi spesso associati alla agricoltura (usi dei suoli e paesaggio), ma alle influenze reciproche tra produzione vitivinicola di pregio e ordinamenti spaziali.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.