Negli ultimi anni diversi paesaggisti europei (come Atelier de paysages Bruel Delmar, Agence Ter, Gustafson & Porter, Catherine Mosbach) hanno sviluppato una specifica cultura progettuale sul tema dell’acqua nei paesaggi stratificati e disegnati dagli usi produttivi. L’attenzione per l’evoluzione delle dinamiche idrauliche di un territorio, la riscoperta di reti idrografiche tombate dalla incapacità di gestione o dalla necessità di suolo edificabile, la rigenerazione naturalistica di zone umide, si combinano con la reinvenzione di nuovi immaginari legati alla componente idrica, intesa come essenziale risorsa ecologica, ma anche come preziosa sollecitazione poetica nel progetto degli spazi aperti urbani e periurbani. Reinterpretando in forma contemporanea quelle che sono le categorie della storia dell’arte dei giardini all’interno di paesaggi fortemente caratterizzati dalle tracce produttive, i progettisti fanno riemergere la natura profondamente idrografica dei luoghi attraverso la creazione, riscoperta o riutilizzo di vasche, canali, lame e tavole d’acqua, praticabili per un uso condiviso dagli abitanti e tutti rigorosamente integrati in un sistema complesso di gestione e riuso delle acque di pioggia. La continua variabilità di questi luoghi resilienti che accolgono e accompagnano le dinamiche idrauliche, tollerando mutazioni anche drammatiche costituisce un tema progettuale di grande interesse che merita di essere approfondito attraverso esplorazioni di ricerca mirate.

Pratiche e poetiche dell’acqua nel progetto paesaggistico dei luoghi della produzione. Itinerari nella Francia del XXI secolo / Tessa, Matteini. - STAMPA. - (2016), pp. 66-77.

Pratiche e poetiche dell’acqua nel progetto paesaggistico dei luoghi della produzione. Itinerari nella Francia del XXI secolo

Tessa Matteini
2016

Abstract

Negli ultimi anni diversi paesaggisti europei (come Atelier de paysages Bruel Delmar, Agence Ter, Gustafson & Porter, Catherine Mosbach) hanno sviluppato una specifica cultura progettuale sul tema dell’acqua nei paesaggi stratificati e disegnati dagli usi produttivi. L’attenzione per l’evoluzione delle dinamiche idrauliche di un territorio, la riscoperta di reti idrografiche tombate dalla incapacità di gestione o dalla necessità di suolo edificabile, la rigenerazione naturalistica di zone umide, si combinano con la reinvenzione di nuovi immaginari legati alla componente idrica, intesa come essenziale risorsa ecologica, ma anche come preziosa sollecitazione poetica nel progetto degli spazi aperti urbani e periurbani. Reinterpretando in forma contemporanea quelle che sono le categorie della storia dell’arte dei giardini all’interno di paesaggi fortemente caratterizzati dalle tracce produttive, i progettisti fanno riemergere la natura profondamente idrografica dei luoghi attraverso la creazione, riscoperta o riutilizzo di vasche, canali, lame e tavole d’acqua, praticabili per un uso condiviso dagli abitanti e tutti rigorosamente integrati in un sistema complesso di gestione e riuso delle acque di pioggia. La continua variabilità di questi luoghi resilienti che accolgono e accompagnano le dinamiche idrauliche, tollerando mutazioni anche drammatiche costituisce un tema progettuale di grande interesse che merita di essere approfondito attraverso esplorazioni di ricerca mirate.
2016
978-88-575-3772-6
978-88-942-0260-1
Necessità dell’oblio, paesaggi e patrimoni costruiti dall’acqua
66
77
Tessa, Matteini
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