Il testo del Decreto Interministeriale n. 1444/1968 è divenuto uno degli architravi dell’urbanistica moderna non soltanto per la cogenza che la natura di norma sovraordinata gli ha conferito ma soprattutto per il suo riferirsi al progetto della città pubblica come campo di terreno entro cui sostanziare, contemporaneamente, il progetto della urbs e della civitas. Parlare degli standards della città di Firenze è parlare di una lunga rincorsa a go a go nella storia degli strumenti urbanistici. Rincorsa avviata, interrotta, rallentata, ripresa, sviluppata tra metà degli anni Sessanta del secolo scorso con il cosiddetto Piano dei Servizi: una variante generale al PRG vigente del 1962. PIano adottato nel 1979, ma mai poi approvato definitivamente, tanto che l'individuazione di aree pubbliche per servizi nel Comune di Firenze divenne una "questione" politica, non solo amministrativa. Da qui una ricorsa alla ricerca di aree per servizi, di cui la città era storicamente carente, così tanto che ancora nel 1990 si poteva affermare in un documento ufficiale: «dai conteggi effettuati risulta che l’attuale dotazione di aree pubbliche e di uso pubblico per servizi di quartiere è pari complessivamente a 2.689.175 metri quadri, corrispondenti a 6,59 mq/ab (riferiti alla popolazione complessiva di Firenze al 1990, pari a 407.928 unità)». Una quantità modestissima. Una rincorsa ancora in atto e non facilmente misurabile all’oggi perché non esiste una tabella formalizzata e univoca di conteggio standards – così come articolata nel DM 1444/68 – nei documenti di pianificazione urbanistica comunale vigente. Il contributo ricostruisce questo percorso, pubblicando per la prima volta le carte del Piano dei Servizi, rimaste fino ad ora secretate nell'archivio comunale.

Firenze e la ricerca degli standard con il Piano dei Servizi / G. De Luca, A. Pantaleo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 208-219.

Firenze e la ricerca degli standard con il Piano dei Servizi

G. De Luca
Writing – Original Draft Preparation
;
A. Pantaleo
Data Curation
2019

Abstract

Il testo del Decreto Interministeriale n. 1444/1968 è divenuto uno degli architravi dell’urbanistica moderna non soltanto per la cogenza che la natura di norma sovraordinata gli ha conferito ma soprattutto per il suo riferirsi al progetto della città pubblica come campo di terreno entro cui sostanziare, contemporaneamente, il progetto della urbs e della civitas. Parlare degli standards della città di Firenze è parlare di una lunga rincorsa a go a go nella storia degli strumenti urbanistici. Rincorsa avviata, interrotta, rallentata, ripresa, sviluppata tra metà degli anni Sessanta del secolo scorso con il cosiddetto Piano dei Servizi: una variante generale al PRG vigente del 1962. PIano adottato nel 1979, ma mai poi approvato definitivamente, tanto che l'individuazione di aree pubbliche per servizi nel Comune di Firenze divenne una "questione" politica, non solo amministrativa. Da qui una ricorsa alla ricerca di aree per servizi, di cui la città era storicamente carente, così tanto che ancora nel 1990 si poteva affermare in un documento ufficiale: «dai conteggi effettuati risulta che l’attuale dotazione di aree pubbliche e di uso pubblico per servizi di quartiere è pari complessivamente a 2.689.175 metri quadri, corrispondenti a 6,59 mq/ab (riferiti alla popolazione complessiva di Firenze al 1990, pari a 407.928 unità)». Una quantità modestissima. Una rincorsa ancora in atto e non facilmente misurabile all’oggi perché non esiste una tabella formalizzata e univoca di conteggio standards – così come articolata nel DM 1444/68 – nei documenti di pianificazione urbanistica comunale vigente. Il contributo ricostruisce questo percorso, pubblicando per la prima volta le carte del Piano dei Servizi, rimaste fino ad ora secretate nell'archivio comunale.
2019
9788876031908
Dopo 50 anni di standard urbanistici in Italia. Verso percorsi di riforma
208
219
G. De Luca, A. Pantaleo
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