Il contributo prende in esame la recrudescenza della pirateria nell’ultimo secolo di Roma repubblicana allo scopo di sottolineare quale impatto essa ebbe sul piano politico. Analizzando le testimonianze riguardanti il periodo successivo al 105 a.C. si può cogliere come oltre ad interferire con le guerre contro Mitridate, la lotta contro i pirati che infestavano anche il Mediterraneo occidentale, acquistò un ruolo significativo nell’agenda politica. Alcuni protagonisti della scena pubblica incaricati dalle istituzioni di risolvere il problema se ne servirono per acquisire poteri straordinari che tuttavia assunsero un significato diverso a seconda delle circostanze e della loro personalità, come dimostra il comando affidato a Pompeo nel 67 a.C. Egli approfittò della sua capacità di dissimulare le proprie ambizioni e dell’auctoritas di cui godeva, per ottenere un incarico che, nonostante la difficoltà della storiografia moderna di chiarirne i limiti giuridici, costituì il primo passo di un tentativo di scalata al potere assoluto. Questa proseguì non solo l’anno seguente con il nuovo comando che gli attribuì la Lex Manilia, ma anche nel decennio successivo quando Pompeo consolidò la sua posizione approfittando delle difficoltà economiche legate alla carenza degli approvvigionamenti alimentari, non troppo diverse da quelle provocate precedentemente dalle incursioni dei pirati. Di tutto ciò offrono testimonianza da un lato Cicerone, la cui opinione sul personaggio mutò progressivamente in senso negativo nel periodo 66-49 a.C., dall’altro la storiografia dell’età imperiale. A distanza di secoli questa riuscì a percepire e a sottolineare sempre più esplicitamente la novità eversiva del comando straordinario affidato a Pompeo per estirpare la pirateria facendo emergere il significato non secondario che aveva avuto nel processo che portò al declino delle istituzioni repubblicane e alla creazione del Principato. - The paper examines the upsurge of piracy in the last century of the Roman Republic, to underline its impact on politics. Analysing the testimonials about the period after 105 BC, we can appreciate that as well as interfering in the wars against Mithridates, the fight against the pirates who were also infesting the western Mediterranean, gained a meaningful role in the political agenda. Some prominent figures on the public scene engaged by the institutions to solve the problem, exploited it to gain extraordinary powers that would take on a different meaning depending on the circumstances and their personalities, as shown by Pompey’s command of 67 BC. He took advantage of his skill to dissimulate his ambitions and the auctoritas he enjoyed, to obtain a position that, despite modern historiography’s difficulty with establishing its juridical limits, was the first step in his quest to rise to absolute power. This continued not only the following year with the new command that the Lex Manilia granted him, but also in the next decade when Pompey consolidated his position, taking advantage of the financial difficulties linked to the shortage of food supplies, not unlike those caused previously by the pirates’ incursions. All of this is witnessed on the one hand by Cicero, whose opinion of this figure became gradually more negative in the period from 66-49 BC, on the other by Imperial Age historiography. Centuries afterwards the latter was able to perceive and underline more and more explicitly the subversive novelty of the extraordinary command given to Pompey to eradicate piracy, bringing out its major role in the process leading to the decline of the Republican institutions and the creation of the Principality.

Pirateria e imperium maius: le ambizioni pericolose di Pompeo alle origini del principato / Ida Gilda Mastrorosa. - STAMPA. - (2018), pp. 71-103.

Pirateria e imperium maius: le ambizioni pericolose di Pompeo alle origini del principato

Ida Gilda Mastrorosa
2018

Abstract

Il contributo prende in esame la recrudescenza della pirateria nell’ultimo secolo di Roma repubblicana allo scopo di sottolineare quale impatto essa ebbe sul piano politico. Analizzando le testimonianze riguardanti il periodo successivo al 105 a.C. si può cogliere come oltre ad interferire con le guerre contro Mitridate, la lotta contro i pirati che infestavano anche il Mediterraneo occidentale, acquistò un ruolo significativo nell’agenda politica. Alcuni protagonisti della scena pubblica incaricati dalle istituzioni di risolvere il problema se ne servirono per acquisire poteri straordinari che tuttavia assunsero un significato diverso a seconda delle circostanze e della loro personalità, come dimostra il comando affidato a Pompeo nel 67 a.C. Egli approfittò della sua capacità di dissimulare le proprie ambizioni e dell’auctoritas di cui godeva, per ottenere un incarico che, nonostante la difficoltà della storiografia moderna di chiarirne i limiti giuridici, costituì il primo passo di un tentativo di scalata al potere assoluto. Questa proseguì non solo l’anno seguente con il nuovo comando che gli attribuì la Lex Manilia, ma anche nel decennio successivo quando Pompeo consolidò la sua posizione approfittando delle difficoltà economiche legate alla carenza degli approvvigionamenti alimentari, non troppo diverse da quelle provocate precedentemente dalle incursioni dei pirati. Di tutto ciò offrono testimonianza da un lato Cicerone, la cui opinione sul personaggio mutò progressivamente in senso negativo nel periodo 66-49 a.C., dall’altro la storiografia dell’età imperiale. A distanza di secoli questa riuscì a percepire e a sottolineare sempre più esplicitamente la novità eversiva del comando straordinario affidato a Pompeo per estirpare la pirateria facendo emergere il significato non secondario che aveva avuto nel processo che portò al declino delle istituzioni repubblicane e alla creazione del Principato. - The paper examines the upsurge of piracy in the last century of the Roman Republic, to underline its impact on politics. Analysing the testimonials about the period after 105 BC, we can appreciate that as well as interfering in the wars against Mithridates, the fight against the pirates who were also infesting the western Mediterranean, gained a meaningful role in the political agenda. Some prominent figures on the public scene engaged by the institutions to solve the problem, exploited it to gain extraordinary powers that would take on a different meaning depending on the circumstances and their personalities, as shown by Pompey’s command of 67 BC. He took advantage of his skill to dissimulate his ambitions and the auctoritas he enjoyed, to obtain a position that, despite modern historiography’s difficulty with establishing its juridical limits, was the first step in his quest to rise to absolute power. This continued not only the following year with the new command that the Lex Manilia granted him, but also in the next decade when Pompey consolidated his position, taking advantage of the financial difficulties linked to the shortage of food supplies, not unlike those caused previously by the pirates’ incursions. All of this is witnessed on the one hand by Cicero, whose opinion of this figure became gradually more negative in the period from 66-49 BC, on the other by Imperial Age historiography. Centuries afterwards the latter was able to perceive and underline more and more explicitly the subversive novelty of the extraordinary command given to Pompey to eradicate piracy, bringing out its major role in the process leading to the decline of the Republican institutions and the creation of the Principality.
2018
978-88-255-1914-3
Latrocinium maris. Fenomenologia e repressione della pirateria nell’esperienza romana e oltre
71
103
Ida Gilda Mastrorosa
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1143595
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact