L’autore ha deciso con questo lavoro di dare espressione ad un percorso di ricerca intrapreso ormai da diversi anni. Il tema che viene indagato è quello dell’autenticità. Si tratta di un tema complesso e dalle diverse sfaccettature. Delle volte si ha la sensazione di avere a che con tema sfuggente non facilmente definibile. Il presente lavoro cerca di esplorarlo nella sua varietà dando una lettura della sua complessità che passa attraverso la variabile del tempo. Questo va a costituire l’autenticità, ne è una componente fondante e come vedremo può accrescere il potere differenziante che esercita sia sui bene che sull’organizzazioni. Nella prima parte del lavoro si indaga l’autenticità nella sua dimensione più oggettiva andando ad esplorare le proprietà di un bene autentico. Da un’attenta analisi della letteratura emerge in maniera abbastanza palese che tra le diverse proprietà sia il tempo che le origini assumono un ruolo centrale nel delimitare i confini dell’autentico. Ma l’autenticità non è semplicemente declinabile in delle proprietà. È un concetto che racchiude in sé una sua complessità in quanto concetto relativo. Questo significa che l’autentico in realtà può prendere forma tutte le volte che chi si relaziona con questo trova uno spazio interattivo attraverso cui assumere consapevolezza di sé. L’autenticità pertanto sussiste anche in una sua dimensione relazionale. È un costrutto che assume un valore percettivo e che come tale può trovare espressione in beni o marche che sono una mera evocazione del reale. L’autenticità è dunque un qualcosa che le imprese possono costruire creando delle rappresentazioni del reale. Anche in queste il tempo diventa centrale. Esso si esplica in spazi evocati del passato nei quali chi si rapporta con il bene si ritrova, si ripensa e si può evolvere. Tutto passa attraverso il gioco della costruzione percettiva. L’autentico così può risolversi anche in mondi quasi ideali su cui il consumatore si estende facendoli propri trami dei processi di negoziazione riflessiva. Ed è nel viverlo in questo modo che come studi dimostrano, diventa autentico anche ciò che è palesemente inautentico. I confini dell’autenticità rapportata al bene diventano così poco tracciabili, indefiniti e labili. E’ come se tutto paradossalmente si possa ricondurre a qualche forma di autenticità. In tutto questo l’autenticità se rapportata al bene perde il suo potere differenziante per le imprese e questo se si vuole perseguirlo, va pertanto ricercato altrove. Ecco dunque che nella seconda parte del lavoro la nostra analisi si sposta sull’essere autentico dove l’essere da noi indagato è l’imprenditore. Ne esploriamo i connotati, i comportamenti, gli effetti che produce nell’impresa. Lo indaghiamo quindi anche negli effetti contaminanti che genera nel proiettare l’impresa verso una dimensione di autenticità. Quello che emerge è che la sua principale criticità è l’essere riconosciuto leader autentico. Per essere tale è chiamato a non rimanere chiuso ed arroccato ad un sistema valoriale a cui si attiene inderogabilmente nel compiere certe azioni e quindi nel prendere le sue decisioni. Ma deve essere una persona che si relaziona con l’ambiente e che cerca in questo una qualche forma di integrazione. Egli è infatti eticamente autentico se riesce a combinare i suoi valori con quelli aziendali e più in generale con quelli sociali. Nel fare tutto questo si rapporta con il tempo. Questo però, come emerge dagli studi di management, sembra essere una variabile che più di tanto nonlo va a caratterizzarlo ed a definire. Sembra cioè che il tempo non abbia un ruolo nell’essere autentico e nei suoi comportamenti. Quello che ci siamo resi conto è che più che non avere un ruolo, mancano effettivamente studi che vanno ad indagarlo. Il nostro studio si muove in questa direzione cercando di andare a colmare un gap di ricerca emergente. A questo dedicheremo la terza e la quarta parte del lavoro. Questo studio si è concentrato sull’analisi di alcuni imprenditori viti-vinicoli autentici che si rapportano con un bene, il vino che ha una sua temporalità. Quello che emerge è un rapporto con il tempo particolare che essi sviluppano nel momento in cui vanno ad integrarsi con valori esterni aventi natura impersonale come il vero di cui è espressione il territorio. Il tempo assume delle sembianze particolare quelle proprie di un tempo-coscienza dove il passato vive nel presente; si intreccia con questo dove continua ad esistere e ad esercitare la sua influenza. Così facendo esso produce un effetto rilevante: porta l’imprenditore ad integrarsi in valori espressione di bene impersonali (il vero del territorio) trasformando quelli che erano dei meri attributi di prodotto (il territorio) in un valore personale. Questi una volta interiorizzati, l’individuo li fa propri e lo vanno a definire. Ma non solo. Questo tempo interiore diverso da un tempo oggettivo agisce in un’altra direzione: l’imprenditore è portato ad agire per trasferire nel vino il valore (il vero) in cui si integra. Il tempo se così vissuto diventa inesorabilmente una risorsa. In esso trova convergenza un’autenticità di prodotto (vino-materia) con dei comportamenti autentici. Più il tempo è vissuto come tempo coscienza, più l’imprenditore si integra e cerca di rendere il bene impersonale, incontaminatamente autentico. Diventa un bene di tutti di tutti e di nessuno proprio come sono i beni naturali e certe opere d’arte. E’ questo il principale risultato della ricerca che andremo a presenta nel presente lavoro.
Autenticità e Imprenditorialità. Il tempo come risorsa / Ranfagni, Silvia. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 1-145.
