Lo scritto analizza il pensiero economico di Bruno Leoni, storico del diritto e filosofo della politica, e ricostruisce le analogie che egli individuava tra le relazioni ottimali di una libera economia di mercato e quelle che a sua parere avrebbero dovuto caratterizzare i processi di formazione delle leggi e del diritto. Acuto nelle riflessioni e non raramente acceso polemista nel modo di partecipare ai dibattiti economici del suo tempo, Leoni criticò, anche dal punto di vista teorico, la programmazione economica; mise in evidenza i limiti di una forte conflittualità sul mercato del lavoro finalizzata all’ottenimento di “alti salari”; contestò efficacemente l’idea che per emendare i c.d. fallimenti di mercato fosse necessario l’intervento pubblico in economia. Egli sentì molto l’influenza di teorici del marginalismo austriaco come Mises e Hayek. Il saggio mostra inoltre i motivi che nell’Italia degli anni cinquanta e sessanta del Novecento decretarono l’isolamento del suo punto di vista scientifico. Al tempo stesso, però, lo scritto mette in evidenza come il liberismo radicale di Leoni gli abbia consentito di valorizzare un’idea di mercato competitivo tale da costituire uno stimolo per continue attività di scoperta e innovazione.
Il pensiero economico di Bruno Leoni / Piero Bini. - STAMPA. - (2017), pp. 228-263.
Il pensiero economico di Bruno Leoni
Piero Bini
2017
Abstract
Lo scritto analizza il pensiero economico di Bruno Leoni, storico del diritto e filosofo della politica, e ricostruisce le analogie che egli individuava tra le relazioni ottimali di una libera economia di mercato e quelle che a sua parere avrebbero dovuto caratterizzare i processi di formazione delle leggi e del diritto. Acuto nelle riflessioni e non raramente acceso polemista nel modo di partecipare ai dibattiti economici del suo tempo, Leoni criticò, anche dal punto di vista teorico, la programmazione economica; mise in evidenza i limiti di una forte conflittualità sul mercato del lavoro finalizzata all’ottenimento di “alti salari”; contestò efficacemente l’idea che per emendare i c.d. fallimenti di mercato fosse necessario l’intervento pubblico in economia. Egli sentì molto l’influenza di teorici del marginalismo austriaco come Mises e Hayek. Il saggio mostra inoltre i motivi che nell’Italia degli anni cinquanta e sessanta del Novecento decretarono l’isolamento del suo punto di vista scientifico. Al tempo stesso, però, lo scritto mette in evidenza come il liberismo radicale di Leoni gli abbia consentito di valorizzare un’idea di mercato competitivo tale da costituire uno stimolo per continue attività di scoperta e innovazione.File | Dimensione | Formato | |
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