La San Giorgio ha una storia ultracentenaria, iniziata a Genova nei primi anni del XX Secolo. La sua attività interessa da subito numerosi settori tra cui le costruzioni ferroviarie che si concentrano nello stabilimento sito in Pistoia. La scelta della società genovese di costruire un sito industriale proprio a Pistoia dipende, come avverrà di frequente anche negli anni successivi, dalla possibilità di assicurarsi da subito il know how necessario per l'attività di produzione, risparmiando risorse in termini sia finanziari, sia di tempo necessari per la formazione degli operai. Nel pistoiese infatti è disponibile manodopera specializzata proprio nella costruzione di carrozze. In questo senso, dunque, non stupisce che, nel 1908, quando lo stabilimento di Pistoia si trova ancora in fase embrionale, al fine di accelerare l'inizio dell'attività produttiva, sia rilevata la ditta Enrico Trinci e Figlio, all'epoca, tra le più importanti aziende per la produzione di carrozze. D'altra parte, occorre evidenziare le elevate capacità dimostrate dall'imprenditoria locale che, grazie alle proprie abilità dovute anche ad una intima conoscenza del territorio, assicura la possibilità di utilizzare per la produzione pistoiese di materiale rotabile le migliori maestranze del tempo. Raccogliendo i talenti del territorio è infatti possibile garantisce una produzione, di fatto, ineccepibile, priva di difetti e perfettamente corrispondente agli standard qualitativi richiesti dalle commesse statali. Le performance economiche e finanziarie della San Giorgio, dalla nascita al secondo conflitto mondiale, sono fortemente condizionate dalle commesse statali. Questa strategia determina un ovvio sfasamento temporale tra i contratti e le commesse pluriennali e i loro effetti economici. Le commesse statali peraltro riguardano costruzioni e materiali civili (come quelle ferroviarie del sito di Pistoia) e militari (come quelle della Marina presso gli arsenali di Spezia, Taranto, ecc.). Gli investimenti in impianti, "tecnologia" e innovazione, settori in cui la San Giorgio si dimostra sempre all'avanguardia in tutta la prima parte del Novecento, sono conseguenti all'andamento del mercato e sono effettuati dopo l'ottenimento delle commesse. Questa scelta strategica comporta immancabilmente notevoli ripercussioni sull'utilizzo della capacità produttiva che vede un andamento con estremi opposti, passando da periodi di sottoutilizzazione ad altri di estrema saturazione. Un andamento simile può essere osservato anche negli utili il cui aumento o diminuzione è strettamente connesso all'andamento delle commesse. Di fronte alla necessità di incrementare la capacità produttiva, la strategia della San Giorgio segue due diverse modalità: investimento nei siti produttivi già esistenti oppure acquisizione, con fusione per incorporazione, di società concorrenti. La seconda scelta consente di raggiungere rapidamente l'obiettivo di incrementare la capacità produttiva e di acquisire tecnologia e maestranze specializzate in settori in rapido sviluppo. La San Giorgio realizza, di fatto, nella prima metà del Novecento un grande gruppo industriale fortemente diversificato che abbraccia settori che vanno dalla meccanica di precisione alle costruzioni ferroviarie, all'ottica, agli armamenti all'idroelettrico. Questa caratteristica costituisce un fattore di grande modernità della San Giorgio, che assume contorni analoghi a quelli dei grandi gruppi industriali moderni, operanti prevalentemente sul mercato nazionale e con una progressiva internazionalizzazione dalla fine degli anni Trenta. Tra le peculiarità manageriali del management si evidenzia anche la capacità di mantenere contatti vivi e costanti con la classe politica dirigente che hanno consentito all'azienda, dalle origini fino all'ingresso in Finmeccanica, di ottenere le commesse attraversando stagioni politiche fortemente variegate. Dall'esame delle Relazioni al Consiglio di Amministrazione emerge tuttavia la mancanza di una strategia volta ad anticipare i bisogni del mercato. Essa è dovuta anche alle caratteristiche della produzione su commessa che, da sempre, ha caratterizzato l'attività del gruppo. D'altra parte, gli interventi dei consiglieri e della proprietà che si leggono nei verbali d'assemblea sono spesso finalizzati alla ricerca dell'attenzione e della compiacenza della classe politica nazionale, elemento imprescindibile per l'ottenimento delle commesse e per la sopravvivenza del gruppo. La scelta del management di operare su commessa è anche supportata dagli ampi margini che il gruppo riusciva a ottenere negli appalti contrattati con le amministrazioni pubbliche. Appare invece assente la volontà del gruppo di imporsi sui mercati nazionali e internazionali come leader nei variegati settori di attività. E questo nonostante la San Giorgio disponga di professionalità qualificate, specifiche e rare, testimoniate dal buon esito delle commesse ricevute, che le avrebbero consentito un'espansione commerciale. D'altro canto, emerge con chiarezza la scelta vincente di mantenere un profilo politico neutro che ha consentito alla San Giorgio di stringere alleanze con ogni classe politica dirigente. La capacità del gruppo di attrarre commesse statali è dovuta anche alla composizione dell'azionariato che, fin dalla nascita, annovera al proprio interno rappresentanti del capitalismo familiare italiano del primo Novecento. Del resto, non dobbiamo dimenticare che la stessa sede sociale della San Giorgio si trova in Genova ovvero nel cuore dell'industrializzazione italiana di quel periodo. In estrema sintesi, la strategia produttiva seguita dalla San Giorgio si basa su un duplice binario: da un lato, la ricerca di accordi finalizzati all'ottenimento di commesse statali e, dall'altro, all'adattamento della produzione alle tendenze di mercato. La ricerca si fonda su un'analisi condotta, secondo il metodo storico, sui documenti contabili della società San Giorgio. In particolare, le informazioni disponibili sono contenute negli atti e nei documenti redatti dalla sede principale di Genova e, oggi, conservati presso l'Archivio Storico, ex Archivio Notarile, della città. Sono stati perciò acquisiti i bilanci della San Giorgio dal 1905, anno della sua costituzione, fino al 1949. Per una loro corretta interpretazione, sono stati consultati anche i documenti allegati ai bilanci, le relazioni del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale. Il piano dell'opera è organizzato nel modo seguente. Il primo capitolo ripercorre la nascita e lo sviluppo dell'industria ferroviaria italiana, in modo da inquadrare il caso della San Giorgio all'interno del settore produttivo di appartenenza e del contesto economico dell'epoca. I capitoli seguenti propongono un'analisi economico-finanziaria delle strategie e delle performance nella prima metà del Novecento. In particolare, sono analizzate le scelte strategiche dalla fondazione dell'azienda fino alla Prima Guerra Mondiale, il periodo tra le due Guerre, il secondo conflitto mondiale e l'acquisizione della società da parte dell'IRI. L'opera si conclude con la divisione dell'attività del Gruppo Finmeccanica tra gli Stabilimenti Elettromeccanici Riuniti Ansaldo-San Giorgio e le Officine Meccaniche Pistoiesi che proseguiranno la tradizione dell'industria ferroviaria.

