Lo scritto cerca anzitutto di chiarire le relazioni tra il pensiero economico e politico di Alberto De’ Stefani e le decisioni che assunse in qualità di ministro delle finanze e del tesoro tra l’ottobre 1922 e il luglio 1925. Vengono approfonditi i motivi che lo indussero a perseguire un indirizzo di austerità economica, e i modi e gli strumenti che impiegò per realizzarla, a cominciare dalla deflazione fiscale. Oltre a far emergere le circostanze collaterali che contribuirono a fare della politica economica di De’ Stefani un caso di austerità di successo (moderazione salariale, politica monetaria accomodante, indebolimento del cambio reale della lira, il positivo ciclo dell’economia internazionale), lo scritto mette anche in evidenza come questa stessa politica non presentava in sé una tendenza repressiva. Per certi versi, essa costituì semmai un potenziale ostacolo al conseguimento del potere totalitario da parte di Mussolini. Peraltro, viene ravvisato in questa sua caratteristica la ragione che indusse lo stesso Mussolini ad attuare una svolta di 180° nella politica economica, passando dal liberismo di De’ Stefani alle nuove parole d’ordine del nazionalismo e del corporativismo.
Austerità e crescita negli anni 1922-1925 del fascismo. Alberto De' Stefani e l'ultima controffensiva del liberismo prima della resa all'economia corporativa / Piero Bini. - STAMPA. - (2017), pp. 27-51.
Austerità e crescita negli anni 1922-1925 del fascismo. Alberto De' Stefani e l'ultima controffensiva del liberismo prima della resa all'economia corporativa
Piero Bini
2017
Abstract
Lo scritto cerca anzitutto di chiarire le relazioni tra il pensiero economico e politico di Alberto De’ Stefani e le decisioni che assunse in qualità di ministro delle finanze e del tesoro tra l’ottobre 1922 e il luglio 1925. Vengono approfonditi i motivi che lo indussero a perseguire un indirizzo di austerità economica, e i modi e gli strumenti che impiegò per realizzarla, a cominciare dalla deflazione fiscale. Oltre a far emergere le circostanze collaterali che contribuirono a fare della politica economica di De’ Stefani un caso di austerità di successo (moderazione salariale, politica monetaria accomodante, indebolimento del cambio reale della lira, il positivo ciclo dell’economia internazionale), lo scritto mette anche in evidenza come questa stessa politica non presentava in sé una tendenza repressiva. Per certi versi, essa costituì semmai un potenziale ostacolo al conseguimento del potere totalitario da parte di Mussolini. Peraltro, viene ravvisato in questa sua caratteristica la ragione che indusse lo stesso Mussolini ad attuare una svolta di 180° nella politica economica, passando dal liberismo di De’ Stefani alle nuove parole d’ordine del nazionalismo e del corporativismo.File | Dimensione | Formato | |
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