Nietzsche e Montaigne: gli europei e lo spirito libero

Montaigne, rappresentava per Nietzsche e per eminenti intellettuali in esilio durante il nazionalsocialismo come Stefan Zweig, Heinrich Mann e Erich Auerbach, uno spirito libero ostile ai confini nazionali, un apostolo della tolleranza e un pensatore che riesce a salvaguardare la propria isola interiore in un'epoca di disastri politici scatenati dall'intolleranza. Per certi aspetti Nietzsche sembra addirittura anticipare la loro rilettura di Montaigne, in quanto lo poneva come modello non solo per lo "spirito libero", ma anche per quegli spiriti liberi che in Al di là del bene e del male sono i buoni europei del futuro. Indipendenza spirituale, antidogmatismo, distacco, non privo di venature scettiche, da ogni tendenza idealizzante, immanentismo: sono questi alcuni degli aspetti del pensiero di Montaigne, la cui presenza nelle opere nietzschiane è pressoché costante. Un momento centrale della cultura europea – quel Montaigne che per molti interpreti determinò la nascita stessa dell’intellettuale moderno – venne rivissuto e rielaborato nel pensiero e nelle stesse modalità di espressione di Nietzsche; una siffatta capacità di rivivere in modo autentico esperienze fondamentali della tradizione culturale europea rappresenta così un’altra rilevante caratteristica dell’idea di buon europeo.