Grandi opere letterarie nel narrare le vicende umane ci aiutano a comprendere profili fondamentali della dimensione giuridica e delle sue continue trasformazioni. Lo strumentario del giurista deve includere anche tutto ciò che può essere di ausilio per la comprensione della dimensione sociale ed umana, cioè della dimensione con la quale il giurista si deve relazionare. Attraverso le narrazioni letterarie si può comprendere la distinzione tra ‘diritto’ e ‘non diritto’, tra quelle componenti delle relazioni sociali che tendono ad essere assorbite in un circuito giuridico e quelle che rispondono alle regole dell’affettività. Nel saggio si fa riferimento a significative opere in un lunghissimo arco temporale. Le tragedie di Eschilo e la narrazione omerica sono ricordate perché ci aiutano a comprendere il lento affermarsi di una concezione del diritto che supera la simbologia mitologica ed una cultura arcaica dominata dal principio della vendetta. L’opera di Machiavelli è richiamata per sottolineare come il mutare dei paradigmi culturali porta con sé il mutamento delle categorie politiche e giuridiche. L’opera seicentesca del giureconsulto Giovanni Battista de Luca è segnalata per evidenziare come le trasformazioni del linguaggio giuridico e della figura del giurista sono un indicatore delle trasformazioni dell’ordinamento giuridico. Ma è evidenziato come un contributo, forse maggiore, alla comprensione della società e dell’ordinamento giuridico di tale epoca ci proviene non da un giurista ma da uno scrittore come Alessandro Manzoni. La grande letteratura ci aiuta a comprendere la dimensione sociale dei fenomeni giuridici (si pensi alla letteratura sullo sciopero); la necessità della tutela dei diritti inviolabili dell’uomo (si pensi alla letteratura sull’esilio); la vastità dei fenomeni legati alla burocrazia (il pensiero va ai classici della letteratura che trattano della figura dell’impiegato). Le Costituzioni del secondo dopoguerra, impegnate a trasmettere valori, rappresentano ormai anch’esse un genere letterario.
Diritto, letteratura e una più ampia comprensione del possibile / Orlando Roselli. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 1-14.
Diritto, letteratura e una più ampia comprensione del possibile
Orlando Roselli
2018
Abstract
Grandi opere letterarie nel narrare le vicende umane ci aiutano a comprendere profili fondamentali della dimensione giuridica e delle sue continue trasformazioni. Lo strumentario del giurista deve includere anche tutto ciò che può essere di ausilio per la comprensione della dimensione sociale ed umana, cioè della dimensione con la quale il giurista si deve relazionare. Attraverso le narrazioni letterarie si può comprendere la distinzione tra ‘diritto’ e ‘non diritto’, tra quelle componenti delle relazioni sociali che tendono ad essere assorbite in un circuito giuridico e quelle che rispondono alle regole dell’affettività. Nel saggio si fa riferimento a significative opere in un lunghissimo arco temporale. Le tragedie di Eschilo e la narrazione omerica sono ricordate perché ci aiutano a comprendere il lento affermarsi di una concezione del diritto che supera la simbologia mitologica ed una cultura arcaica dominata dal principio della vendetta. L’opera di Machiavelli è richiamata per sottolineare come il mutare dei paradigmi culturali porta con sé il mutamento delle categorie politiche e giuridiche. L’opera seicentesca del giureconsulto Giovanni Battista de Luca è segnalata per evidenziare come le trasformazioni del linguaggio giuridico e della figura del giurista sono un indicatore delle trasformazioni dell’ordinamento giuridico. Ma è evidenziato come un contributo, forse maggiore, alla comprensione della società e dell’ordinamento giuridico di tale epoca ci proviene non da un giurista ma da uno scrittore come Alessandro Manzoni. La grande letteratura ci aiuta a comprendere la dimensione sociale dei fenomeni giuridici (si pensi alla letteratura sullo sciopero); la necessità della tutela dei diritti inviolabili dell’uomo (si pensi alla letteratura sull’esilio); la vastità dei fenomeni legati alla burocrazia (il pensiero va ai classici della letteratura che trattano della figura dell’impiegato). Le Costituzioni del secondo dopoguerra, impegnate a trasmettere valori, rappresentano ormai anch’esse un genere letterario.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.