Autenticità e Imprenditorialità. Il tempo come risorsa
Ranfagni, Silvia
2018
Abstract
L’autore ha deciso con questo lavoro di dare espressione ad un percorso di ricerca intrapreso ormai da diversi anni. Il tema che viene indagato è quello dell’autenticità. Si tratta di un tema complesso e dalle diverse sfaccettature. Delle volte si ha la sensazione di avere a che con tema sfuggente non facilmente definibile. Il presente lavoro cerca di esplorarlo nella sua varietà dando una lettura della sua complessità che passa attraverso la variabile del tempo. Questo va a costituire l’autenticità, ne è una componente fondante e come vedremo può accrescere il potere differenziante che esercita sia sui bene che sull’organizzazioni. Nella prima parte del lavoro si indaga l’autenticità nella sua dimensione più oggettiva andando ad esplorare le proprietà di un bene autentico. Da un’attenta analisi della letteratura emerge in maniera abbastanza palese che tra le diverse proprietà sia il tempo che le origini assumono un ruolo centrale nel delimitare i confini dell’autentico. Ma l’autenticità non è semplicemente declinabile in delle proprietà. È un concetto che racchiude in sé una sua complessità in quanto concetto relativo. Questo significa che l’autentico in realtà può prendere forma tutte le volte che chi si relaziona con questo trova uno spazio interattivo attraverso cui assumere consapevolezza di sé. L’autenticità pertanto sussiste anche in una sua dimensione relazionale. È un costrutto che assume un valore percettivo e che come tale può trovare espressione in beni o marche che sono una mera evocazione del reale. L’autenticità è dunque un qualcosa che le imprese possono costruire creando delle rappresentazioni del reale. Anche in queste il tempo diventa centrale. Esso si esplica in spazi evocati del passato nei quali chi si rapporta con il bene si ritrova, si ripensa e si può evolvere. Tutto passa attraverso il gioco della costruzione percettiva. L’autentico così può risolversi anche in mondi quasi ideali su cui il consumatore si estende facendoli propri trami dei processi di negoziazione riflessiva. Ed è nel viverlo in questo modo che come studi dimostrano, diventa autentico anche ciò che è palesemente inautentico. I confini dell’autenticità rapportata al bene diventano così poco tracciabili, indefiniti e labili. E’ come se tutto paradossalmente si possa ricondurre a qualche forma di autenticità. In tutto questo l’autenticità se rapportata al bene perde il suo potere differenziante per le imprese e questo se si vuole perseguirlo, va pertanto ricercato altrove. Ecco dunque che nella seconda parte del lavoro la nostra analisi si sposta sull’essere autentico dove l’essere da noi indagato è l’imprenditore. Ne esploriamo i connotati, i comportamenti, gli effetti che produce nell’impresa. Lo indaghiamo quindi anche negli effetti contaminanti che genera nel proiettare l’impresa verso una dimensione di autenticità. Quello che emerge è che la sua principale criticità è l’essere riconosciuto leader autentico. Per essere tale è chiamato a non rimanere chiuso ed arroccato ad un sistema valoriale a cui si attiene inderogabilmente nel compiere certe azioni e quindi nel prendere le sue decisioni. Ma deve essere una persona che si relaziona con l’ambiente e che cerca in questo una qualche forma di integrazione. Egli è infatti eticamente autentico se riesce a combinare i suoi valori con quelli aziendali e più in generale con quelli sociali. Nel fare tutto questo si rapporta con il tempo. Questo però, come emerge dagli studi di management, sembra essere una variabile che più di tanto nonlo va a caratterizzarlo ed a definire. Sembra cioè che il tempo non abbia un ruolo nell’essere autentico e nei suoi comportamenti. Quello che ci siamo resi conto è che più che non avere un ruolo, mancano effettivamente studi che vanno ad indagarlo. Il nostro studio si muove in questa direzione cercando di andare a colmare un gap di ricerca emergente. A questo dedicheremo la terza e la quarta parte del lavoro. Questo studio si è concentrato sull’analisi di alcuni imprenditori viti-vinicoli autentici che si rapportano con un bene, il vino che ha una sua temporalità. Quello che emerge è un rapporto con il tempo particolare che essi sviluppano nel momento in cui vanno ad integrarsi con valori esterni aventi natura impersonale come il vero di cui è espressione il territorio. Il tempo assume delle sembianze particolare quelle proprie di un tempo-coscienza dove il passato vive nel presente; si intreccia con questo dove continua ad esistere e ad esercitare la sua influenza. Così facendo esso produce un effetto rilevante: porta l’imprenditore ad integrarsi in valori espressione di bene impersonali (il vero del territorio) trasformando quelli che erano dei meri attributi di prodotto (il territorio) in un valore personale. Questi una volta interiorizzati, l’individuo li fa propri e lo vanno a definire. Ma non solo. Questo tempo interiore diverso da un tempo oggettivo agisce in un’altra direzione: l’imprenditore è portato ad agire per trasferire nel vino il valore (il vero) in cui si integra. Il tempo se così vissuto diventa inesorabilmente una risorsa. In esso trova convergenza un’autenticità di prodotto (vino-materia) con dei comportamenti autentici. Più il tempo è vissuto come tempo coscienza, più l’imprenditore si integra e cerca di rendere il bene impersonale, incontaminatamente autentico. Diventa un bene di tutti di tutti e di nessuno proprio come sono i beni naturali e certe opere d’arte. E’ questo il principale risultato della ricerca che andremo a presenta nel presente lavoro.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.