L'onore di un deputato: i duelli di Franchetti

La pratica del duello, ovvero di combattimenti individuali che, per definizione, dovevano proseguire fino a quando almeno uno dei due avversari fosse stato ferito, lungi dal cessare con l’ancien régime continuò a essere esercitata per tutto il corso dell’Ottocento. In quest’ottica il caso di Leopoldo Franchetti appare particolarmente emblematico, perché la sua austera figura ce lo farebbe ritenere sensibile alla tematica del duello e tanto meno incline a praticarlo in prima persona. Proprio nella fase centrale della sua lunga presenza alla Camera ebbe a sostenerne ben tre con colleghi onorevoli, su tematiche strettamente legate alla sua esperienza politica, quali il progetto di colonizzazione agricola dell’Eritrea, il definitivo assetto amministrativo della stessa colonia e il programma di costruzioni navali. La ragione va ricercata nel carattere fermo e duro, su cui concordano le testimonianze di chi lo conobbe bene, ma è altrettanto vero che il ricorso al duello si dovesse a una precisa mentalità e a un sistema di relazioni e di status che, nell’Italia liberale e notabilare, lo rendeva doveroso e quasi automatico in particolari circostanze.