In una visione della pianificazione come atto di governo del territorio nel suo complesso, con un’ottica multilivello e multisettoriale, l'agricoltura concorre pienamente a connotare identità e comunità locali, in quanto assume funzioni complesse di produzione anche di beni pubblici: oltre alla produzione di beni agricoli e di qualità, svolge funzioni di salvaguardia idrogeologica, di conservazione della fertilità dei suoli e della complessità ecosistemica, di valorizzazione del paesaggio agrario. In termini generali, contribuisce alla sostenibilità dello sviluppo. Il contributo ripercorre il percorso scientifico, metodologico e divulgativo effettuato dall’Associazione Nazionale delle Città del Vino che, in questo dibattito, ha promosso fin dagli anni Novanta la necessità di porre una particolare attenzione alla filiera vitivinicola di qualità, quale parte integrante del patrimonio territoriale (ambientale, naturale e costruito) e delle peculiarità dei luoghi. Le città del vino sono assurte a esempi di struttura economica a base territoriale locale che, attraverso la valorizzazione sinergica di elementi produttivi e di tutela, di territorio e di paesaggio, possono realizzare modelli peculiari di sostenibilità. Due decenni di sperimentazioni permettono ora di effettuare un primo bilancio del percorso di sensibilizzazione dei comuni associati verso l’innovazione delle loro pratiche di pianificazione urbana e territoriale. Le Linee metodologiche per valorizzare i comprensori vitivinicoli di qualità nella disciplina territoriale ed urbanistica delle aree rurali hanno concorso all’innovazione del piano in un percorso evolutivo di progressiva attenzione al territorio agricolo che si è svolto parallelamente e in modo complementare alla evoluzione della disciplina urbanistica verso il governo del territorio. L’innovazione del piano emerge con evidenza nelle pratiche urbanistiche: i comprensori vitivinicoli di qualità sono entrati a pieno titolo nelle pratiche di governo del territorio e sono oggetto di particolare attenzione non solo in termini di tutela e vincolo, ma soprattutto di strategie di valorizzazione del loro ruolo identitario e di presidio territoriale, anche in un’ottica di area vasta in cui, nell’incertezza determinata dalla mancata riforma istituzionale, gli stessi consorzi possono giocare un ruolo come attori attivi della concertazione istituzionale. Nella contingenza attuale, le prospettive di azione si muovono su due fronti: da un lato, nell’aggiornamento delle Linee metodologiche verso una formulazione complessiva e aggiornata rispetto alle tematiche in corso di approfondimento, che tenga in considerazione la presenza di diverse realtà istituzionali e delle difficoltà tecniche dovute alla presenza, in Italia, di venti regioni con altrettanti sistemi di pianificazione. Dall’altro lato, verso un ampliamento della propria azione che, dall’innovazione del piano territoriale, vada verso l’innovazione delle politiche di governo del territorio, inserendo le questioni legate alla gestione del comparto vitivinicolo, dalla produzione al consumo, nel più ampio dibattito sul tema del cibo.
Le Città del Vino, i piani regolatori e l'agricoltura: il bilancio di una visione innovativa / Lingua,. - STAMPA. - (2017), pp. 13-20.
Le Città del Vino, i piani regolatori e l'agricoltura: il bilancio di una visione innovativa
Lingua
2017
Abstract
In una visione della pianificazione come atto di governo del territorio nel suo complesso, con un’ottica multilivello e multisettoriale, l'agricoltura concorre pienamente a connotare identità e comunità locali, in quanto assume funzioni complesse di produzione anche di beni pubblici: oltre alla produzione di beni agricoli e di qualità, svolge funzioni di salvaguardia idrogeologica, di conservazione della fertilità dei suoli e della complessità ecosistemica, di valorizzazione del paesaggio agrario. In termini generali, contribuisce alla sostenibilità dello sviluppo. Il contributo ripercorre il percorso scientifico, metodologico e divulgativo effettuato dall’Associazione Nazionale delle Città del Vino che, in questo dibattito, ha promosso fin dagli anni Novanta la necessità di porre una particolare attenzione alla filiera vitivinicola di qualità, quale parte integrante del patrimonio territoriale (ambientale, naturale e costruito) e delle peculiarità dei luoghi. Le città del vino sono assurte a esempi di struttura economica a base territoriale locale che, attraverso la valorizzazione sinergica di elementi produttivi e di tutela, di territorio e di paesaggio, possono realizzare modelli peculiari di sostenibilità. Due decenni di sperimentazioni permettono ora di effettuare un primo bilancio del percorso di sensibilizzazione dei comuni associati verso l’innovazione delle loro pratiche di pianificazione urbana e territoriale. Le Linee metodologiche per valorizzare i comprensori vitivinicoli di qualità nella disciplina territoriale ed urbanistica delle aree rurali hanno concorso all’innovazione del piano in un percorso evolutivo di progressiva attenzione al territorio agricolo che si è svolto parallelamente e in modo complementare alla evoluzione della disciplina urbanistica verso il governo del territorio. L’innovazione del piano emerge con evidenza nelle pratiche urbanistiche: i comprensori vitivinicoli di qualità sono entrati a pieno titolo nelle pratiche di governo del territorio e sono oggetto di particolare attenzione non solo in termini di tutela e vincolo, ma soprattutto di strategie di valorizzazione del loro ruolo identitario e di presidio territoriale, anche in un’ottica di area vasta in cui, nell’incertezza determinata dalla mancata riforma istituzionale, gli stessi consorzi possono giocare un ruolo come attori attivi della concertazione istituzionale. Nella contingenza attuale, le prospettive di azione si muovono su due fronti: da un lato, nell’aggiornamento delle Linee metodologiche verso una formulazione complessiva e aggiornata rispetto alle tematiche in corso di approfondimento, che tenga in considerazione la presenza di diverse realtà istituzionali e delle difficoltà tecniche dovute alla presenza, in Italia, di venti regioni con altrettanti sistemi di pianificazione. Dall’altro lato, verso un ampliamento della propria azione che, dall’innovazione del piano territoriale, vada verso l’innovazione delle politiche di governo del territorio, inserendo le questioni legate alla gestione del comparto vitivinicolo, dalla produzione al consumo, nel più ampio dibattito sul tema del cibo.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.