Un'analisi economico-finanziaria attraverso la ricerca d'archivio storico-contabile / Elena Gori, Silvia Fissi, Alberto Romolini. - STAMPA. - (2015), pp. 1-184.

Un'analisi economico-finanziaria attraverso la ricerca d'archivio storico-contabile

Elena Gori
;
Silvia Fissi;
2015

Abstract

La San Giorgio ha una storia ultracentenaria, iniziata a Genova nei primi anni del XX Secolo. La sua attività interessa da subito numerosi settori tra cui le costruzioni ferroviarie che si concentrano nello stabilimento sito in Pistoia. La scelta della società genovese di costruire un sito industriale proprio a Pistoia dipende, come avverrà di frequente anche negli anni successivi, dalla possibilità di assicurarsi da subito il know how necessario per l'attività di produzione, risparmiando risorse in termini sia finanziari, sia di tempo necessari per la formazione degli operai. Nel pistoiese infatti è disponibile manodopera specializzata proprio nella costruzione di carrozze. In questo senso, dunque, non stupisce che, nel 1908, quando lo stabilimento di Pistoia si trova ancora in fase embrionale, al fine di accelerare l'inizio dell'attività produttiva, sia rilevata la ditta Enrico Trinci e Figlio, all'epoca, tra le più importanti aziende per la produzione di carrozze. D'altra parte, occorre evidenziare le elevate capacità dimostrate dall'imprenditoria locale che, grazie alle proprie abilità dovute anche ad una intima conoscenza del territorio, assicura la possibilità di utilizzare per la produzione pistoiese di materiale rotabile le migliori maestranze del tempo. Raccogliendo i talenti del territorio è infatti possibile garantisce una produzione, di fatto, ineccepibile, priva di difetti e perfettamente corrispondente agli standard qualitativi richiesti dalle commesse statali. Le performance economiche e finanziarie della San Giorgio, dalla nascita al secondo conflitto mondiale, sono fortemente condizionate dalle commesse statali. Questa strategia determina un ovvio sfasamento temporale tra i contratti e le commesse pluriennali e i loro effetti economici. Le commesse statali peraltro riguardano costruzioni e materiali civili (come quelle ferroviarie del sito di Pistoia) e militari (come quelle della Marina presso gli arsenali di Spezia, Taranto, ecc.). Gli investimenti in impianti, "tecnologia" e innovazione, settori in cui la San Giorgio si dimostra sempre all'avanguardia in tutta la prima parte del Novecento, sono conseguenti all'andamento del mercato e sono effettuati dopo l'ottenimento delle commesse. Questa scelta strategica comporta immancabilmente notevoli ripercussioni sull'utilizzo della capacità produttiva che vede un andamento con estremi opposti, passando da periodi di sottoutilizzazione ad altri di estrema saturazione. Un andamento simile può essere osservato anche negli utili il cui aumento o diminuzione è strettamente connesso all'andamento delle commesse. Di fronte alla necessità di incrementare la capacità produttiva, la strategia della San Giorgio segue due diverse modalità: investimento nei siti produttivi già esistenti oppure acquisizione, con fusione per incorporazione, di società concorrenti. La seconda scelta consente di raggiungere rapidamente l'obiettivo di incrementare la capacità produttiva e di acquisire tecnologia e maestranze specializzate in settori in rapido sviluppo. La San Giorgio realizza, di fatto, nella prima metà del Novecento un grande gruppo industriale fortemente diversificato che abbraccia settori che vanno dalla meccanica di precisione alle costruzioni ferroviarie, all'ottica, agli armamenti all'idroelettrico. Questa caratteristica costituisce un fattore di grande modernità della San Giorgio, che assume contorni analoghi a quelli dei grandi gruppi industriali moderni, operanti prevalentemente sul mercato nazionale e con una progressiva internazionalizzazione dalla fine degli anni Trenta. Tra le peculiarità manageriali del management si evidenzia anche la capacità di mantenere contatti vivi e costanti con la classe politica dirigente che hanno consentito all'azienda, dalle origini fino all'ingresso in Finmeccanica, di ottenere le commesse attraversando stagioni politiche fortemente variegate. Dall'esame delle Relazioni al Consiglio di Amministrazione emerge tuttavia la mancanza di una strategia volta ad anticipare i bisogni del mercato. Essa è dovuta anche alle caratteristiche della produzione su commessa che, da sempre, ha caratterizzato l'attività del gruppo. D'altra parte, gli interventi dei consiglieri e della proprietà che si leggono nei verbali d'assemblea sono spesso finalizzati alla ricerca dell'attenzione e della compiacenza della classe politica nazionale, elemento imprescindibile per l'ottenimento delle commesse e per la sopravvivenza del gruppo. La scelta del management di operare su commessa è anche supportata dagli ampi margini che il gruppo riusciva a ottenere negli appalti contrattati con le amministrazioni pubbliche. Appare invece assente la volontà del gruppo di imporsi sui mercati nazionali e internazionali come leader nei variegati settori di attività. E questo nonostante la San Giorgio disponga di professionalità qualificate, specifiche e rare, testimoniate dal buon esito delle commesse ricevute, che le avrebbero consentito un'espansione commerciale. D'altro canto, emerge con chiarezza la scelta vincente di mantenere un profilo politico neutro che ha consentito alla San Giorgio di stringere alleanze con ogni classe politica dirigente. La capacità del gruppo di attrarre commesse statali è dovuta anche alla composizione dell'azionariato che, fin dalla nascita, annovera al proprio interno rappresentanti del capitalismo familiare italiano del primo Novecento. Del resto, non dobbiamo dimenticare che la stessa sede sociale della San Giorgio si trova in Genova ovvero nel cuore dell'industrializzazione italiana di quel periodo. In estrema sintesi, la strategia produttiva seguita dalla San Giorgio si basa su un duplice binario: da un lato, la ricerca di accordi finalizzati all'ottenimento di commesse statali e, dall'altro, all'adattamento della produzione alle tendenze di mercato. La ricerca si fonda su un'analisi condotta, secondo il metodo storico, sui documenti contabili della società San Giorgio. In particolare, le informazioni disponibili sono contenute negli atti e nei documenti redatti dalla sede principale di Genova e, oggi, conservati presso l'Archivio Storico, ex Archivio Notarile, della città. Sono stati perciò acquisiti i bilanci della San Giorgio dal 1905, anno della sua costituzione, fino al 1949. Per una loro corretta interpretazione, sono stati consultati anche i documenti allegati ai bilanci, le relazioni del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale. Il piano dell'opera è organizzato nel modo seguente. Il primo capitolo ripercorre la nascita e lo sviluppo dell'industria ferroviaria italiana, in modo da inquadrare il caso della San Giorgio all'interno del settore produttivo di appartenenza e del contesto economico dell'epoca. I capitoli seguenti propongono un'analisi economico-finanziaria delle strategie e delle performance nella prima metà del Novecento. In particolare, sono analizzate le scelte strategiche dalla fondazione dell'azienda fino alla Prima Guerra Mondiale, il periodo tra le due Guerre, il secondo conflitto mondiale e l'acquisizione della società da parte dell'IRI. L'opera si conclude con la divisione dell'attività del Gruppo Finmeccanica tra gli Stabilimenti Elettromeccanici Riuniti Ansaldo-San Giorgio e le Officine Meccaniche Pistoiesi che proseguiranno la tradizione dell'industria ferroviaria.
2015
978-88-7336-588-4
La San Giorgio, gli albori della grande industria a Pistoia
1
184
Elena Gori, Silvia Fissi, Alberto Romolini
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