La combinazione di temporalità diverse caratterizza in maniera importante i luoghi storici e archeologici delle città, conferendo loro spessore e profondità e definendone il potenziale di memoria collettiva, memorie individuali e molteplici identità. Adottando lo sguardo del paesaggista, il contributo riflette sulla profondità storica e sulle stratigrafie archeologiche del paesaggio urbano, con l’intento di interpretarne la valenza sistemica e progettuale. Le matrici archeologiche che sottendono le strutture della città contemporanea emergono in forme diversificate: può trattarsi di linearità, come nel caso di aggregazioni lungo assi infrastrutturali (strade, acquedotti), o di addensamenti, anche verticali, causati da particolarità morfologiche o da sovrapposizioni conflittuali, o ancora di costellazioni, legate al posizionamento di nuclei insediativi o di necropoli, o di concentrazioni organiche (acropoli, aree sacre, aree insediative). Come le tracce inconsce, quelle delle memorie archeologiche, riaffiorano a tratti nella toponomastica, nella forma dei luoghi, oppure in una evidente spazialità della città (storica o contemporanea), mentre talvolta vengono sottoposte a vere e proprie operazioni di ‘rimozione’. Attraverso il filtro di una serie di casi studio internazionali (caratterizzati dal perseguimento di multifunzionalità, accessibilità fisica/culturale e diversità biologica/temporale) il contributo esplora le strategie e gli strumenti progettualia dottati dal paesaggista per riportare alla luce della consapevolezza condivisa e della memoria collettiva i paesaggi archeologici delle città contemporanee.

Strategie per la conservazione attiva e inventiva dei siti archeologici urbani / Tessa, Matteini. - STAMPA. - (2017), pp. 88-107.

Strategie per la conservazione attiva e inventiva dei siti archeologici urbani

Tessa Matteini
2017

Abstract

La combinazione di temporalità diverse caratterizza in maniera importante i luoghi storici e archeologici delle città, conferendo loro spessore e profondità e definendone il potenziale di memoria collettiva, memorie individuali e molteplici identità. Adottando lo sguardo del paesaggista, il contributo riflette sulla profondità storica e sulle stratigrafie archeologiche del paesaggio urbano, con l’intento di interpretarne la valenza sistemica e progettuale. Le matrici archeologiche che sottendono le strutture della città contemporanea emergono in forme diversificate: può trattarsi di linearità, come nel caso di aggregazioni lungo assi infrastrutturali (strade, acquedotti), o di addensamenti, anche verticali, causati da particolarità morfologiche o da sovrapposizioni conflittuali, o ancora di costellazioni, legate al posizionamento di nuclei insediativi o di necropoli, o di concentrazioni organiche (acropoli, aree sacre, aree insediative). Come le tracce inconsce, quelle delle memorie archeologiche, riaffiorano a tratti nella toponomastica, nella forma dei luoghi, oppure in una evidente spazialità della città (storica o contemporanea), mentre talvolta vengono sottoposte a vere e proprie operazioni di ‘rimozione’. Attraverso il filtro di una serie di casi studio internazionali (caratterizzati dal perseguimento di multifunzionalità, accessibilità fisica/culturale e diversità biologica/temporale) il contributo esplora le strategie e gli strumenti progettualia dottati dal paesaggista per riportare alla luce della consapevolezza condivisa e della memoria collettiva i paesaggi archeologici delle città contemporanee.
2017
978-88-98743-96-4
Ruderi, baracche e bambini. CEIS. Riflessioni a più voci su di una architettura speciale
88
107
Tessa, Matteini
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