A metà tra design, comunicazione, marketing e impresa, il testo medita sulla natura complessa del mestiere del designer e del pubblicitario e su tutti quei fattori che, dietro al prodotto, assumono oggi rilevanza speciale agli occhi dei consumatori (la fabbrica, il progetto, il mercato) alla ricerca degli ingredienti che caratterizzano i prodotti “interessanti”. Chi compra è ormai emancipato dai condizionamenti delle mode e sembra piuttosto interessato a questioni “laterali” come l’ambiente, la salute, la bellezza. È la vittoria del pensiero sulla forma e questo esige una presa di posizione “a monte”: l’unica davvero rilevante per i moderni consumat(t)ori. Il contributo dell'autrice indaga i sistema "dell'affezione" in relazione alla vita degli oggetti utili e come la percezione estetica diffusa abbia generato una vita "altra" - cioè successiva - anche alla dismissione degli oggetti rotti o desueti e come questa debba o possa essere indagata proprio in fase progettuale e in relazione alle questioni oggi fondamentali legate all'ambiente e alla sostenibilità.
Mi piace e lo tengo: la vita altra degli oggetti che non ci servono più / FILIERI, JURJI. - STAMPA. - (2015), pp. 100-105.
Mi piace e lo tengo: la vita altra degli oggetti che non ci servono più
FILIERI, JURJI
2015
Abstract
A metà tra design, comunicazione, marketing e impresa, il testo medita sulla natura complessa del mestiere del designer e del pubblicitario e su tutti quei fattori che, dietro al prodotto, assumono oggi rilevanza speciale agli occhi dei consumatori (la fabbrica, il progetto, il mercato) alla ricerca degli ingredienti che caratterizzano i prodotti “interessanti”. Chi compra è ormai emancipato dai condizionamenti delle mode e sembra piuttosto interessato a questioni “laterali” come l’ambiente, la salute, la bellezza. È la vittoria del pensiero sulla forma e questo esige una presa di posizione “a monte”: l’unica davvero rilevante per i moderni consumat(t)ori. Il contributo dell'autrice indaga i sistema "dell'affezione" in relazione alla vita degli oggetti utili e come la percezione estetica diffusa abbia generato una vita "altra" - cioè successiva - anche alla dismissione degli oggetti rotti o desueti e come questa debba o possa essere indagata proprio in fase progettuale e in relazione alle questioni oggi fondamentali legate all'ambiente e alla sostenibilità.File | Dimensione | Formato | |
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