Allo stato dell’arte, si ritiene che la compilazione del Bunka shûreishû (818) marchi una svolta in senso estetizzante rispetto all’ideologia confuciana del “governo attraverso le lettere” (monjô keikoku) propugnata nella prima antologia imperiale di kanshi, il Ryôunshû (814). Spia dei nuovi orientamenti sarebbe tra l’altro la presenza di una sezione tematica di tenore amoroso, Enjô, a prima vista modellata sullo stile e su soggetti tipici di Yutai xinyong (531-548 ca.), un’antologia condannata in Cina come licenziosa e frivola. Con lo scopo di chiarire tale apparente contraddizione, l’articolo prende in esame la sezione Enjô, analizzandone innanzitutto il soggetto centrale – i cosiddetti “lamenti delle stanze interne” (guiyuan/keien) – sullo sfondo dell’evoluzione storica e degli usi letterari di questo topos nella Cina pre-Tang. Evidenziando l’estrema specializzazione dei motivi trattati, e soffermandosi sull’organizzazione delle poesie in un’organica sequenza temporale, lo studio mette in luce come i kanshi della serie riflettano solo in parte la poetica estetizzante dello Yutai xinyong, insistendo piuttosto su storie femminili che, singolarmente e a livello macrotestuale, rispecchiano un paradigma morale imperniato sull’idea di caducità. Sulla base della documentata fortuna di Liu Xiyi (651-680) nella cerchia di Saga, si avanza poi l’ipotesi che tale impostazione possa essere stata influenzata dall’impianto didascalico del Dai bei baitou weng, assunto qui a modello per l’edificazione di nuovi canoni amorosi, conformi all’ideologia monjô keikoku. Abstract According to the current reading, the Bunka shūreishū (Collection of Splendid Literary Flowerings, 818) marks a departure from the monjō keikoku (“to govern the country through literary works”) ideal upheld in the first imperial anthology of kanshi (Ryōun shinshū, The New Cloud-soaring collection, 814), reflecting the purely aesthetic concerns which now informed Saga’s literary pursuits. The inclusion of a section of love poems (Enjō) modelled on the “boudoir laments” (guiyuan) of the Yutai xinyong (New Songs for the Jade Terrace, 531-548 ca.) is usually considered an important evidence of Saga’s new poetic agenda. Taking issue with these views, this article examines the eleven kanshi of the Enjō section, arguing that they only superficially adhere to the Yutai xinyong’s ‘decadent’ canons, while in fact reshaping the Liang anthology’s guiyuan models into a moral lesson about the unescapable decline of women’s beauty. Analysis shows how this is done through the strict selection of motifs (i.e., the preference for autumn vs. spring, or the emphasis on the imitations of Ban Jieyu’s Yuan gexing) and the structuring of the whole series into a temporal sequence that represents the flowering and ultimate decay of women’s charm. Given Liu Xiyi (651-680)’s fame in Saga’s circle, the article hypothesizes that the real paradigm for the Enjō series might have been his celebrated Dai bei baitou weng (In place of an old man grieving for his white hair), which provided Saga with an apt framework for the edification love poetry according to the monjō keikoku ideal.

I modelli continentali e l'edificazione del canone amoroso nel Bunka shureishu. Osservazioni sui lamenti femminili della sezione Enjo / Francesca Fraccaro. - STAMPA. - (2018), pp. 123-170.

I modelli continentali e l'edificazione del canone amoroso nel Bunka shureishu. Osservazioni sui lamenti femminili della sezione Enjo.

Francesca Fraccaro
2018

Abstract

Allo stato dell’arte, si ritiene che la compilazione del Bunka shûreishû (818) marchi una svolta in senso estetizzante rispetto all’ideologia confuciana del “governo attraverso le lettere” (monjô keikoku) propugnata nella prima antologia imperiale di kanshi, il Ryôunshû (814). Spia dei nuovi orientamenti sarebbe tra l’altro la presenza di una sezione tematica di tenore amoroso, Enjô, a prima vista modellata sullo stile e su soggetti tipici di Yutai xinyong (531-548 ca.), un’antologia condannata in Cina come licenziosa e frivola. Con lo scopo di chiarire tale apparente contraddizione, l’articolo prende in esame la sezione Enjô, analizzandone innanzitutto il soggetto centrale – i cosiddetti “lamenti delle stanze interne” (guiyuan/keien) – sullo sfondo dell’evoluzione storica e degli usi letterari di questo topos nella Cina pre-Tang. Evidenziando l’estrema specializzazione dei motivi trattati, e soffermandosi sull’organizzazione delle poesie in un’organica sequenza temporale, lo studio mette in luce come i kanshi della serie riflettano solo in parte la poetica estetizzante dello Yutai xinyong, insistendo piuttosto su storie femminili che, singolarmente e a livello macrotestuale, rispecchiano un paradigma morale imperniato sull’idea di caducità. Sulla base della documentata fortuna di Liu Xiyi (651-680) nella cerchia di Saga, si avanza poi l’ipotesi che tale impostazione possa essere stata influenzata dall’impianto didascalico del Dai bei baitou weng, assunto qui a modello per l’edificazione di nuovi canoni amorosi, conformi all’ideologia monjô keikoku. Abstract According to the current reading, the Bunka shūreishū (Collection of Splendid Literary Flowerings, 818) marks a departure from the monjō keikoku (“to govern the country through literary works”) ideal upheld in the first imperial anthology of kanshi (Ryōun shinshū, The New Cloud-soaring collection, 814), reflecting the purely aesthetic concerns which now informed Saga’s literary pursuits. The inclusion of a section of love poems (Enjō) modelled on the “boudoir laments” (guiyuan) of the Yutai xinyong (New Songs for the Jade Terrace, 531-548 ca.) is usually considered an important evidence of Saga’s new poetic agenda. Taking issue with these views, this article examines the eleven kanshi of the Enjō section, arguing that they only superficially adhere to the Yutai xinyong’s ‘decadent’ canons, while in fact reshaping the Liang anthology’s guiyuan models into a moral lesson about the unescapable decline of women’s beauty. Analysis shows how this is done through the strict selection of motifs (i.e., the preference for autumn vs. spring, or the emphasis on the imitations of Ban Jieyu’s Yuan gexing) and the structuring of the whole series into a temporal sequence that represents the flowering and ultimate decay of women’s charm. Given Liu Xiyi (651-680)’s fame in Saga’s circle, the article hypothesizes that the real paradigm for the Enjō series might have been his celebrated Dai bei baitou weng (In place of an old man grieving for his white hair), which provided Saga with an apt framework for the edification love poetry according to the monjō keikoku ideal.
2018
9788857552262
La trasmissione del testo poetico in Cina e in Giappone
123
170
Francesca Fraccaro
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