Il contributo ragione intorno alla figura chiave della politica urbanistica dell’Italia repubblicana: “il regionale”, una delle principali innovazioni contenute nella Carta Costituzionale italiana del 1948 che, tuttavia, per motivi squisitamente di scontro politico tra i due grandi partiti popolari usciti vincenti dal conflitto mondiale ha, di fatto, molto rallentato la nascita di questa figura nell’apparato amministrativo italiano: solo dal 1972. Rallentamento cui non è stato estraneo il continuo rimando dell’aggiornamento delle disposizioni nazionali sul controllo e governo delle trasformazioni urbane, tanto da tramutare la materia urbanistica, da modalità ordinata di governo pubblico, a “questione” . La prospettiva di ricerca sviluppata nel contributo è particolarmente interessante, anche perché inserita come contributo finale di un libro che narra il percorso amministrativo di sei Regioni italiane (Emilia-Romagna; Friuli Venezia-Giulia; Lazio; Liguria; Piemonte; e Veneto), raccontata da sette dirigenti regionali che, seppur con ritmi e modalità diverse tra loro, ripercorrono la storia dei profili dell’azione regionale nel suo costruirsi, dal quale emergere seppur in forma implicita il ruolo che “il regionale” ha avuto nell’indirizzare le politiche regionali, del contribuito che ogni singola Regione ha tentato di giocare regionalizzando alcune disposizioni nazionali, e di come questa azione non coordinata ha finito per determinare una sorta di (non dichiarato) federalismo eclettico.
La figura del "regionale" e la "questione" urbanistica in Italia / G. DE LUCA. - STAMPA. - (2019), pp. 167-186.
La figura del "regionale" e la "questione" urbanistica in Italia
G. DE LUCA
Investigation
2019
Abstract
Il contributo ragione intorno alla figura chiave della politica urbanistica dell’Italia repubblicana: “il regionale”, una delle principali innovazioni contenute nella Carta Costituzionale italiana del 1948 che, tuttavia, per motivi squisitamente di scontro politico tra i due grandi partiti popolari usciti vincenti dal conflitto mondiale ha, di fatto, molto rallentato la nascita di questa figura nell’apparato amministrativo italiano: solo dal 1972. Rallentamento cui non è stato estraneo il continuo rimando dell’aggiornamento delle disposizioni nazionali sul controllo e governo delle trasformazioni urbane, tanto da tramutare la materia urbanistica, da modalità ordinata di governo pubblico, a “questione” . La prospettiva di ricerca sviluppata nel contributo è particolarmente interessante, anche perché inserita come contributo finale di un libro che narra il percorso amministrativo di sei Regioni italiane (Emilia-Romagna; Friuli Venezia-Giulia; Lazio; Liguria; Piemonte; e Veneto), raccontata da sette dirigenti regionali che, seppur con ritmi e modalità diverse tra loro, ripercorrono la storia dei profili dell’azione regionale nel suo costruirsi, dal quale emergere seppur in forma implicita il ruolo che “il regionale” ha avuto nell’indirizzare le politiche regionali, del contribuito che ogni singola Regione ha tentato di giocare regionalizzando alcune disposizioni nazionali, e di come questa azione non coordinata ha finito per determinare una sorta di (non dichiarato) federalismo eclettico.File | Dimensione | Formato | |
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