Se la capacità di “attraversare le scale” spaziali e temporali nell’ambito del progetto è una delle attitudini che qualificano maggiormente la specificità disciplinare dell’architettura del paesaggio, risulta evidente come il paesaggio periurbano si confermi a questo proposito, uno degli ambiti più fertili ed interessanti per la sperimentazione. Le complesse (e spesso conflittuali) modalità di composizione delle stratificazioni storiche, la leggibilità delle dinamiche in atto e la generale aggressività delle tensioni insediative e infrastrutturali, oltre alla ingombrante presenza di elementi e sistemi architettonici di servizio alla vita urbana, particolarmente impattanti dal punto di vista dimensionale, figurativo ed ambientale (cimiteri, aree industriali, centri commerciali, parcheggi scambiatori, depositi) fanno sì che il paesaggio di margine risulti spesso caratterizzato da una frammentazione di spazi e da una commistione di scale che disorientano l’osservatore ma che, al tempo stesso, possono creare nuove ed inedite forme di valori estetici ed identitari, comprensibili solo attraverso una sostanziale trasformazione dello sguardo, come quella praticata sin dalla seconda metà degli anni ’60 da artisti come Robert Smithson, avventuroso esploratore delle "ruins in reverse" del contemporaneo.
Progetto di paesaggio e stratificazioni storiche nei paesaggi periurbani / Tessa, Matteini. - STAMPA. - (2014), pp. 26-30.
Progetto di paesaggio e stratificazioni storiche nei paesaggi periurbani
Tessa Matteini
2014
Abstract
Se la capacità di “attraversare le scale” spaziali e temporali nell’ambito del progetto è una delle attitudini che qualificano maggiormente la specificità disciplinare dell’architettura del paesaggio, risulta evidente come il paesaggio periurbano si confermi a questo proposito, uno degli ambiti più fertili ed interessanti per la sperimentazione. Le complesse (e spesso conflittuali) modalità di composizione delle stratificazioni storiche, la leggibilità delle dinamiche in atto e la generale aggressività delle tensioni insediative e infrastrutturali, oltre alla ingombrante presenza di elementi e sistemi architettonici di servizio alla vita urbana, particolarmente impattanti dal punto di vista dimensionale, figurativo ed ambientale (cimiteri, aree industriali, centri commerciali, parcheggi scambiatori, depositi) fanno sì che il paesaggio di margine risulti spesso caratterizzato da una frammentazione di spazi e da una commistione di scale che disorientano l’osservatore ma che, al tempo stesso, possono creare nuove ed inedite forme di valori estetici ed identitari, comprensibili solo attraverso una sostanziale trasformazione dello sguardo, come quella praticata sin dalla seconda metà degli anni ’60 da artisti come Robert Smithson, avventuroso esploratore delle "ruins in reverse" del contemporaneo.File | Dimensione | Formato | |
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