Il testo analizza criticamente l'operato di un gruppo di lavoro internazionale di cui faccio parte come corrispondente dall'Italia, nato in Canada sulla scia degli approcci collaborativi nella rappresentazione museale che ormai sono lo standard nel sistema dei musei canadese. Si tratta della Great Lakes Research Alliance for the Study of Aboriginal Arts and Culture (GRASAC) che nasce con l'intento di restituire digitalmente alle comunità di origine manufatti dei Nativi della zona dei Grandi Laghi canadesi, sparsi nei musei del mondo. Propongo di analizzare da vicino i principi antropologici, classificatori ed espositivi sui quali si basa il database costruito per questa originale forma di digital repatriation. Leggo il processo di dematerializzazione degli oggetti rintracciati nei musei, quindi fotografati digitalmente e il loro successivo inserimento in una nuova "concrezione" (il database) un modo per conferire alla versione digitale dell'oggetto un nuovo status. Questi prodotti, una volta creati, acquisiscono una nuova storia, separata dagli oggetti stessi. La riproduzione digitale di oggetti reali è più di una semplice riproduzione e può essere letta come una ulteriore fase del loro "percorso biografico". I propose taking a closer look at the anthropological, classificatory and exhibitionary principles on which a Canadian digital repatriation project (GRASAC) was built. The process of dematerialization and subsequent reinsertion into a new “concretion” (the digital database) has lent the objects a new status within a certain organizational structure. This kind of products, once created, take on a life and history of their own, separate from that of the objects themselves. Digital files of physical objects are more than just simple reproductions or copies, and can be read as a further phase of the “objects’ biography”.
The digital biography of things. A Canadian case study in digital repatriation / Emanuela, Rossi. - STAMPA. - (2017), pp. 657-669.
The digital biography of things. A Canadian case study in digital repatriation
Emanuela Rossi
2017
Abstract
Il testo analizza criticamente l'operato di un gruppo di lavoro internazionale di cui faccio parte come corrispondente dall'Italia, nato in Canada sulla scia degli approcci collaborativi nella rappresentazione museale che ormai sono lo standard nel sistema dei musei canadese. Si tratta della Great Lakes Research Alliance for the Study of Aboriginal Arts and Culture (GRASAC) che nasce con l'intento di restituire digitalmente alle comunità di origine manufatti dei Nativi della zona dei Grandi Laghi canadesi, sparsi nei musei del mondo. Propongo di analizzare da vicino i principi antropologici, classificatori ed espositivi sui quali si basa il database costruito per questa originale forma di digital repatriation. Leggo il processo di dematerializzazione degli oggetti rintracciati nei musei, quindi fotografati digitalmente e il loro successivo inserimento in una nuova "concrezione" (il database) un modo per conferire alla versione digitale dell'oggetto un nuovo status. Questi prodotti, una volta creati, acquisiscono una nuova storia, separata dagli oggetti stessi. La riproduzione digitale di oggetti reali è più di una semplice riproduzione e può essere letta come una ulteriore fase del loro "percorso biografico". I propose taking a closer look at the anthropological, classificatory and exhibitionary principles on which a Canadian digital repatriation project (GRASAC) was built. The process of dematerialization and subsequent reinsertion into a new “concretion” (the digital database) has lent the objects a new status within a certain organizational structure. This kind of products, once created, take on a life and history of their own, separate from that of the objects themselves. Digital files of physical objects are more than just simple reproductions or copies, and can be read as a further phase of the “objects’ biography”.File | Dimensione | Formato | |
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